Ventitresimo Capitolo

6.9K 244 11
                                    

Mi svegliai, mi girai dall'altra parte e avevo Federico , affianco a me, che dormiva, amavo quando rimaneva accanto a me per la notte, mi sentivo più protetta e amata, e in questi giorni ne avevo proprio bisogno. Mi alzi piano, attenta a non svegliarlo e andai a farmi una doccia, dovevo pensare, a quello che stava succedendo, alla mia storia con Federico a come tutto tra di noi fosse cambiato e come questo cambiamento mi abbia migliorato non solo le giornate ma mi ha fatto riflettere su tante cose, pensavo , a mio padre che all'improvviso torna, dopo tutto questo tempo, come se nulla fosse successo, come se davvero era partito per lavoro e adesso finito il lavoro tornava a casa, ai continui spostamenti che abbiamo effettuato perché nessun posto poteva definirsi casa, avevo bisogno di stare da sola, a volte capita anche a chi vuole sempre le persone accanto a chi preferisce la compagnia alla solitudine di a ere dei momenti in cui vuole stare solo, anche solo dieci minuti possono fare la differenza, anche solo fissare un punto può migliorare tutto. Impiegai molto  tempo a fare la doccia, e quando usci, controllai se Federico stava ancora dormendo, sorrisi era bellissimo, aveva le labbra leggermente aperte e stringeva il mio cuscino al suo viso, sorrisi forse veramente per la prima volta da quando mio padre era tornato, ma poi mi accorsi che era domenica e sospirai perché non so come mi vennero in mente tutto quello che facevo, quando ero piccola, quando la domenica mattina, mamma mi portava la colazione a letto, con papà che veniva e mi faceva il solletico perché non volevo alzarmi, per poi trovare mia mamma in cucina a cucinare mentre io e papà andavamo al parco, dove  mangiavamo zucchero filato di nascosto da mamma.
E ora?
Ora non lo riconosco più, un giorno ha deciso di andarsene, di abbandonare la sua famiglia, come un capitano abbandona la sua nave, come i codardi quando vedono che qualcosa non va, scappano, senza lottare.
Lui un giorno, ha deciso  di mettere la parola fine ai nostri rapporti, forse lui non lo sa, ma per me è cosi, e sarà cosi.

Mi misi la tutta scesi giu, decisi di andare a correre, dovevo liberare la mente, più correvo più mi sentivo meglio, l'aria fresca che mi prendeva il viso, era qualcosa di confortante. Non pensai a nulla, solamente a me che correvo libera.
Tornai a casa,e  trovai delle chiamate di Elisa , giusto non mi facevo sentire da due giorni, così la chiamai

"No dico, quando vuoi tanto qui mica c'è gente che si preoccupa."
" Ehi hai ragione scusami, ma è tornato papà e io non ci capisco più nulla. "dissi preparando la colazione a Federico, sorrisi amaro quando dall'altra parte si senti soltanto il silenzio, Elisa sapeva quello che era successo e più volte mi ha consolato.
"Oh come è tornato? Per restare?" chiese
"Oh, non sa che significa la parola restare."dissi dura.
"Dici così perché sei arrabbiata, si aggiusterà tutto, ci sono lo sai."
"Lo so e ti ringrazio, stasera vedo di venirti a trovare.."
"Si che ti devo raccontare delle cose!" disse sorridendo
"Oh belle o brutte?"chiesi curiosa
"Ah Bho "disse ridendo
"Okay , ti voglio bene!"dissi ridendo
"Anche io, a dopo!"

Staccai la chiamata, e  portai la colazione a Federico, che continuava a dormire, incredibile questo ragazzo dormiva per ore.
" Ehi, ma che ore sono?"chiese aprendo gli occhi lentamente
"Le dieci.."dissi sorridendo
"Merda! gli allenamenti! "disse alzandosi di scatto per poi baciarmi  "Amore, scusa ma  scappo a dopo!" disse per poi correre fuori.
Intanto io ero rimasta immobile a quella parola "Amore"forse gli sarà scappata, forse non intende quello che intendo io, ma al momento mi importava solo che me lo avesse detto, era quello di cui avevo bisogno, sorrisi per tutto il tempo mentre riordinavo la stanza.

POV MATTEO

"Quindi sono perdonato o no?" dissi guardando Elisa che ormai era come se si fosse trasferita a casa mia, passavamo tutto il tempo insieme, a guardare film, o semplicemente a farci le coccole, con l'unico suono che si sentiva ovvero i nostri cuori.
"Ci devo pensare, effettivamente negli ultimi giorni ti sei comportato bene, mi hai sopportato quindi si dai!" disse sorridendo, per poi stringermi in un'abbraccio
"Ma ora devo andare, perché tu devi uscire e io devo andare a comprare delle cose.." disse baciandomi, ricambiai il bacio lentamente, non volevo che se ne andasse mi ero abituata ad averla tutti i giorni attorno
"Stasera dormi qui.." dissi mordendogli di poco il labbro
"Amore dormo qua da quasi una settimana.."disse ridendo
"E allora?"dissi per poi ribaciarla
"Ora vado, a dopo allora!" disse per poi baciarmi a stampo ed uscire.
Riordinai la stanza, per poi chiamare Federico ma aveva il telefono  spento così mi ricordai che aveva gli allenamenti, scesi giù presi la macchina e andai agli allentamenti, fortunatamente aveva a appena finito.
" Ciao schiappa!" dissi ridendo
"Ha parlato, come mai qui? "disse colpendomi sulla spalla con una mano
"Mi annoiavo.. Facciamo qualcosa?"
"Non è che ti annoiavi e che Elisa aveva da fare e sei rimasto solo, va da lei vai!" disse facendo l'offeso
"Amore, lo sai che amo solo te dai.."dissi ridendo, per poi abbracciarlo, per poi andarmi a sedere sui gradini intanto che lui si facesse una doccia. Non so come la nostra amicizia era iniziata, mi ricordo che da bambino venivo preso in giro per il mio aspetto, ero un po in carne, e come in ogni scuola c'erano i solito cretini che mi prendevano in giro, ma un giorno Federico si avvicino e disse di smetterla, gli altri lo guardarono per poi ridere, ma lui per nulla intimorito prese i loro zaini e svuoto  tutto nei cestino dell'immondizia per poi prendermi per mano e portarmi a casa con lui, da li siamo dice tanti migliori amici, non ci siamo  staccati  un'attimo sempre  insieme. Con il passare degli anni sono cambiato sia fisicamente che caratterialmente ora non permetto a nessuno di prendermi in giro, questo anche  grazie a lui.

"Eccomi, dove andiamo?" disse per poi mettersi la borsa a tracolla
"Pizza insieme? Ti devo dire delle cose!" dissi salendo in macchina
"Va bene capo!" disse per poi salire in macchina, misi in moto e parti.

POV CLARISSA
Ero scesa in cucina, per prendere qualcosa da mangiare era inutile non mangiare, ma mi bloccai sentendo le voci di mia mamma e di mio padre.
" Quindi Alessandro ti dicevo che se vuoi rimanere puoi rimanere..
"Oh sarebbe fantastico almeno fin quando non trovo una sistemazione."
"Ah hai imparato la parola " restare"?dissi uscendo allo scoperto non ne potevo più.
" CLARISSA"disse mamma guardandomi
" Si mamma? cosa ho detto? cosa? io non ne posso più okay? Lui c'era quando mi serviva un padre? Se ne andato nel periodo in cui avevo più bisogno di un padre, lui c'era quando a scuola vedevo tutte accompagnate con un padre e io no? Sopratutto alle recite di fino anno, oppure quando alla festa del papà tutte che facevano bigliettini, cose vari e io? Niente. O quando mi chiedevano qualcosa, che dovevo dire? ah si che mio padre era fuori per lavorosisi certo,. un lavoro durato 9 anni vero? Alessandro? Non dico che ti ho dimenticato, non dico che ti vorrei vedere morire o che, ma solo che non puoi tornare dopo 9 anni, dopo che hai fatto piangere me, e la mamma,  e aspettarti che ti venga  incontro e ti abbracci ,no,  non puoi aspettarlo, anzi non DEVI  aspettarti una cosa del genere. Sono cresciuta. Ma dentro sono sempre la stessa, tu sei mio padre come sostieni giusto? allora saprai cosa fare."dissi per poi andare in camera prendere il necessario per la notte e andare a casa di Elisa, suonando al campanello con le lacrime agli occhi, ero stanza di piangere, stanca di tutto.
"Ehi.. Cliss? "disse abbracciandomi, la strinsi per poi dopo essermi calmata, raccontargli tutto, gli raccontai di come era arrivato così dal nulla, e di come per mamma era tutto normale, e di quello che gli avevo detto stasera di come avevo reagito.
" Se vuoi puo rimanere qua, a dormire, si? con le schifezze e altro!"disse abbracciandomi, la ringraziai per poi mandare un messaggio a mia madre, ero scappata si, ma non volevo farla preoccupare per quando mi aveva ferito il suo comportamento ero arrabbiata con mio padre no con lei. Poi mandai un messaggio a Federico dicendogli che domani gli raccontavo tutto. Spensi il telefono, e mi rivolsi ad Elisa, passammo la serata mangiando schifezze e guardando film, si era quello di cui avevi bisogno anche se mi mancava ancora un pezzo per completare il puzzle.

Quella linea sottile tra odio e amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora