Ventiduesimo Capitolo

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Avete presente quando, non incontrate o non vedete qualcuno che per voi è stato importante, e poi cosi, proprio quando ti abitui alla sua assenza, e quasi ti dimentichi di quella persona, te la ritrovi davanti? E non sai cosa fare, che pensare, che dire, ma rimani, li immobile a guardare.
Cercando di capire perché all'improvviso questa persona sia ritornata nella tua vita, quando aveva deciso che non ne voleva più far parte, e proprio quando tu dentro di te cerchi di andare avanti, di fartene una ragione, questa persona riappare così, sconvolgendo tutto, sconvolgendo quel piccolo angolo nella tua mente dove avevi deciso si richiuderlo, magari con una doppia mandata, ma poi ti accorgi che tutte quelle rassicurazioni, tutte quelle parole che ti sei data per conforto non valgono nulla, quando sei davanti a questa persona, sopratutto se questa persona è tuo padre che non vedi da dieci anni.
Ecco questo mi è successo, quando scesi giu e mi ritrovai mo padre.
Quello che ci ha lasciato nella merda a me e mia madre.
Scappano via, perché solo questo sapeva fare.
Andandosene cosi, da un giorno all'altro, niente, biglietto, niente chiamata, via.
E sono stata io quella che ha asciugato le lacrime a mia mamma, non lui.
Sono stata io, nonostante i miei nove anni a dare coraggio a mia madre, a farle capire che non meritava neanche le sue lacrime.
E adesso, sento che tutto sta tornando a galla, ogni cosa e non so se sono pronta a lasciare che quei ricordi ritornano in superficie, chiudo gli occhi e ritorno a quella sera.

"Papà vieni io e la mamma abbiamo preparato i biscotti che ti piacciono tanto!" dissi sorridendo, mangiando il quinto o forse il sesto biscotto, avevo preparato quei biscotti perché erano i preferiti di mio padre, ultimamente lui e la mamma litigavano spesso, e a volte ero costretta a nascondermi sotto le coperte per non sentire le loro urla, provavo a chiedere il motivo ma mi veniva subito detto che ero piccola, o che non c'era nulla di cui preoccuparsi.
"Eccomi tesoro! Che buon profumo!" disse abbracciandomi
"Si, questa volta sono con doppia crema!" dissi orgogliosa di me stessa, guardai mio padre mentre mangiava il biscotto, ne diedi uno anche a mamma per poi continuare a guardare la tv, sospirai accorgendomi che stavano per litigare di nuovo, così corsi in camera, e mi misi a letto, cercando di pensare ad altro. Odiavo quando litigavano, perché poi passavano giorni dove non si parlavano e a me non andava questa cosa! Scesi giù dopo aver sentito una porta sbattere forte, guardai mia madre piangere, istintivamente corsi ad abbracciarla, non avevo mai visto mia mamma piangere, e finiva dritto nelle cose che non mi piacevano.
"Mamma che è successo? Dove è andato papà? "chiesi guardandola
"A prendere un po d'aria, torna subito!" disse sorridendomi per poi stringermi di più.

Ma quel "torna subito" si è trasformato in dieci anni. Mia mamma ha cercato di spiegarmelo nel modo più infantile e adatto a una bambina di nove anni, ma avevo capito tutto. Quello che più mi faceva male era il fatto che non mi avesse salutato, era andato via così, senza dire nulla, come se io e la mamma non eravamo nessuno. Non eravamo la sua famiglia, ci ho sperato fino al mio dodicesimo compleanno no di rivederlo, ma poi ho perso la speranza e alla speranza è subentrata la rabbia, e la delusione. Quello che ho provato è stato indescrivibile, come se ogni pezzo all'interno del tuo corpo esplode, il dolore dell'abbandono è forse il dolore più brutto che esista, non mi sono sentita abbastanza come figlia. Ho aiutato mia mamma come potevo cercando di alleggerire il tutto, ma era una battaglia a chi nascondeva meglio il dolore.

Asciugai le lacrime che senza accorgermene era scivolate sulle mie guance, mi feci coraggio e scesi giù in cucina, affrontato la realtà. Scesi giù e lo guardai, era cambiato, non era più mio padre, non era più l'uomo che mi portava al parco giochi, o che la sera appena tornato da lavoro mi abbraccia e mi sussurrava va di essere la sua principessa, non era più l'uomo che mi rimboccava le coperte e mandava via tutti i mostri dalla mia stanza.
Rimanemmo a guardarci,per un tempo indefinito nonostante questo cercavo di ricordarmi qualcosa che mi ricordasse mio padre, il mio vero padre.
Ma nulla, era cambiato, del tutto.
Avanzo verso di me, quasi come se volesse abbracciarmi.
Arretrai di qualche passo.
"Come sei entrato?" chiesi cercando di apparire forte, ma non ci riuscì più di tanto dato la voce tremolante.
"Tua mamma mi ha fatto entrare.."disse guardandomi
"Ah, ma bene."chiesi, non potevo credere che mia madre lo avevo fatto entrare in casa, no dopo quello che era successo.
"Clarissa , so che sei arrabbiata con me e ne hai tutte le ragioni.."disse, ma non volevo ascoltare una parola di più per questo lo guardai interrompendolo .
"Papà è inutile che ora ti scusi, ti puoi anche inginocchiare, quello che vuoi, non ti perdonerò mai."dissi incrociando le braccia
"Ma..mi devi ascoltare!"
"NO!"dissi urlando
"Che sta succedendo?"
Mi girai per vedere Federico davanti a me, con i capelli arruffati a causa del sonno, che guardava prima me è poi mio padre, lui era a conoscenza della situazione che c'era tra di noi, a volte capitava che assisteva alle litigate tra mio padre e mia madre.
"Oh, salve" disse, guardando mio padre, risvegliandosi da chissà quali pensieri
" Ciao Federico"
" Puoi anche andare."dissi guardando mio padre
"Cliss" disse guardandomi negli occhi
"Federico". dissi arrabbiata
"Forse è meglio cosi, a presto"disse per poi raggiungere la porta
"Vuol dire che ora rimani? bene. "dissi riferendomi alle sue ultime parole
"Si ora rimango.."
"Bene, arrivederci, a presto! "disse Federico stringendo la mano a mio padre, che mi guardo per un ultima volta prima di andarsene.

