"Lei è...?" chiesi confuso all'uomo che aveva bussato poco dopo l'uscita di Zayn da casa. Questo era di bassa statura, calvo su quasi tutto il capo eccetto ai lati e sulla nuca, in cui comparivano capelli ingrigiti quasi del tutto rasati. Aveva occhiali spessi posti sulla punta del naso rincagnato, della barba accennata dello stesso colore dei capelli, ed una valigetta stretta nella mano sinistra.
"Sono il Dottor Lehmann, mi ha chiamato il signor Tomlinson per conto di Zayn Malik." mi spiegò lui, grattandosi la nuca.
"Oh, prego, entri pure!" mi scansai per farlo entrare.
"Ti ringrazio...sei tu, Zayn?" mi chiese, appoggiando la valigetta a terra per sfregarsi le mani.
"No, signore, io sono Liam. Zayn è il ragazzo che è appena uscito! Le posso offrire un tea per riscaldarsi?" gli indicai il divano.
"Volentieri, grazie, Liam!" sorrise, sedendosi accanto ad Harry.
"Salve dottor Lehmann!" salutò il riccio.
"Harry, è un piacere rivederti!" gli sorrise il dottore.
"Vi conoscete?" chiesi sorpreso, servendo il tea in tre tazze. Bevvi un sorso dalla mia, per poi prendere posto accanto al riccio.
"Bernhard è il medico di Louis, ed ha curato, spesso, anche la mia famiglia!" mi spiegò Harry, sorridendo.
"Li conosco da quando erano in fasce - ridacchiò Bernhard, bevendo un sorso di tea - per questo Louis mi ha detto che sei stato tu a tirare un pugno a quel ragazzo..."
"Sono stato uno stupido impulsivo...ero accecato dalla rabbia." sospirò Harry mortificato, rigirandosi la tazza fra le mani.
"Suvvia, Harry, cos'è quel muso lungo? Nessuno è mai morto per un pugno sul naso!" rise il medico.
"Ma se fosse rotto? Non mi sono nemmeno scusato." chiese Haz preoccupato, sentendosi in colpa.
"Ne dubito, se fosse rotto non avrebbe sanguinato in quel modo, Louis mi ha già spiegato la situazione a telefono, non preoccuparti!" lo tranquillizzò Bern.
"E se fosse rotto, non credo che Zayn sia così stupido da uscire senza preoccuparsene..." aggiunsi io. Harry annuì, tentando di convincersi, poi prese il telefono quando questo lo avvisò di un messaggio. Lo lesse velocemente e si aprì in un sorriso.
"Oh, finalmente è arrivato! Devo proprio andare, scusate! Lee ti chiamo stasera, arrivederci Bern!" salutò frettolosamente il riccio per poi scappare via.
"Quel ragazzino è una tempesta!" rise il medico.
"Confermo!" ridacchiai io.
"Non vorrei disturbarti ulteriormente, Liam, per cui vado!" aggiunse, per poi alzarsi.
"Oh, ma si figuri! Ci terrei che Zayn si facesse visitare...se non ha altri appuntamenti potrebbe aspettarlo qui! Almeno per restare al caldo!" tentai di convincerlo. Ero preoccupato per il naso del pakistano, nonostante immaginassi che non fosse rotto...è solo che avrei voluto saperlo con certezza. Tutto qua.
"Non ho altri impegni, per oggi, e se non do fastidio...vorrà dire che aspetterò volentieri il ragazzo!" sorrise bonariamente, osservandomi.
"La ringrazio..." sorrisi di rimando io.
"Liam?" mi richiamò Hazel dal piano di sopra, scese le scale venendomi incontro, sorridendo, con delle lenzuola tra le braccia. Presi le lenzuola sorridendo, appoggiandole poi sulla poltrona.
"Hazel, ti presento il dottor Lehmann! Dottore, lei è Hazel Everette, la domestica." presentai i due.
"E' un piacere dottore...Liam caro, non ti sei sentito bene?" chiese Hazel preoccupata.
"Oh, no, non preoccuparti, è per Zayn..." mi grattai la nuca.
"Il signorino Zayn?" chiese sorpresa e notai un velo di preoccupazione nei suoi occhi.
"Già...aehm...lunga storia! Ma non credo sia nulla di grave...mhp...ti serviva un aiuto?" chiesi tentando di cambiare discorso.
"Oh, no, caro. Volevo avvertirti che ho pulito le stanze del piano di sopra e mi son permessa di cambiare anche le lenzuola del tuo letto!"
"Sei stata gentilissima, Hazzie, ti ringrazio!" sorrisi. Il cellulare prese a suonarmi, per cui mi scusai con i due raggiungendo la cucina.
"Nello!" sorrisi, rispondendo.
"Odio tua sorella." sentii in risposta, risi.
"Ciao anche a te!"
"Scusa, Leeyum, è che davvero non la sopporto! Stavo passeggiando con Josh per...cioè...noi...insomma io e Josh passeggiavamo tranquilli NORMALMENTE, COME ABBIAMO SEMPRE FATTO, e quella vipera ci ha placcato in mezzo alla strada! Ci sta esasperando da ore! Ci ha raccontato di tutto quello che è successo dall'ultima volta che ci siamo visti...E TI RENDI CONTO CHE NON LA VEDIAMO DA SEI MESI?!"
Risi per il suo tono isterico, notando comunque il suo strano modo di porsi nel raccontarmi cosa stesse facendo. Che stessero tramando qualcosa quei due? Ci mancava solo una loro marachella!
"Aiutaci, ti prego!"
Sospirai, sapendo quanto fosse rompipalle Ruth in quei casi, quindi decisi di aiutarlo nel modo migliore in cui potessi farlo.
"Riferisci a Ruth che ho delle novità!"
"Novità? Che novità?" mi chiese, cambiando tono di voce. Distinsi la sua solita curiosità ed un accenno di malizia.
"Hai parlato con Haz, eh?" sbuffai.
"L'ho chiamato poco fa per chiedergli se poteva venire con la sua auto a salvarci da Roo, ma mi ha spiegato la situazione...tutta la situazione. Sai che ha la bocca larga!"
"Ti spiego tutto poi, Nello, vuoi liberarti di mia sorella sì o no?" sbuffai. Dannato Cuppy frog.
"Giusto, giusto..." lo sentii poi riferire a mia sorella la frase che gli avevo consigliato. Seguirono attimi di silenzio, qualche parola biascicata che non riuscii a capire, e qualche altro secondo dopo, finalmente, Nello riprese a parlarmi.
"Sei un genio, Payno! Sta tornando a casa...grazie!" esultò.
"Piccolo, allora andiamo da Nando's?" chiese una terza voce, che riconobbi come quella di Josh.
Piccolo?
"Oh, sì, ti prego! Ho una fame da lupi...Leeyum ora vado, ci vediamo una sera di queste, eh!" attaccò, senza darmi neanche il tempo di salutarli. Con un'alzata di spalle riposi il telefono in tasca, tornando in salotto. Trovai il dottor Lehmann ed Hazel parlare animatamente fra di loro, ridacchiando complici.
Tossicchiai divertito, avviandomi all'ingresso di casa, una volta sentito il campanello. Che fosse già Ruth? Quanto aveva guidato veloce, quella pazzoide?
"Ho dimenticato le chiavi, nerd." entrò Zayn, una volta aperta la porta, senza nemmeno guardarmi.
Nerd? Era tornato alle prese in giro?
"Ciao, Lee, Harry è qui?" chiese Louis, spuntando dietro le spalle del moro.
"No, Lou, è andato via proprio qualche minuto fa, dopo aver ricevuto un messaggio!"
"Oh...capisco. Vado da lui, allora! Ciao ragazzi!" ci salutò, andandosene.
"A quanto pare lo hai fatto rinsavire, quindi tutto ok?" chiesi, chiudendo la porta.
"Non sono cazzi tuoi, mammina." mi rispose a tono.
Ma cosa diamine gli prendeva? In questi giorni mi pareva che fosse iniziata una sorta di tregua fra noi, sembrava andasse tutto bene, sembrava fosse tutto normale tra noi. Parlavamo, scherzavamo. Mi era sembrato che stessimo iniziando ad instaurare un rapporto - qualunque esso fosse. Cos'era cambiato, in così poco tempo? Che l'episodio della sera precedente avesse rovinato tutto? Che volesse farmelo presente solo ora? Che mi fossi soltanto illuso di vedere una reazione positiva?
"Provocalo" riecheggiava la voce di Ruth nella mia testa.
Deglutii.
Non ero abbastanza per lui? Mi ero solo dimostrato ridicolo ai suoi occhi?
Lo fissai, mentre riponeva sigarette e chiavi nell'apposita mensola. Strinsi i pugni, decidendo di non demordere. Potevo farcela.
"In salotto c'è il dottor Lehmann, ti ha aspettato per visitarti...o vuoi che lo faccia io al posto suo?" chiesi, con voce lenta, guardandolo dalla testa ai piedi.
"Cosa?!" chiese, voltandosi verso di me allibito.
Mi avvicinai pericolosamente a lui, sfiorando delicatamente il suo naso col mio.
"Più che una mammina, potrei essere un perfetto daddy per te...non ti eccita come idea?" soffiai sulle sue labbra sorridendo malizioso. Strofinai i nostri nasi lentamente e fui grato di non aver intravisto nessuna smorfia di dolore sul suo viso. Non gli faceva male, ottimo.
"Payne, ti do un calcio in culo se non la smetti con questa storia." deglutì il moro.
"Io col tuo culo ci farei altro, Malik." affermai deciso, stringendolo al muro alle sue spalle. Lo tenni saldo a me col braccio sinistro, per evitare bruschi movimenti da parte sua, mentre con la mano destra scesi lentamente al suo fondoschiena. Strinsi con decisione la natica sinistra, inumidendomi le labbra. I suoi occhi si sgranarono sorpresi, e sarebbe stata la mia stessa reazione, se non fossi così preso dalla provocazione in atto. Gli morsi la punta del naso, e sorrisi soddisfatto sentendolo ansimare. Cercò invano di spintonarmi, in primis perché non ci mise troppa forza nello spingermi, in secundis perché non glielo avrei permesso.
Era chiaramente combattuto fra ragione e volontà. La sua mente gli imponeva di smetterla, di prendere le distanze...ma il suo corpo mi desiderava, mi pregava di continuare, mi pregava di smetterla con quei giochetti.
"Lo vuoi anche tu, Zayn..." sussurrai con voce roca sulle sue labbra, tracciandone il contorno con la lingua. Strinsi il mio corpo al suo, assuefatto dal suo profumo virile. Non c'era più traccia di insicurezza od indecisione nelle mie azioni. Lo volevo, dannazione. Volevo ogni fibra del suo essere.
Come fa una persona ad essere così fottutamente perfetta? La sua carnagione olivastra, le sue ciglia lunghe e scure, i suoi occhi magnetici, la sua corporatura esile ma allenata, i suoi molteplici tatuaggi ad abbellire il suo magnifico corpo...
Chiuse gli occhi, schiudendo le labbra. Si era arreso alle mie attenzioni, l'istinto e la volontà stavano prevalendo sulla ragione. Ne approfittai lasciandogli una scia di baci lungo la mascella, il mento, risalendo fino al labbro inferiore. Volevo assaporarmi ogni secondo, ogni dettaglio del suo viso, delle sue reazioni.
Era mio.
In quel momento, era mio.
"RIECCOMI!" urlò Ruth, rientrando in casa.
Ci allontanammo immediatamente l'uno dall'altro come scottati. Io deglutii, col cuore impazzito, incapace di formulare un saluto, Zayn scappò in salotto, trovando nel medico una buona scusa per starmi lontano.
"...Ho interrotto qualcosa?" chiese mia sorella osservandomi, poggiando il cappotto sull'appendiabiti.
Io annuii soltanto, comunicandole con lo sguardo che se continuavo così, ci avrei rimesso le penne - ed il cuore.
"E MA CHE CAZZO, TU PROPRIO ORA DOVEVI MUOVERE IL CULO?!" urlò Ruth, alzando le braccia al cielo. Io sgranai gli occhi tappandole la bocca e la trascinai di sopra, urlando uno "scusate!" verso il salotto. Una volta chiusi in camera mia, le diedi uno scappellotto.
"Ma cosa cazzo ti passa per il cervello?! Ma ti rendi conto delle figure di merda che mi fai fare?!"
"Leeyum, non è colpa mia se il tuo cervello in mezzo alle gambe si è risvegliato ora! E poi non sembra sia una figura di merda solo per te, fratellino, visto che il kebabbaro sta dentro questa storia tanto quanto te! Maaa...cos'è che ho interrotto di preciso?" mi chiese con sorrisetto furbo.
"Stavo per baciarlo." mi gettai sul letto, portandomi il cuscino sul viso, coprendomi fino al naso.
"Stavo per baciarlo, Roo..." ripetei, con voce più bassa, premendo maggiormente il cuscino sulla testa. Stavo per riappropriarmi di quelle fottute labbra che mi avevano dato il tormento fino a quel momento, sarebbe bastato così poco per farmi riavere quella sensazione. Sarebbe bastato così poco per farmi godere nuovamente il suo sapore.
"Capisco, Lee..." sospirò Ruth, per poi raggiungermi sul letto.
"Stavi per fargli un pompino." disse in tono finto affranto.
"MA SEI IMBECILLE?!" le tirai il cuscino in faccia.
"Calmino - ridacchiò - stavi facendo il depresso, volevo solo sdrammatizzare un po'!"
"Ti odio." sbuffai.
"Odi solo il non poter fare, col tuo belloccio, del sano e puro ses-..."
"OK, SPARISCI, RUTH, VAI A PREPARARE LA CENA, VISTO CHE TUA MADRE E YASER NON TORNANO!" la spinsi fuori.
"Eddai, ci pensa Hazel, io voglio sfotterti un po'!" rise.
"Hazel! ... Bernhard! ... Zayn!" corsi giù in salotto, una volta ricordatomi di loro."Perfetto, Zayn, il tuo naso sta benone! E' solo un po' violaceo, ma con questa pomata il livido svanirà fra qualche giorno. Se ti fa male, mettici un po' di ghiaccio, allevierà il fastidio!" gli consigliò Bernhard, porgendogli la pomata.
"La ringrazio, dottor Lehmann." annuì Zayn, alzandosi per stringergli la mano.
"Di nulla, figliolo! Ora vado...arrivederci, Hazel." sorrise alla donna.
"Arrivederci Bern!" rispose lei, arrossendo lievemente. Lanciai uno sguardo malizioso a Zayn, ma quest'ultimo evitò accuratamente di guardarmi. Una volta andatosene il medico, il moro scomparve nella sua stanza.
"Hazel, mi aiuteresti a preparare la cena?" chiese in tono dolce mia sorella, rifilando a me un occhiolino. Le sorrisi, capendo che volesse offrirmi l'opportunità di prendermi quel fatidico ed agognato bacio, e corsi di sopra, in direzione della stanza del moro. Niente mi avrebbe fermato, a questo punto.
Aprii la porta senza bussare, trovandolo a petto nudo di fronte allo specchio, mentre si spalmava attentamente la pomata sul naso.
"Ma che cazzo si crede di fare? Ma si crede figo? Da quando in qua prende posizioni in questo modo?! Ma cosa vuole? Io non...non sono frocio, Cristo. No, non lo sono." lo sentii sussurrare al suo riflesso.
Entrai del tutto nella stanza, chiudendomi silenziosamente la porta alle spalle, e presi ad osservarlo in silenzio. Il fisico asciutto, gli addominali accennati, le gambe leggermente divaricate, fasciate perfettamente da skinny jeans neri strappati, la smorfia sul suo viso mentre sfiorava il naso con le mani unte di pomata...
"Non scopo da mesi, ecco qual è il problema. Devo solo trovarmi una strafiga da scopare." annuì convinto, richiudendo il tubetto. Fu quello il momento in cui lo raggiunsi, posizionandomi alle sue spalle.
"O magari, devi solo trovare un buon tubetto di lubrificante in modo da farti scopare." sussurrai sulla sua spalla destra, prima di baciarla, intrecciando le mie braccia sulla sua vita. Sobbalzò, alzando di scatto lo sguardo verso lo specchio, e restò sbigottito nel vedermi lì, accanto a lui. Deglutì, tentando di allontanarsi, ma non glielo permisi.
Non questa volta.
"Oh, andiamo Zaynie...dov'eravamo rimasti?"
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You stood by me. || Ziam Mayne.
FanfictionL'essere più insignificante al mondo? Zayn Jawaad Malik. L'essere più decerebrato al mondo? Zayn Jawaad Malik. L'essere più ignorante al mondo? Zayn Jawaad Malik. L'essere più rompicoglioni al mondo? Zayn Jawaad Malik. L'essere più schifoso, viscido...