Zayn's POV
"Io, però, lo ammetto, Zayn. Ammetto di avere un'autostima inesistente, ammetto di essere troppo insicuro di me stesso, ammetto di pensare sempre a tutto negativamente, ammetto di vivere costantemente nell'ansia, ammetto di amare persone del mio stesso sesso, ammetto di tenerci a te, ammetto di volerti nella mia vita come compagno, ammetto di non fottermene un cazzo della nostra situazione familiare, ammetto di essere terrorizzato dal giudizio della gente, ammetto anche di fare piuttosto schifo caratterialmente, visto che tiro fuori gli artigli solo quando mi innervosisco, ammetto di essere un totale disastro per molteplici situazioni, ma almeno sono in pace con me stesso. Tu puoi dire lo stesso di te?"
Io potevo dire lo stesso di me?
Lo guardai, avvertendo un peso formarsi all'altezza del mio cuore. Perché riusciva sempre a scalfirmi sui miei punti deboli? Perché non poteva tornare il nerd sfigato che alla mia sola vista abbassava lo sguardo intimorito cambiando stanza? Perché non poteva odiarmi e lasciarmi stare? Perché mi pesava tanto la situazione con Adrian? Perché la sua sola presenza mandava a puttane il mio cervello? Perché cazzo si aspettava qualcosa di positivo da me? Perché non riuscivo a lasciarmi andare? Perché mi salivano i sensi di colpa quando lo trattavo freddamente? Perché stavo cambiando atteggiamento nei suoi confronti?No.
Non potevo ripetere le sue parole.
No.
Non ero in pace con me stesso, non lo ero mai stato e mai lo sarò. Non riuscivo a sbloccarmi, a cancellare il passato andando avanti.
Era Drake colui che mi spronava a migliorare, l'unica figura che contasse realmente nella mia vita. Era Drake a tenermi testa, a mandarmi a fanculo, ad aiutarmi.
E sapevo che, anche se avessi fatto amicizia con altri, nessuno avrebbe mai preso il suo posto, ma mi sentivo comunque costantemente in colpa.
In colpa per non esserci stato per il mio migliore amico.
In colpa per essere in vita, quando lui era a due metri sotto terra.
In colpa per non essere riuscito a convincerlo a restare in silenzio ancora un po'.
In colpa per non avergli trasmesso abbastanza forza dal resistere.
In colpa di aver permesso ai suoi genitori di essere dei totali bastardi.
In colpa di non essere coraggioso come lui, prendendo di petto la situazione e pagandone le conseguenze a testa alta.
In colpa di avere al mio fianco persone che lo mettevano momentaneamente in secondo piano. Ed io non potevo permettere che accadesse ancora. Non volevo sbiadire il suo ricordo, non volevo persone al mio fianco che mi facessero sentire a casa, perché sarebbe ingiusto.
Era sempre stato Drake la mia casa, la mia famiglia. Mi aveva accettato nonostante il gran pezzo di merda che ero, ed io non avrei potuto essergliene più grato. Non volevo ripagarlo così: andando avanti.
Perché il punto era questo. Non volevo andare avanti, non volevo sopraffare il dolore, non volevo avvicinarmi ai ragazzi, a Liam. Per me era giusto restare solo, per me era giusto soffrire, perché soffrire mi faceva ricordare Drake. Soffrire mi consolava, mi rendevo conto del fatto che lui un tempo era vivo ed era mio amico.
Guardai Liam con le lacrime agli occhi. Come potevo abbandonare questi sensi di colpa? E chi mi dava la certezza che lui sarebbe sempre rimasto al mio fianco? Chi mi assicurava che tutti loro avrebbero capito?
Lui in primis non aveva colpe del mio comportamento, aveva sempre cercato di avvicinarsi a me, ma non glielo avevo mai permesso pienamente. Come potevo, quindi, rassicurarlo su qualcosa che non avevo ancora chiarito con me stesso? Dovrei semplicemente prendere un respiro profondo, parlargli delle mie paure e godermi la sua presenza? Dovrei affidarmi completamente a lui? Alle sue cure? Al suo affetto? Mi avrebbe guarito?
"Lasciami stare, Liam." sussurrai.
No.
Non avrebbe potuto fare nulla, per me.
Non avrei mai abbandonato le idee contorte che mi affollavano la mente, quindi perché farlo intestardire ancora di più? Perché farlo soffrire maggiormente?
Quante volte lo avevo sentito piangere, per colpa mia? Quante volte ero andato nella sua stanza, una volta addormentato, per accarezzargli i capelli per sdebitarmi? Come se avesse potuto essere abbastanza. Mi sentivo così in colpa, per tutto, verso tutti, ed era più forte di me. Agivo senza pensare, e non potevo continuare così.
"No. Non voglio lasciarti stare, porca miseria!" strinse i pugni.
"Liam, smettila, non capiresti!"
"NO! - urlò, quasi - Smettila tu! Smettila di fare il "bello e dannato", smettila di chiuderti in te stesso, smettila di allontanarmi dalla tua vita, smettila di crogiolarti nel dolore, smettila di essere il finto prepotente che pensa solo a se stesso, smettila di pensare di non essere capito, smettila!"
"Liam..." scossi la testa.
"No, Zayn! Questa volta parlo io!" mi spinse sul letto, facendomi sedere su di esso in malo modo. "Mi sono stancato! Ho sofferto, e non poco, nella mia vita. Sono nato morto, ho un solo fottuto rene, ed ho passato, a causa di questo, diversi problemi. A quattro anni, mentre gli altri bambini giocavano insieme al parco, io andavo ripetutamente in ospedale, e della mia infanzia ricordo solo quelle fottute pareti bianche. Tralasciando la salute, sono stato vittima di bullismo per anni, ho dovuto sopportare non solo un forte dolore fisico, ma anche dolore emotivo, che deduco sia peggio. Mi hanno mandato da uno psicologo per tre anni, per evitare che mi venissero complessi di inferiorità, e mi hanno iscritto a boxe per farmi crescere l'autostima, oltre che per autodifesa. Al mio fottuto sedicesimo compleanno non venne nessuno, nonostante fossi sempre stato gentile con i miei compagni di classe e, cosa altamente imbarazzante per me, un ragazzo mi rifiutò per ben ventidue volte. Infine, la mia stessa madre mi sta facendo pentire di essere nato, perché non riesce ad accettarmi per come sono. Questo per dirti: apri gli occhi. Tutti affrontano problemi, gravi o stupidi che siano. Tutti hanno affrontato una perdita, tutti hanno sofferto per qualcosa a cui tenevano, che hai tu in più rispetto a loro? Non vincerai un premio per aver sofferto più degli altri, quindi smettila di considerarti un'eccezione, smettila di voler apparire forte, menefreghista ed indistruttibile. So che soffri, so che la perdita di Drake ti ha devastato, so che ti vengono ancora i complessi per questo, ma te lo spiegai già una volta, Zayn. Nessuno vuole prendere il suo posto, e non vogliamo obbligarti a nasconderlo nell'angolo più remoto della tua mente. Ci farebbe piacere conoscere Drake, ci farebbe piacere se tu ti aprissi con noi, perché non c'è niente di meglio che avere persone con cui confidarsi quando niente ti sembra andare per il verso giusto. Ci sarà sempre qualcuno che capirà come ti senti, ci sarà sempre qualcuno che ti stringerà forte la mano, e tu, Zayn, hai ben cinque mani a sorreggerti. Louis, Harry, Niall, Josh ed io non ti lasceremo andare.
Dio, guarda me! Per quanto io possa essere debole, per quanto io possa cadere in basso, per quanto io possa arrendermi facendomi del male, per quanto io possa sentirmi sbagliato, inutile, non essenziale...io so che non sarò mai solo, anche quando mi capita di sentirmi tale. Perché lo ammetto, è così che io ho la forza di affrontare tutto: affidandomi alle persone che mi amano, sentendo il loro affetto, rendendomi conto che non mi lasceranno mai e poi mai affondare nell'oblio. Esigo, quindi, che tu faccia lo stesso, Malik. Affidando il tuo cuore a me, a noi." mi guardò intensamente negli occhi, asciugandomi col pollice una lacrima solitaria che, senza accorgermene, era scesa lungo il mio viso.
"Ti odio, Liam. Odio il modo in cui riesci a sottomettermi." abbassai lo sguardo, sentendomi scoperto.
"Ed io odio quando basta un passo indietro per cancellare i cento fatti nella mia direzione." mi sussurrò.
"Mi sento così in colpa." mi aggrappai alla sua mano, ancora appoggiata al mio viso.
"Non devi. Hai fatto il possibile per lui, hai chiamato subito l'ambulanza, gli hai stretto la mano fino all'ultimo. Tu non ne hai colpe, Zayn. Sei rimasto sempre al suo fianco ed è ciò che conta."
"Perché la vita è così ingiusta?" appoggiai la fronte sulla sua spalla, liberandomi dalle lacrime trattenute. "Perché proprio lui? Mi manca, mi manca tanto."
"Lo so, Zee, lo so." mi sussurrò cullandomi. "Ma sono cose che non possiamo controllare. Dobbiamo conviverci...il dolore esige di essere vissuto."
"Oh, Cristo. Stai citando "Colpa delle stelle"? Sul serio?" sbuffai, allontanandomi da lui per asciugarmi il viso con la manica della sua felpa.
"Lo conosci?" mi chiese sorpreso.
"Waliyha mi obbligò a portarla al cinema, al tempo." roteai gli occhi.
"Waliyha?" mi chiese confuso.
"Mia sorella." risposi, beandomi della sua espressione sorpresa. Era parecchio buffa, con la bocca a forma di "o" e gli occhi strabuzzati. Ridacchiai.
"D-da quando hai una sorella?" mi chiese, sbattendo più volte le palpebre.
"Ne ho tre, veramente. Doniya che ha venticinque anni, Waliyha che ne ha diciotto, e la piccola Safaa di tredici anni."
"HAI TRE SORELLE?! PERCHE' LO SCOPRO SOLO ORA?"
"Perché non ti ho mai permesso di conoscermi." sospirai, torturandomi le mani.
"Zayn..."
"Mi scuso per questo, Liam. So che mi sono comportato malissimo con te in passato e che ancora oggi ti faccio saltare i nervi...ma sii paziente." mi morsi il labbro.
"Mi stai dicendo che..."
"Voglio provarci, Liam. Magari un domani mi peserà di nuovo tutto sulle spalle e ti manderò a cagare per questo, ma voglio fidarmi di te." confessai.
"Puoi anche mandarmi all'inferno, Zayn, non mi importa. Ti starei comunque accanto. Sempre."
"Ti verrei comunque a riprendere, Payne. - sorrisi - So che lo farai."
"Vieni qui." aprì le braccia, una volta sistemato sul letto accanto a me, ed io non potei evitare di tuffarmici dentro, facendoci cadere all'indietro sul materasso.
Aveva ragione Niall sui suoi abbracci. Mi sentivo protetto, svuotato dalle mie ansie ed insicurezze, mi sentivo bene, accettato, capito. Era il potere di Liam: far star bene le persone in sua presenza. Ed in quel momento, fra le sue braccia, col suo profumo dolce ad invadermi le narici, e la sua mano fra i miei capelli, capii che avrei dovuto proteggere quel ragazzino da ogni pericolo esterno, perché era troppo buono per questo mondo e meritava la felicità più di chiunque altro.
Ecco perché dovrò fare in modo che quel tizio sposti le sue riprovevoli attenzioni da un'altra parte. Liam era mio.
"Allora...ti va di parlarmi delle tue sorelle?" spezzò il silenzio, dopo qualche secondo.
"Mh...Doniya, Waliyha e Safaa sono rimaste con mia madre Trisha a Doncaster."
"DONCASTER?" urlò sgranando gli occhi.
"Cazzo ti urli?! E comunque sì, pensavo lo sapessi! Vivevo a Doncaster, prima di trasferirmi a Bradford con mio padre per via del suo lavoro..." gli spiegai. "Solo io l'ho seguito qui a Bradford, perché spera che un giorno prenda io il comando dell'azienda come suo erede. Ovviamente ha lasciato libera scelta alle mie sorelle, ma loro hanno preferito restare accanto a mia madre. In realtà a me non interessano gli affari, e trovo che sia più adatta Doniya, in quanto ha sempre dimostrato interesse per ciò che faceva nostro padre. Spero che un giorno entrambi se ne rendano conto, perché non mi ci vedo proprio in giacca e cravatta dietro una scrivania per il resto della mia vita."
"Concordo..." ridacchiò il castano al mio fianco, ricevendo un pizzico sul fianco.
"Non interrompermi più!" lo minacciai scherzosamente.
"Oh, mi scusi sua maestà, continui la prego..." mi sorrise, facendomi riappoggiare il capo sulla sua spalla.
"Dicevo, plebeo...tutte e tre sono di una bellezza particolare, more con occhi castani. E' il tratto distintivo della nostra famiglia - ridacchiai - ed ovviamente il più bello sono io!"
"Ed anche il più modesto, aggiungerei..."
"Payne..." risi.
"Okay, okay, non ti interrompo più..." ridacchiò.
"Non ci teniamo molto in contatto, è come se il divorzio dei miei avesse creato una crepa anche fra noi. Ho provato a chiamarle ogni weekend, in modo da non intromettermi nei loro studi o nel lavoro...ma dopo neanche due minuti trovavano una scusa per interrompere la chiamata. Ormai è...un mese, circa, che non le sento. Credi mi abbiano chiamato per sapere che fine ho fatto?"
"E non hai mai provato a parlarne con loro di questo disagio?" mi chiese intrecciando le nostre mani.
Lo guardai accigliandomi.
"Oh, giusto. Sei un tipo silenzioso, tu!" roteò gli occhi.
"Ehi, ti sto parlando ora, pulce. Abbi rispetto!"
"Sei anche permaloso? Lo aggiungo alla lista dei tuoi difetti!" rise.
"Lo sei anche tu, però." gli feci notare.
"E dovrei farne una lista, secondo te?"
"Magari ne scriviamo una in comune. "Ziam's Defects", che te ne pare?" proposi con nonchalance, guardandolo con la coda dell'occhio.
"I-i difetti degli Z-Ziam?" sgranò gli occhi balbettando. Risi.
"Niall parla anche con me, sai? Ci...com'era quel termine? Mh, shippa?"
"Oh Dio." si nascose il viso col cuscino, facendomi ridere di più. "Sei in imbarazzo, Payne?"
"Oh, sta zitto!" mi minacciò, con la voce ovattata a causa del cuscino.
"Non zittirmi!" gli feci il solletico sui fianchi, facendolo quasi cadere dal letto.
"Come mai Doncaster ti ha scombussolato, prima?" chiesi, poi, cambiando discorso. Mi sdraiai a pancia in giù sul materasso, scostando il cuscino dal suo viso arrossito. Mi guardò, indeciso se dirmelo o meno.
"E'...la mia fuga. Doncaster è il mio appiglio da anni."
"Spiegati." aggrottai le sopracciglia.
"Da quando feci coming out la situazione con mia madre stava degenerando non poco, quindi iniziai a risparmiare soldi per poter intraprendere un viaggio in una città che mi facesse iniziare tutto da capo. Doncaster fu la mia scelta, mi affidai al caso. Mi sono informato su tutto: costo del viaggio, prezzi di vari appartamenti, zone da visitare, metro...a casa ho il barattolo quasi del tutto pieno, ormai."
"Mh." mi grattai la barba con l'indice.
Se dovesse intraprendere sul serio quel viaggio, non interromperà i contatti con me, giusto? Cazzo, non poteva andarsene proprio ora che avevo iniziato a fidarmi di lui tanto dal parlargli di me. Era un pensiero egoista, me ne rendevo conto, ma mi ero affezionato a quel bamboccio. Gli avevo aperto il mio cuore, e non poteva abbandonarmi così, non quando potevo godermi la sua presenza. Non potevo impedirgli di fare quel viaggio, la vita era sua e come tale era libero di fare le sue scelte...ma io volevo farne parte. Volevo dannatamente far parte della sua vita, della sua quotidianità...volevo recuperare il tempo perso.
Ma, ragionandoci, poteva scegliere una qualunque città di qualunque Stato, no? Eppure il caso decise per lui la mia città natale. Quindi, anche se partisse, io lo seguirei. "Nostalgia di casa" come scusa potrebbe andar bene, no? Lo guardai, accennando un sorriso.
"Cosa?" mi guardò sospettoso, con quegli occhietti da cerbiatto.
"Potremmo chiamarlo destino, Payne?" gli chiesi, notando il suo sguardo illuminarsi. Come se avesse fatto il mio stesso pensiero. Accennò un piccolo sorriso imbarazzato, poi abbassò lo sguardo facendo spallucce.
"Destino sia, Malik."*****
Hi, guys!
PARTO CON LO SCLERARE PERCHE' IO VI ODIO CIOE' VI AMO TANTO CIOE' MI FATE PIANGERE CIOE' VI AMMAZZEREI CIOE' VI STRITOLEREI CIOE' VI COCCOLEREI CIOE' ODDIO VI RENDETE CONTO CHE SONO ARRIVATA A TREDICIMILA VISUALIZZAZIONI?! SE FARE L'IDIOTA IN QUESTA MANIERA FUNZIONA, SARO' IDIOTA PER SEMPRE (non che mi debba sforzare per questo lol)!!!
T R E D I C I M I L A !
13MILA!
VOI SIETE PAZZI, MA IO AMO I PAZZI QUINDI AW AMO VOI! GRAZIE, GRAZIE, GRAZIEEEE!
*Bree torna in te*
Aehm, sì. Dicevo.
Son così felice che questa storia vi abbia preso, e che, nonostante le mie insicurezze su ciò che scrivo, io riesca comunque a trasmettervi qualcosa. Per me è surreale...bello, ma surreale. BELLISSIMO, ma surreale. FAVOLOSO AIUT VI AMO, ma surreale.
Ah, prima che me ne dimentichi: volevo rendervi partecipi del fatto che ho aperto da qualche settimana un fake! Mi chiamo "Riley Mayne Gomez" (come foto profilo ho Selena Gomez fra gli Ziam), ed ovviamente, solo se vi va, potreste inviarmi la richiesta (così vi stalkero, MUHAHAH)!
Al solito vi chiedo scusa per eventuali errori, spero non siano presenti ma potrebbero comunque essermi sfuggiti, ripeto che vi adoro un sacco eeeee...alla prossima, unicorni!
All the love,
Bree. xx
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You stood by me. || Ziam Mayne.
FanfictionL'essere più insignificante al mondo? Zayn Jawaad Malik. L'essere più decerebrato al mondo? Zayn Jawaad Malik. L'essere più ignorante al mondo? Zayn Jawaad Malik. L'essere più rompicoglioni al mondo? Zayn Jawaad Malik. L'essere più schifoso, viscido...