Non potevo crederci, venire qua dopo nove anni e fare finta di nulla, e volere anche che lo perdonassi come se nulla fosse successo era troppo.Ma qui le persone si credono, che siamo dei pupazzi? che non abbiamo sentimenti? che non stiamo mai male? Troppe persone danno per scontato tutto, anche i sentimenti delle persone e anche che tutto possa tornare come prima o addirittura che nulla è cambiato. Se solo aprissero di più quei occhi, si renderebbero conto, di tante cose. Che le persone hanno dei sentimenti che non vanno trattate male, per poi aspettarsi che quest'ultime li accolgono con le braccia aperte, una persona può anche perdonare ma non si perdona mai del tutto.

Ritornai sopra, mi feci una doccia veloce, mi vesti, tornai in camera e vidi che Federico mi aveva portato la colazione.

"Grazie" dissi sorridendo, ogni volta che guardavo i suoi occhi o semplicemente il suo sorriso era come se tutto il mondo o semplicemente i pensieri negativi scomparivano.
Sorride per poi baciarmi la fronte
"Però non essere dura con tuo padre."
"Lo sapevo, che dicevi cosi, ma cavolo Fede sai benissimo quanto ho pianto, quanto la mamma ha pianto! " dissi guardandolo
"Lo so, lo so, non lo sto giustificando, ma almeno ascoltalo, okay?" disse per poi lasciarmi un bacio veloce
"Okay" dissi sorridendo.
"Ora devo andare, Matteo mi aspetta non ho capito bene cosa dobbiamo fare , ma se vuoi rimango"disse abbracciandomi
"No vai, non ti preoccupare, grazie!" dico sorridendo
"Di nulla amore. Ti chiamo dopo!" disse per poi baciarmi e uscire.

"Papà oggi a scuola la maestra mi ha fatto leggere"dissi mangiando
"E come è andata amore?"
"Ha detto: ottimo!" dissi orgogliosa si me stessa
"Ma brava amore mio, papà ti comprerà un regalo si? Cosa desideri?" disse guardandomi
"Un'abbraccio!" dissi sorridendo
"Ma amore, quelli te li darò fino alla fine dei miei giorni!" disse abbracciandomi
"Mi conosci, mi bastano abbracci, ma se proprio vuoi voglio andare al parco, e comprare lo zucchero filato!" dissi stringendolo forte
"E parco sia!"
"Ti voglio bene papà!"
"Anche io piccina" disse per poi baciarmi la fronte.

Il soffitto o semplicemente un punto indefinito può essere un'ottima distrazione se nella tua mente hai ricordi che non vuoi che tornano a galla,è buffo come un momento prima penso di averli dimenticati pensi di aver costruito intorno a loro un muro, fatto di cemento che nessuno può abbattere, ma poi ti accorgi che non è così, che basta poco per creare una crepa anche piccolissima, e tutto cambia. I ricordi riaffiorano e provi sensazioni, paura, che pensavi di aver dimenticato. La mente umana è molto strana, a volte ti è amica a volte è la tua peggior nemica. Come lo era in questi casi, da quando Federico era andato via non avevo fatto altro che fissare questo dannato muro, e pensare a mio padre. A come tutto era più semplice e a come tutto è cambiato.
Sento dei rumori dal piano di sotto, così deciso di scendere per controllare, trovo mia mamma che è appena tornata da lavoro, solo arrabbiata con lei mi ha deluso.

"Mamma, come hai potuto farlo entrare? Senza dirmi nulla, vi ho sentito parlare ieri sera, e stamattina me lo sono trovato in cucina. Che sta succedendo"dissi guardandola
"Mi ha chiamato, e mi ha chiesto di vederti, non posso fare nulla,è tuo padre, vuoi o non vuoi, non posso impedirgli nulla.."disse guardandomi
"ORA È MIO PADRE ORA?"dissi urlando, non potevo crederci, ora si ricorda di me dopo dieci anni.
"Clarissa ascoltami..."
"NO! NON VOGLIO SENTIRE NULLA"dissi urlando per poi andare in camera,ero arrabbiata, delusa e amareggiata ora era mio padre, ora? Prima no? Quando ci ha lasciato, quando MI ha lasciato, non Contaci nulla? Perché le persone scappa risconto per poi tornare? Non potevo credere che mamma aveva ceduto, dandogli questo permesso. Piansi fino ad addormentarmi, quando
quando mi sveglaii, avevo Federico affianco a me, che dormiva, lo abbracciai,stringendomi a lui, e lui si sporse su di me per baciarmi.
"Fa male, tutto questo fa male, perché? Perché è tornato?" dissi piangendo, stringendomi a lui "Amore non piangere, si sistemerà tutto vedrai, ci sono io qui con te, non ti lascio sola." disse baciandomi la fronte. E in questo momento che capi, quanto ero fortunata ad averlo accanto e quanto ero contenta che la situazione tra noi si fosse aggiustata, avevo bisogno di lui, ho sempre avuto bisogno di lui. Rimanemmo a farci le coccole, come due innamorati, senza tempo.

Quella linea sottile tra odio e amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora