10.

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Ero estremamente felice del fatto che mia sorella fosse tornata prima dal college, mi era mancata da morire ed ora potevamo recuperare il tempo perso...
"PIGRONE CHE NON SEI ALTRO, ALZA QUEL BRUTTO CULO MOSCIO CHE TI RITROVI DAL LETTO! SONO LE 12:30, VUOI PASSARE TUTTO IL GIORNO A POLTRIRE?!" urlò, entrando come un razzo nella mia stanza. Scostò bruscamente le tende, facendomi accecare dai raggi del sole.
...Ma, certe volte, mi rendeva impossibile sopportarla.

Sbuffai, stropicciandomi gli occhi.
"Sei una rompicoglioni, Ruttho." sbuffai, tastando il comodino alla ricerca del telefono. Avevo davvero dormito così tanto? Sbadigliai, ancora stanco, riuscendo a prendere il mio cellulare, e stropicciandomi gli occhi lo sbloccai.
"RUTH, BUGIARDA CHE NON SEI ALTRO, SONO LE 08:30!" le urlai stizzito, tirandole addosso un cuscino - il quale, ovviamente, venne scansato prontamente.
"Un'ora in più, una in meno, che vuoi che sia! Su, su, alzati, è una così bella giornata!" mi rimbeccò di nuovo, sfilandomi le coperte di dosso. Rabbrividii dal freddo improvviso.
"SONO LE OTTO E MEZZA DEL MATTINO, IDIOTA! PURE IL SOLE STA ANCORA DORMENDO!"
"Risparmia 'ste cazzate, a prima mattina le tue battute sono più tristi del normale! Ti è per caso venuto il ciclo? Sei troppo polemico!" mi prese in giro, uscendo dalla mia stanza per andarsene in cucina.
"Ti odio!" le urlai dietro.
"Fottiti, Payno!" mi rispose, facendomi sorridere. Era come tornare alla normalità ed alla quotidianità di un tempo. Che volesse mirare a questo, Ruthie, svegliandomi presto?
Sospirai, alzandomi del tutto. Feci una doccia veloce, vestendomi poi con una semplice maglietta a mezze maniche bianca e pantalone della tuta. Sistemai i miei capelli con del gel e raggiunsi mia sorella in cucina per fare colazione.
"Hazzie ha preparato i cornetti!" cinguettò felice mia sorella addentandone uno, quando mi vide.
Risi, regalando un bacio sulla guancia alla donna.
"Gentilissima come sempre, a che ora ti sei svegliata per prepararli?" chiesi, un po' dispiaciuto del fastidio procurato alla dolce domestica.
"Liam caro, non preoccuparti, mi sono alzata poco fa! Avevo preparato l'impasto ieri sera, li ho soli messi nel forno stamattina! Mi dispiace non aver fatto in tempo, portandovi la colazione a letto..." sospirò la donna.
"Hazzie, non ce n'era bisogno, sul serio! Sono ottimi, devi insegnarmi a farli!" le sorrise Ruth, avendo già preso confidenza. Hazel sorrise sincera, promettendo di farli con lei la mattina successiva.
"Lee, tu non mangi?" mi chiese Ruth.
"Mh, ho lo stomaco sottosopra, prenderò solo un po' di caffè!" le risposi, versandomi il liquido in una tazza.
"Giusto, giusto, tu non fai mai colazione...perfetto, allora! Il tuo me lo mangio io!" mi avvisò mia sorella, parlando con la bocca piena.
"Lo avresti mangiato comunque!" risi, dandole un buffetto sul naso. A volte sembrava lei la sorella minore, ed io il maggiore, amavo il nostro strano rapporto.
"Dettagli..." mi rispose lei, facendomi la linguaccia, cosa che fece ridere Hazel.
"Buongiorno." ci interruppe una voce roca ed assonnata.
"Buongiorno, signorino Zayn. Posso offrirle qualcosa? Un cornetto e del caffè?" gli chiese Hazel in modo formale. Mi accigliai. Gli dava del "lei"? Signorino Zayn?
"Del caffè andrà bene, signora Everette." rispose lui, sedendosi al fianco di mia sorella. Hazel eseguì l'ordine in silenzio, porgendogli successivamente la tazza con un sorriso tirato.
"Hazel, tu hai fatto colazione?" chiesi gentilmente, bevendo un sorso del mio caffè zuccherato.
"Oh, sì, io...sì, grazie Liam!" mi sorrise, a disagio.
Avevo capito che Zayn la mettesse in soggezione, ma non pensavo fino a questo punto. Il moro la guardò - capendo la situazione - e le indicò la sedia di fronte a lui.
"Accomodati pure, Hazel. Mi passeresti un cornetto, per favore?" chiese gentilmente, lasciandoci spiazzati. Hazel - uscendo dalla breve trance - si aprì in un sorriso sincero, annuendo con vigore. Prese uno dei cornetti riusciti meglio, porgendolo al moro su un piattino.
Zayn le sorrise ringraziandola, per poi dare un piccolo morso al cornetto. Sgranò gli occhi per qualche secondo, assaporando il boccone, e mi sorpresi nel vederglielo finire in soli altri due morsi senza strozzarsi.
"Mai mangiato un cornetto più buono!" si complimentò il pakistano, pulendosi le labbra con un tovagliolo. Lo guardai sorridendo. Era questo lo Zayn che avrei voluto vedere sempre. Gentile, educato, a modo. Poche volte apriva il suo cuore alle persone facendo vedere il vero se stesso, come se, ormai, fosse abituato ad indossare una maschera quotidianamente.
"Oh, grazie signor-..."
"Zayn - la interruppe lui - solo Zayn!" disse sorridendo.
"Zayn..." ripeté la donna, sorridendo felice. Notai i suoi occhi inumidirsi, e capii che fosse la prima volta che la trattava come se fosse una di famiglia.
"Da quanto lavori qui, Hazel?" domandò curiosa mia sorella.
"Da vent'anni, Ruth!" sorrise Hazel, sparecchiando la tavola con il mio aiuto.
"E TU TI SEI FATTO CHIAMARE SIGNORINO TUTTO IL TEMPO?! MA CHI TI CREDI DI-...?!" iniziò mia sorella, venendo poi interrotta dalla mia mano pressata sulla sua bocca. La sua improvvisa sparata mi fece sgranare gli occhi e fece immobilizzare Hazel. Conoscevo il caratteraccio di Zayn, ormai, ma quello che più mi preoccupava, era che Ruth non aveva peli sulla lingua. Sarebbe sicuramente iniziata una guerra fra i due.
"Divertente giudicarmi, per una che si chiama Ruttho." rispose lui ironico, sorprendendomi ancora una volta.
"Divertente giudicarmi, per un gay ingenuo! Dieci a uno che farai il passivo!"
"Ruth!" la richiamai io, sbiancando.
"Che c'è? E' vero!" si difese lei sbuffando, incrociando le braccia al petto.
"Non.sono.frocio." disse soltanto lui, a denti stretti, scappando poi in camera sua.
"Ruth, ma che cazzo ti è venuto?!" la rimproverai, una volta soli.
"A me nessuno, sarà lui ad avere un cazzo in culo che lo farà venire."
"MA CHE NE HAI FATTO DI MIA SORELLA?! COS'E' TUTTA QUESTA MALIZIA?!"
"Oh, quante storie! Piuttosto preparati, andiamo a fare shopping natalizio!" saltellò lei, battendo le mani.
Sbuffai, tornando nella mia stanza. Era inutile discutere con lei, si sarebbe comunque comportata come se non fosse successo nulla. Ruth è sempre stata una ragazza testarda, ed ogni volta finiva per intestardirsi con le cose più assurde, e non sono mai riuscito a farle cambiare idea fino ad ora.
Aprii l'armadio, scegliendo come completo da indossare una camicia a quadri rossa e nera ed uno skinny jeans nero. Mi vestii in fretta, cercando poi il mio telefono, avendolo sentito vibrare. Lo sbloccai, trovando un messaggio da parte di Niall.
"Nello il cicciobello
Signor Payne, le scrivo perché seriamente preoccupato riguardo il suo stato d'animo! La pregherei di farsi vivo una volta ogni tanto...a parte scherzi, Payno, come stai? Se non mi dici la verità, ti scaglio contro il mio barboncino!"
Risi.
"Nello, non devi preoccuparti. Né tu, né gli altri dovete farlo! Giuro, sto bene, davvero! Od almeno lo sono ora...è tornata Ruth, sai? Finalmente ho in casa qualcuno che mi ama per ciò che sono!"
"Nello il cicciobello
Leeyum, ma è fantastico! Salutamela, e dille che voglio la rivincita a Monopoli, un giorno di questi!"
Scesi le scale, riportando a mia sorella le parole del biondo.
"Tsk, gli piacerebbe! Ti farò il culo un'altra volta, biondo tinto!" ghignò Ruth guardandosi allo specchio.
Ruotai gli occhi. Ormai aveva perso tutta la sua grazia e la sua gentilezza.
"Ha detto testuali parole: "Ti farò il culo un'altra volta, biondo tinto!"
Sempre fine ed aggraziata, lo so! Mi sta anche obbligando ad andare con lei a fare dello shopping natalizio! .-.
Ci sentiamo dopo, Nello! "
"Nello il cicciobello
A dopo, Leeyum! "
"LEE, TI SBRIGHI?!" mi richiamò Ruth.
"Arrivo, arrivo!" sbuffai, raggiungendola fuori casa. Mi bloccai, notando il moro accanto a lei.
"Mi ha obbligato." giustificò la sua presenza, il pakistano, con un'alzata di spalle.
"Ruth." sbuffai. Perché obbligarlo, se non voleva stare in mia compagnia?
"Lui vuole venire, ma è un orgoglioso del cazzo...peggio di te!" disse lei, con tono abbastanza allusivo, salendo al posto del guidatore.
"Ma è sempre stata così tritamaroni?!" chiese stizzito il moro, guardando l'auto con astio. Non hai superpoteri, Malik. Non puoi dare fuoco all'auto con il tuo solo sguardo...non può, giusto?
"No macché, è stato il college a peggiorare così il suo caratterino!" risposi, infine, sbuffando. Mi avviai all'auto, salendo poi accanto a mia sorella. E realizzai solo in quel momento che ci eravamo rivolti la parola come fossimo dei normali amici. Deglutii. Quanto vorrei ricominciare tutto da capo fra noi. Vorrei che si comportasse così ogni giorno e che mi trattasse come se non fosse accaduto nulla fra noi.
Sentii Zayn aprire la portiera, per accomodarsi sui sedili posteriori, dietro di me. Mi spostai leggermente sul sedile, a disagio.
Leeyum, lo ha fatto per non stare dietro a tua sorella, calmati...come se fosse facile. La sua vicinanza, ormai, era totalmente devastante per me. Da quando erano iniziate le vacanze natalizie, me lo ritrovavo in casa ogni giorno per tutto il giorno. Niente scuola, niente corso di arte. Louis passava tutto il suo tempo con Harry, ed essendo l'unico amico di Zayn, quest'ultimo non usciva nemmeno a svagarsi con lui. All'inizio passavo tutto il tempo in camera mia, ed avendo il bagno comunicante con essa non uscivo mai. Ma dal ritorno di Ruth passavo tutto il tempo fuori dalla mia stanza e ci incrociavamo spesso. Non mi guardava mai negli occhi, ed io ero ancora scosso dal fatto che considerasse il nostro bacio un errore, quindi non facevo nulla per convincerlo del contrario.
"...ed infine cioccolata calda! Va bene, Liam? Liam...? Mi stai ascoltando?!" sbuffò Ruth.
"Eh?" chiesi, voltandomi verso di lei. Ero talmente sovrappensiero che non avevo sentito nulla.
"Io mi chiedo se ci sei di tuo così coglione o ti ci impegni proprio per esserlo!" roteò gli occhi Ruth.
"Si vede che è una caratteristica di famiglia, allora!" sbuffai io, dandole un pizzico sul braccio.
"Ahi, stronzo! Dicevo, e stavolta stammi a sentire: compriamo i regali per i nostri genitori, ovviamente anche per quelli di Zayn, poi passiamo a comprare qualcosa per me - devo rimodernare il mio guardaroba, capiscimi - ma anche qualcosa per te - ti vesti da pezzente, capiscilo - e, se vuole, si prende qualcosa pure il gay ingenuo lì dietro!"
"Hey!" la guardò male l'interessato, a braccia conserte.
"Poi devo anche prendere qualcosina alle mie amiche di corso, ed una volta finite tutte le commissioni, pensavo di andare a berci una cioccolata calda. Ci state?"
"Guidi tu, siamo obbligati a fare quello che vuoi, purtroppo." dissi io, accendendo lo stereo.
"Acuta osservazione, pulce!" rise mia sorella.
"Povero me..." sussurrò Zayn - intuendo l'inferno che passeremo quel pomeriggio - facendo ridere anche me.

You stood by me. || Ziam Mayne.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora