6.

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Mi svegliai ancora leggermente assonnato, stordito ed in uno stato parecchio confusionario.
Sentivo gli occhi talmente gonfi dal non sapere nemmeno come riuscissi a vedere ancora perfettamente.
Sbadigliai, abituandomi pian piano alla luce del sole che filtrava dalla finestra. Stropicciai gli occhi, e mi stiracchiai leggermente.
"Ah, sei sveglio, finalmente..."
Mi bloccai.
PORCO MONDO.
PORCA ANIDRIDE CARBONICA.
PORCADIQUELLAGRANDISSIMAMADRENATURA.
Mi sono addormentato con...
"Te levi? Pesi, cazzo, ho dormito malissimo!"
...con uno stronzo colossale.
Ma bene.
Si era svegliato acido questa mattina.
Mi spostai di scatto, guardandolo truce.
"Non ti ho mica invitato io a dormire nel mio letto. Se non erro - e tanto per confermarlo, no, NON ERRO - sei tu quello che mi ha abbracciato e mi ha fatto dormire con lui." sbuffai, passandomi una mano fra i capelli.
"E che guaio! Per essere stato gentile mi sono ritrovato un ippopotamo schiacciato addosso per tutta la notte, un braccio perennemente addormentato, ed i tuoi orribili capelli in bocca." mi accusò alzandosi dal mio letto, rimettendosi le scarpe.
"Certo, che coraggio! - mi alzai furioso - Fai tutto tu e poi, come al solito, pretendi di dare la colpa a me! Quando ti metterai in pace col cervello, una buona volta?! Mi sono rotto il cazzo! Sei fottutamente infantile, lo sai?! Non hai mai le palle di prenderti le tue responsabilità! Fai le cose agendo di impulso, te ne penti e alla fine tenti di lavartene le mani invece di affrontare le conseguenze, e questo perché sei uno stupido bambino viziato!"
Si avvicinò minaccioso, guardandomi con astio, stringendo i pugni.
"Ritira tutto."
"Altrimenti? Che fai? Mi picchi?"
"Non provocarmi, sgorbio."
"Non mi scalfiscono più i tuoi insulti, coglione."
"Non sono mica i miei insulti a scalfirti, frocetto, o sbaglio? Credi che non abbia notato le cicatrici sul tuo polso, mh? Fai tanto il duro, dimostri sempre di avere le palle, difendendoti da solo, affronti le situazioni a testa alta dimostrandoti fiero di quello che sei, e poi? Ti chiudi in camera piangendo come una femminuccia e ferisci te stesso perché in realtà sai  di non essere forte." ghignò il moro.
Tremai a quelle parole, riportando alla mente tutte le sere in cui decisi di unire il dolore emotivo a quello fisico. Mi si seccò la gola.
Era un segreto di cui solo Harry conosceva l'esistenza. Un segreto sconveniente che mi provocava disagio, timore, ripulsione, dolore.
Avevo sempre coperto il polso destro con polsini o bracciali di cuoio vari, vergognandomi per quei momenti di debolezza assoluta. Ero sempre stato attento a non mostrarlo, non volendo essere additato negativamente, eppure Zayn se ne era accorto comunque. E, nonostante tutto, mi trattava male.
Perché più tentavo di scappare dalla realtà che mi circondava, più essa tornava ad essermi sbattuta in faccia?
"E' così che affronti le cose?! Pensi di risolvere qualcosa, sgorbietto? E poi chiami me stupido bambino?" continuò impertinente il pakistano.
"Smettila di giudicarmi, Malik! Non sai nulla di me! Fatti un esame di coscienza, piuttosto, stronzo!" urlai guardandolo truce.
"Un esame di coscienza?! Ah, perché, ora è colpa mia?!"
"Ma ti senti?! Sì, Cristo, è anche colpa tua! Non hai mai voluto darmi un'opportunità per esserti almeno amico. Sono un fottuto autolesionista ed è per gente come te se mi sento uno schifo, se alla fine di ogni giornata, quando sono a letto, spero di non riaprire gli occhi per non vivere un altro giorno di merda! Sai cosa sopportavo i primi tre anni di liceo? Insulti, spintoni, scherzi. Venivo additato come un malato, come un abominio. Mi picchiavano ogni giorno, alla fine delle lezioni, questo fin quando non ho conosciuto i ragazzi. Harry e Louis mi hanno difeso fin da subito e Dio, loro sono l'esempio dell'amore vero. Ignoravano sempre tutti, indipendentemente da quanto potessero essere pesanti le parole rivolte nei loro confronti. Camminavano fieri mano nella mano per i corridoi, e mi trasmettevano forza giorno dopo giorno, facendomi capire che siamo quel che siamo e non c'è cosa più bella che essere se stessi ed amare qualcuno indipendentemente dal sesso. Ma poi sei arrivato tu. Ed ad ogni litigio, ad ogni tua cattiveria o sguardo, io mi vergognavo sempre di più. Avevo iniziato ad accettare me stesso, avevo finalmente trovato il coraggio per reagire di fronte a tutto...ma tu hai rovinato ogni cosa!" mi sfogai avvertendo il naso pizzicare, segno che le lacrime sarebbero uscite a momenti.
"Non dare la colpa a me, sei tu che...che fai questo gesto!" mi puntò un dito contro.
"Dillo. - lo provocai facendomi sfuggire una lacrima - Dillo, avanti: "Sei tu quello che si taglia." - lo spintonai - Dillo."
"Smettila." indietreggiò.
"Dillo." avanzai.
"Basta, Liam." indietreggiò ancora, sentendosi improvvisamente a disagio.
"DILLO, CAZZO, DILLO!" urlai spintonandolo nuovamente.
E tutto accadde in un secondo: il suo sguardo mi perforò, severo, e preso dalla rabbia mi spinse contro al muro, unendo prepotentemente le sue labbra alle mie.
Mi irrigidii.
Cervello scollegato, lacrime bloccate, battito del cuore furioso, gambe molli, stomaco chiuso in una morsa e...sì.
Le sue labbra sulle mie.
Zayn Jawaad Malik mi stava baciando.
Zayn Jawaad Malik stava baciando me, Liam James Payne.
Mi salirono le lacrime agli occhi. Come osava compiere un'azione del genere?! Lui, che mi ha sempre preso in giro per il mio orientamento sessuale, ora si permetteva di baciarmi come se nulla fosse?! E per cosa, poi? Per rabbia?! Avevo iniziato a considerarlo diverso, invece, in poco tempo, si era dimostrato peggiore di quel che credevo, cadendo così in basso che non ebbi nemmeno la forza di prenderlo a pugni.
Non sembrava avesse voglia di allontanarsi, nonostante io cercassi di divincolarmi in tutti i modi...anzi.
Più cercavo di allontanarmi, più stringeva possessivamente il suo corpo al mio.
Continuai a tentare, invano, di porre fine a quel bacio.
Tentai di porre fine a quel bacio che agognavo tanto la sera precedente.
Tentai di porre fine a quel bacio datomi soltanto per rabbia e frustrazione.
Tentai di porre fine a quel bacio vuoto e privo di sentimenti ricambiati.
Mi sentivo così fragile e debole, in quel momento, un incapace che non sa nemmeno ribellarsi. Odiavo sentirmi così, mi ci sono sentito tutta una vita e non volevo provare ancora una volta queste sensazioni.
Non volevo che accadesse così, non volevo essere definito "errore" ancora una volta.
Sgorgarono altre lacrime dai miei occhi, ed avvertii la sua presa farsi meno rude. Le sue labbra soffici si mossero con lentezza estenuante sulle mie, trasformando il bacio in un atto dolce ed armonioso. Sentii le sue dita calde - così diverse dalle mie, fredde come il ghiaccio - asciugarmi quelle gocce salate, non avendo intenzione di lasciarmi andare ancora per molto.
Mi abbandonai al bacio col cuore impazzito, non riuscendo più a trovare la forza di allontanarmi. La sua mano percorse una scia dal mio viso al mio polso. Lo prese con dolcezza fra le dita, ed allontanò le sue labbra dalle mie solo per posarle su quelle cicatrici che tanto odiavo.
Lo guardai, colpito da quel gesto, e mi sentii completamente travolto. Non riuscii a trattenere altre lacrime, che lui raccolse con piccoli baci delicati, per poi tornare alle mie labbra.
Non lasciava il mio polso, anzi, lo accarezzava delicatamente col pollice, quasi avesse paura che, una volta lasciato, quelle cicatrici potessero tornare a sanguinare.
Il bacio stava prendendo una piega positiva, mi sentivo completamente assuefatto dal suo profumo, che mi annebbiava la mente ed i pensieri. Assuefatto dal tocco delle sue mani, assuefatto dal suo sapore, assuefatto del pizzicare leggero della sua barba sul mio viso, assuefatto da lui.
Lui che mi ha sempre fatto star male, da quando l'avevo conosciuto.
Lui che mi faceva infuriare anche solo con un "ciao".
Lui che mi dava pizzichi e scappellotti per il puro gusto di farlo.
Lui che gongolava quando mia madre mi sgridava, facendomi esasperare il triplo.
Lui che doveva dimostrarsi, per forza, migliore di me, in tutto.
Lui che mi faceva impazzire ad una sola occhiata.
Lui che detestavo.
Lui che, in realtà, volevo accanto più di tutti.
Lui, con il profumo più buono che avessi mai sentito.
Lui, con la sua barba accennata, i suoi capelli spettinati, i suoi vestiti abbinati alla cazzo di cane, la sua voce roca e profonda, la sua camminata da figo convinto, le sue labbra screpolate, meglio ancora se unite alle mie.
Se conoscete qualcuno che vende cuori in ottime condizioni: ordinatene uno, per favore.
Mi servirà un trapianto, a breve.





You stood by me. || Ziam Mayne.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora