17.

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Il suo corpo avvinghiato al mio.
Il suo respiro mozzato dagli ansimi.
I suoi gemiti rumorosi.
La sua voce roca che invocava il mio nome.
La mia schiena ricoperta dai suoi graffi.
Le mie spinte.
I nostri baci.
"Liam..."
Dio, fateglielo ripetere.
"Liam..."
Ancora.
"Liam!"
Ancora una volta, Cristo.
"LIAM, DIO BUFALO!"
Aspetta, cos...?


Aprii gli occhi di colpo, sobbalzando per i colpi energici che rimbombavano contro la porta della mia stanza.
"LIAM JAMES PAYNE, SO CHE SEI SVEGLIO! ALZA IL TUO CULO FLACCIDO, STASERA VENGONO I TUOI AMICI FROCI A ROMPERE I COGLIONI, DOBBIAMO ANDARE A FARE LA SPESA!" urlò Ruth, scendendo rumorosamente le scale.
Deglutii, fissando la porta. Un secondo prima ero impegnato in un amplesso col mio fratellastro, ed ora mi ritrovavo nella mia stanza confuso come mai prima. Feci mente locale, aggrottando le sopracciglia.
Io.
Zayn.
Nella sua stanza.
Mi ero fatto coraggio.
Mi ero avvicinato a lui silenziosamente.
Stavo per baciarlo.
Si era reso conto qualche attimo prima di quello che stava accadendo.
Mi aveva tirato uno scappellotto.
Mi aveva stretto l'orecchio fra le dita buttandomi fuori dalla sua stanza.
Non era sceso a cena.
Non avevo cenato a mia volta.
E' stato tutto un sogno.
Passai una mano fra i capelli grugnendo esasperato. Tentai di calmare il battito furioso del mio cuore con respiri profondi, lenti. Come poteva essere stato tutto un sogno? Era così fottutamente reale!
Avvertivo il calore della sua pelle contro la mia, i suoi gemiti sussurrati al mio orecchio, la sua presa ferrea tra i miei capelli, la sua espressione contorta dal piacere.
Scostai il lenzuolo, poggiando successivamente i piedi per terra. Dovevo calmarmi e, soprattutto, dovevo calmare James, lì sotto.
E sì, James è il mio...amichetto - al di sotto della cintura, per intenderci.
Trovavo meno imbarazzante chiamarlo col mio secondo nome, ma mi sbagliavo. Non penso ci sia un modo meno imbarazzante per dire che ho una fottuta erezione pulsante tra le mie gambe, per colpa del pakistano.
Decisi di farmi una doccia fredda per tentare di risolvere il problema, ricordandomi anche delle parole di mia sorella.
Impiegai dieci minuti per lavarmi, ed una volta calmato, uscii fuori dalla doccia rabbrividendo. Mi vestii in fretta, asciugai i capelli tenendo alto il ciuffo con un po' di gel, e mi spruzzai un po' di profumo. Afferrai il cellulare, e mano a mano che scendevo le scale lo sbloccai per parlare meglio con i ragazzi. Non ricordavo ci saremmo dovuti vedere quella sera stessa.



Louis' POV
La sera precedente - dopo il "è andato via proprio qualche minuto fa, dopo aver ricevuto un messaggio" riferitomi da Liam - corsi a perdifiato per raggiungere la casa del mio ragazzo. Punto primo: Zayn mi aveva fatto capire quanto fossi stato idiota a non sistemare fin da subito le cose con Harry. Quest'ultimo aveva trovato il coraggio per chiedermi scusa dopo le sue azioni - dettate dalla semplice paura di perdermi - ed io avevo rovinato nuovamente tutto, non comprendendolo. Punto secondo: quale messaggio? Che fosse successo qualcosa di grave?
Ero, quindi, tremendamente in ansia, ma sapevo che niente sarebbe potuto andare storto:  avremmo avuto il tempo per chiarire tutto, e non me ne sarei andato fin quando non saremmo tornati i Larry di prima.
Soffocai una risata, osservando Harry dormire al mio fianco. Le cose andarono un po' diversamente, all'inizio, da come me le ero immaginate.
Arrivato fuori casa del riccio, mi ritrovai davanti una scena che mi fece gelare il sangue nelle vene.
Harry stretto nelle braccia di un altro ragazzo.
E non era un abbraccio amichevole, era uno degli abbracci da orso che riservava al sottoscritto. E non ero accecato dalla gelosia, i miei occhi vedevano ciò che realmente stava accadendo.
Il sorriso dolce di Harry, abbellito dalle mie amate fossette, rivolto ad un fottuto coglione - il quale gli schioccò un bacio umido sulla sua guancia.
E no, nessuno bacia fottutamente in quel fottuto modo il mio fottuto ragazzo, nemmeno sulla fottuta guancia!
In due falcate avevo percorso il vialetto ed avevo strattonato quel tipo, allontanandolo da Harry.
Lo osservai con occhi infuocati.
Era più alto di me di qualche centimetro, ma la sua corporatura non era imponente. Bene.
Un pugno ben assestato e questo muore con un trauma al cervello.
I capelli erano di un banale castano scuro, con un ciuffo riccioluto rivolto verso l'alto. Era la copia della copia della copia brutta di Mika. Gli occhi indagatori grigi, tendenti al verde, erano fissi sulla mia figura.
"Cazzo guardi?!" ringhiai.
"Louis!" mi richiamò Harry, allibito. "Che diamine fai?" continuò, ma alzai una mano verso il suo viso intimandogli di stare in silenzio, senza distogliere lo sguardo da "faccia da cavallo" che - una volta sentito il mio nome - aveva accennato un sorriso beffardo sul volto.
"E tu, quindi, saresti il famoso Louis! Harry mi ha parlato molto di te..." finalmente parlò, tendendomi la mano callosa.
"Io sono Nick!" si presentò, amichevolmente.
"E tu, quindi, saresti l'ignoto Nick. Harry non ti ha mai nominato." risposi, a denti stretti, rifiutando la sua mano. Nick la ritirò, per niente offeso, ridacchiando. Spostò lo sguardo verso Harry.
"Haz, nemmeno una parolina su di me? E questo è tutto il tuo affetto nei miei confronti?" 
"Non ho mai avuto modo di parlare di te, Nicky, fino ad oggi." si grattò la nuca Harry.
"Fino ad oggi, eh? E perché? Perché abbiamo litigato?!" lo accusai.
"Ma cos...? Che centra questo, ora?!" sbuffò il riccio.
"Finalmente puoi uscire allo scoperto col tuo amante, no? Da quanto va avanti questa storia, mh? Settimane? Mesi?"
"Amante?! MA COSA CAZZO STAI DICENDO?!"
"Certo che potevi scegliertene almeno uno decente! Che c'è? Ti piacciono quelli più grandi? Questo sgorbio avrà quarant'anni...ed è anche meno attraente di un lamprede!" affermai, spintonando l'interessato.
"LOUIS, MA SEI IMPAZZITO?!"
"Ho trentun'anni, non quaranta e..." provò a spiegare Nick, alzando le mani in segno di resa, ma lo interruppi. 
"TRENTUNO! MA DAVVERO TI FAI TROMBARE DA UN VECCHIO CON LA FACCIA DA CAVALLO?!"
"NON MI FACCIO TROMBARE DA NESSUNO, LOUIS! NICK..."
"DIO, SONO SOLO UN COGLIONE! ERO VENUTO QUI PER DIRTI CHE TI AMO DA MORIRE E CHE SONO STATO UN COGLIONE A NON ACCETTARE LE TUE SCUSE, MA I TUOI ERANO SOLO SENSI DI COLPA! MI FA PIACERE CHE ORA SIANO DEL TUTTO SCOMPARSI! PUOI FINALMENTE VIVERE LA TUA VITA CON LUI, AUGURI E FIGLI MASCHI!"
"NICK E' MIO CUGINO, BRUTTO DEFICIENTE!" 
Silenzio.
"Ah." sussurrai, dopo qualche secondo.
"E' tornato per le vacanze natalizie, non ci vedevamo da mesi, vive a Filadelfia." mi spiegò, incrociando le braccia.
"Ehm...io raggiungo zia al supermercato, eh! Voi chiarite con calma! Ciao, Louis, nessun rancore!" salutò con una mano Nick, il quale raggiunse ridendo la sua auto andandosene. 
"Harry, io..." provai a scusarmi, mortificato, ma lui mi zittì con una mano davanti al viso, come avevo fatto io con lui precedentemente. Si spostò lateralmente, indicandomi col braccio l'interno della casa. Entrai con sguardo basso, torturandomi le mani, ed una volta seguitomi e chiusosi la porta alle spalle, Harry avanzò verso le scale, per raggiungere la sua stanza, ed io lo seguii come un cucciolo di cane con la coda tra le gambe.
Chiusi la porta, ma non ebbi quasi neanche il tempo di girarmi, che Harry mi prese per le spalle, sbattendomi contro di essa. La chiuse a chiave, mantenendo lo sguardo fisso nel mio e, lentamente percorse le mani sul mio corpo, facendomi deglutire.
"Harry..." rabbrividii.
Una volta raggiunte le cosce, le fece intrecciare attorno al suo bacino, mantenendomi saldo fra lui e la porta. Le sue labbra catturarono subito le mie in un bacio audace in cui le nostre lingue si ritrovarono, dopo giorni di astinenza, e giocarono fra loro vogliose. Nell'esatto momento in cui le sue labbra catturarono le mie, il mio cervello si scollegò, i miei pensieri si annebbiarono, e tutto ciò a cui riuscivo a pensare era solo e soltanto Harry. Il bacio non fece che accrescere il desiderio comune di averne sempre di più. Le mie mani finirono presto fra i suoi capelli, le sue sul mio fondoschiena, il quale prese a palpeggiare facendomi mugolare nel bacio.
Strusciò la sua erezione sulla mia, creando frizione tra i nostri corpi, ed entrambi ci lasciammo sfuggire un gemito.
"Sesso riparatore?" mi chiese con un sorriso malizioso. In tutta risposta gli sfilai la maglia, percorrendo con la lingua il profilo delle sue clavicole, avido, calcolatore. Volevo assaporare di nuovo quel corpo fottutamente perfetto, volevo scoprirlo ancora una volta, volevo sentirlo mio per il resto della mia vita. Scesi lentamente al petto, stuzzicando con baci e morsi la pelle all'altezza dei tatuaggi raffiguranti le rondini. Lo sentii ansimare, sorreggendosi alla porta, ma, non contento, catturai con le labbra uno dei capezzoli, procurandogli brividi di piacere a cui rispose con un basso gemito roco. Era la visione più erotica ma allo stesso tempo angelica che io avessi mai visto. Il viso di Harry aveva tratti dolci, infantili, ma Dio. Allo stesso tempo impersonificava il sesso, con i muscoli tesi, la mascella contratta, l'espressione travolta dal piacere...doveva essere dichiarato illegale. Lo sentii armeggiare con la mia maglia, che gli permisi di sfilare, riappropriandomi, in seguito, delle sue labbra. Il bacio divenne ardente, bisognoso, e a seguire le nostre maglie furono i jeans. Strinsi il mio bacino al suo, causando gemiti da parte di entrambi, e presi a muovermi contro il suo corpo. 
"Ha-arry..." sussurrai, con fiato corto. Il mio ragazzo capì che non avrei resistito ancora per molto, così privò entrambi dei boxer, avvicinando due dita alle mie labbra. Lo guardai mentre percorsi la lingua tra l'indice ed il medio, per poi inglobarli entrambi nella mia bocca, incavando le guance. Leccai e succhiai le sue dita simulando un pompino, mentre con le mani percorrevo la sua schiena liscia e pallida.
"Cristo, Lou!" imprecò Harry, sfilando le dita, e con un mio cenno di assenso, le portò alla mia entrata, preparandomi come si deve per ridurre il dolore.
"S-ono pronto!" ansimai, aggrappandomi alle sue spalle, ed urlai quando entrò in me con una spinta decisa.
"Louis..." ansimò Harry,  entrando fino in fondo con un movimento deciso.
"CAZZO!" urlai, mordendogli la spalla.
"Sai riconoscerlo? In anatomia avrai il massimo dei voti..." mi sussurrò ironico all'orecchio, mordendomi il lobo, affondando in me con un'altra spinta.
"Vaff-AH-nculo!" gemetti, andando incontro ai suoi affondi come meglio potevo, vista la posizione.
Ma non poteva scoparmi sul suo comodissimo e fottutissimo letto matrimoniale?!
"DIO!" gridò il riccio, penetrandomi con maggiore forza.
"E tu dovr-esti avere il massimo dei voti in religi-OH-ne..." ansimai, quando morse con forza la parte sensibile del mio collo. Era il mio punto debole ed Harry ne era a conoscenza...e sapeva anche quando approfittarne.
"Spiritoso..." sorrise sulla mia pelle, marchiandomi con una scia di succhiotti, aumentando la velocità degli affondi. Urlai a pieni polmoni quando riuscì a raggiungere la mia prostata.
"Oh, sì, ancora Harreh..." gemetti, inarcando la schiena. Lo sentii ringhiare dal piacere e prese a spingere con foga, succhiandomi il labbro inferiore. I nostri corpi presero a muoversi nuovamente in sincrono, frenetici. Il riccio intrecciò le mani con le mie, e con le ultime spinte decise, entrambi raggiungemmo l'orgasmo, lui dentro di me, ed io fra i nostri corpi.
 "Sei venuto qui per dirmi che mi ami da morire, mh?" sussurrò con voce roca, baciandomi la pelle alla base del collo. Sospirai chiudendo gli occhi.
"No, Harry...ho sbagliato." gli risposi, tentando di regolarizzare il respiro. Si allontanò di poco, permettendomi di guardargli il viso.
Cristo.
Le labbra rosse e gonfie, gli occhi lucidi di una tonalità più scura, lo sguardo serio post-orgasmo. Gli scostai un ciuffo ribelle dalla fronte, e sorrisi, col battito accelerato.
"Non ti amo da morire...ti amo da vivere." sussurrai, accarezzandogli il labbro inferiore col pollice.
Harry si aprì in un sorriso tutto fossette che mi fece sciogliere il cuore. Come poteva questo angelo essere mio? Cos'avevo fatto per meritarmelo?
"Anche io, Lou. Dio, se ti amo da vivere!" mi rivelò, regalandomi un bacio pieno di sentimento, di amore sincero. Tenendomi ancora in braccio, mi portò sul letto dove mi ripulì con cura abbandonandosi, poi, alle coccole.
Harry era tutto per me, e sapeva dimostrarmi in qualunque momento quanto fossi speciale per lui, ed ero sempre più convinto che fosse lui la mia persona. Chissà se lui era consapevole di quanto lo amassi io...ma avrei fatto tutto ciò in mio potere per renderlo sempre felice, dimostrandoglielo ogni giorno.
"Lou?" mi chiese, ad un tratto, accarezzandomi i capelli.
"Mh?" riuscii solo a rispondere, assonnato.
"Cos'è un lamprede?"
Risi.

You stood by me. || Ziam Mayne.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora