11.

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"Questo come mi sta? Il colore ed il modello mi piacciono...mica mi ingrassa?" chiese Ruth, una volta provato l'ennesimo vestito, guardandosi allo specchio.
Io e Malik avevamo già svolto tutte le nostre "mansioni". Avevamo non solo comprato i regali per i nostri genitori, ma anche per i nostri amici.
Mi sorprese il fatto che Zayn volesse partecipare anche ai regali per Harry, Niall e Josh! In fondo era stato in loro compagnia solo per un pomeriggio...ma poi sorrisi, pensando che volesse solo una scusa per entrare a far parte del gruppo, quindi accettai la sua proposta di buon grado. Tanto di guadagnato anche per me: avevo passato parecchio tempo in sua compagnia per la scelta di qualcosa di appropriato per tutti, senza discussioni o prese in giro.
"Non è colpa dei vestiti, sei tu ad essere una mongolfiera!" sbuffò Zayn, annoiato tanto quanto me. Era ormai da più di mezz'ora che stavamo ammuffendo, seduti sui divanetti posti di fronte ai camerini del milionesimo negozio in cui ci aveva portato...ed aveva scelto solo un completo, fino a quel momento. Avevamo dovuto subire lamentele su lamentele: uno era troppo corto, l'altro troppo lungo. A seguito: troppo stretto, troppo largo, troppo chiaro, troppo scuro, troppo da troia, troppo da monaca, troppo da bambina, troppo da vecchia. Non le andava mai bene nulla.
"Senti un po', Zack..."
"Zayn." la corresse il moro, lanciandole uno sguardo omicida.
"Sì, ok, Zanie, come te pare..."
"ZAYN." ringhiò lui.
"HAI ROTTO LE PALLE, ZEN!"
"E BASTA!" sbuffai io, uscendo dal negozio. Ero stanco di sentirli battibeccare ogni due secondi, ed ero stanco di aspettare mia sorella mentre sceglieva i vestiti da comprare e quali mettere nella sua fottuta "lista dei desideri".
Mi massaggiai le tempie, cercando invano di affievolire il leggero mal di testa che mi avevano provocato. Chiusi gli occhi per qualche secondo, ma così facendo andai a sbattere contro qualcuno.
"Oh, mi scusi, davvero! Non volevo!" mi mortificai, alzando lo sguardo.
"Ma figurati, per così poco!" mi sorrise un ragazzo poco più alto di me, moro, con gli occhi verdi. Gli sorrisi imbarazzato, e tentai di scappare da quella situazione tornando al negozio, ma il tizio mi fermò.
"Sono Adrian, comunque!" mi sorrise, nascondendo le mani nelle tasche dei jeans.
"Liam..." mi presentai a mia volta, un po' a disagio.
"Sei di queste parti?" chiese, volendo continuare la conversazione.
"Sì, tu?" risposi guardandomi intorno.
"A dire il vero no, sono di Stoccolma! I miei sono originari di qui, per questo hanno deciso di tornarci per le vacanze." mi sorrise amichevolmente.
"Io non sono mai uscito da Bradford, quindi ritieniti fortunato!" feci spallucce. Automaticamente ripensai al viaggio a Doncaster. Sarei riuscito a partire, andandomene via per chissà quanto tempo, proprio ora? Nonostante provassi qualcosa per Zayn? Quest'ultimo è stato la causa di tutte le mie sofferenze - nell'ultimo periodo s'intende - ma non gliene facevo una colpa. Ero stato io ad illudermi, ed ero stato io ad innamorarmi inevitabilmente di lui.
"Liam." mi richiamò una voce roca che conoscevo fin troppo bene. Persi un battito.
"E tu chi saresti?" continuò il moro, guardando truce il ragazzo al mio fianco.
"Adrian, piacere..." allungò la mano verso il moro.
"Piacere tuo." gli rispose di rimando Zayn.
"Deduco che la mia presenza non sia gradita, mi dispiace aver importunato il tuo ragazzo, non era mia intenzione!"
"Eppure continui ad importunare." rispose con finto tono calmo Zayn, abbozzando un sorriso tirato, cosa che fece ridere Adrian.
"Ho capito, ho capito, me ne vado! Ciao ragazzi, è stato un piacere Liam!" mi salutò, per poi allontanarsi.
"Si avvicina Natale, non puoi semplicemente sforzarti di comportarti umanamente con le persone, almeno in questo periodo?" sbuffai io. Magari quel ragazzo era la mia anima gemella e me l'ha fatto scappare via in meno di dieci secondi.
"Nah, richiede uno sforzo immane, che io non sono disposto a compiere." mi rispose lui, prendendo un pacchetto di sigarette dalla tasca del giubbotto. Si avviò fuori al centro commerciale, facendomi cenno di seguirlo. Ed io come un cagnolino lo feci...quando mi ricapitava di ricevere un "invito" da parte sua? Trecentosessanta giorni l'anno era uno stronzo totale, dovevo pur approfittare di quei soli cinque giorni in cui si comportava bene, no? Zayn camminava qualche passo davanti a me, portandosi una sigaretta alle labbra.
Momenti in cui vorresti trasformarti in una sigaretta...
Mi strinsi al giubbotto, rabbrividendo ad una ventata gelida improvvisa che ci colpì quando le porte del centro commerciale si aprirono.
"Dio batuffolo..." sbuffò il moro, non riuscendo ad accendere la sigaretta per quel motivo. Risi a quella imprecazione.
"Batuffolo?"
"Che sfotti, pulce..." mi rimbeccò, usando il soprannome che mi affibbiava di rado Ruth. Secondo colpo al cuore.
"Tsk." disse poi, fissando un punto di fronte a noi. Portai lo sguardo in quello stesso punto, notando Adrian salire in macchina con altri due ragazzi della sua età. Che siano i suoi fratelli?
"Perché ce l'hai tanto con lui? Voleva solo fare amicizia! Non vive nemmeno qui, resta solo per le vacanze..."
"E tu ci hai creduto?" rise.
"Che vuoi dire?" chiesi confuso.
"Arrivaci da solo." fece un tiro alla sigaretta, una volta riuscito ad accenderla.
Ragionai sull'accaduto, ma non ci trovai comunque nulla di male. Ok, mi ero sentito a disagio parlando con Adrian, ma solo perché ero un ragazzo abbastanza timido ed insicuro, non perché mi sentissi minacciato o simili. Sarà stato lui a fraintendere tutto l'accaduto, e come al solito faceva scervellare me inutilmente! Sbuffai, decidendo di lasciare in sospeso il discorso, fino a quando non ricordai un particolare.
"Non hai smentito." sussurrai.
"Cosa?" mi chiese, fissandomi.
"Adrian ci aveva preso per una coppia. Mi ha definito tuo ragazzo...e tu non hai smentito." deglutii, avendo paura di rovinare quel momento di tregua.
Lui rimase in silenzio, espirando il fumo dalle sue labbra screpolate. Aggrottò le sopracciglia, in cerca di una risposta da darmi. Che non avesse nemmeno fatto caso a quella specifica frase?
"Eri geloso?" chiesi, provocandolo di proposito. Lui si bloccò, irrigidendosi.
"Che cazzo ti viene in mente?!" chiese con voce quasi stridula, guardandomi male.
"Oh, beh, hai lasciato che Adrian pensasse che stessimo insieme, e ti sei comportato come un compagno geloso che tenta di proteggere la sua dolce metà da un possibile flirt esterno."
"Stare di nuovo a contatto con tua sorella ti ha fottuto il cervello." mi rispose facendo un tiro dalla sigaretta.
"Allora illuminami, perché ti saresti comportato così?" gli chiesi con un ghigno.
"Quel tipo voleva attirarti unicamente per scoparti ben bene, con la tipica scusa che vive all'estero. Si sarebbe lavato le mani il giorno dopo, lasciandoti con un "riparto per Stoccolma, addio". Sei davvero così ingenuo dal credere che voleva semplicemente un'amicizia?" sputò fuori la verità ridendo.
Rimasi in silenzio, abbassando lo sguardo. Era quello il vero motivo? Ero stato visto come la preda ingenua di cui approfittarsi? Devo avercelo scritto in fronte. Mi ero persino ridicolizzato sostenendo qualcosa di assurdo. Geloso Zayn? Di me? Ma come diavolo mi è venuto in mente?! Gli sfilai la sigaretta fra le dita, portandomela alle labbra. Feci un lungo tiro, espirando ad occhi chiusi. Volevo sotterrarmi.
"Cosa dovrei dirti, quindi? Grazie?" ripresi parola con tono basso, riaprendo gli occhi.
"Di nulla, pulce." rispose ironico fissandomi, per poi riprendersi la sigaretta.
"ECCOVI QUA, BRUTTI COGLIONI COL CULO SFONDATO! VI HO CERCATI OVUNQUE! DOVEVATE AVVERTIRMI, GRANDISSIME TESTE DI PUZZOLA! SE NON VI AVESSI TROVATI, STATE PUR CERTI CHE VI AVREI LASCIATI QUI E STI CAZZI!" tuonò Ruth, sbucando alle nostre spalle.
"Hai comprato quel vestito?" le chiesi io, per niente toccato dalla ramanzina.
"Sì, e la commessa mi ha fatto anche lo sconto!" cinguettò lei felice, cambiando totalmente umore.
"Hai fatto bene a prenderlo, ti stava d'incanto! Dovresti mettere quello per Capodanno!" le consigliai, facendo un po' il ruffiano. Le liberai le mani da tutte le nostre buste, porgendone la metà a Zayn.
"Dici che è adatto? Ma sì, hai ragione, indosserò quello!" sorrise mia sorella, incamminandosi verso l'auto dopo averci dato un'occhiata indagatrice. Salì in auto, seguita subito da noi, dopo aver riposto le buste nel bagagliaio.
"Ruth?" la richiamò Zayn.
"Sì, Zeno?" rispose lei, guidando verso casa.
"Quel vestito ti ingrassa." rispose lui con un falso sorriso angelico, facendomi scoppiare a ridere.

You stood by me. || Ziam Mayne.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora