«Non si possono proprio togliere, eh?» chiese Ary, facendo scorrere una mano sulle bende di Emma, prima sul collo, poi sulla clavicola...
Lei si rigirò a pancia in su, per permettere alle sue dita di errare liberamente sul petto fasciato e lo guardò, studiando con amore il suo volto imbambolato. «Avevo capito tu non gradissi i miei "eccessi di massa grassa"» disse, sogghignando.
Il ragazzo piegò la testa di lato. «Hanno un loro fascino, nel complesso.»
«Nel complesso?»
«Stanno bene sul tuo corpo.»
Emma gli prese il mento tra le dita, attirando lo sguardo di lui sul suo. «Hai appena ammesso che ti piace il mio corpo.»
Ary inarcò un sopracciglio. «Mi sembrava di avertelo dimostrato ampiamente.»
«Lo sai, sono lenta ad apprendere le cose.»
«Ho capito, dovrò riiniziare daccapo.»
«Se non sei stanco...» lo provocò lei.
In tutta risposta Ary le si mise sopra, trafiggendola con i suoi occhi rossi. «Non sono mica umano, io.»
Emma rise e gli prese il volto tra le mani, baciandolo sulle labbra, ma al posto di sentirlo sciogliere le parve sempre più rigido. Inarcò un sopracciglio, staccandosi. «Che ti...»
Lui le mise un dito sulle labbra e si voltò di scatto verso la porta della camera che avevano occupato.
Il legno cigolò sui cardini mentre Tie entrava di getto nella stanza. «Ragazzi!» proruppe il metà-marziano, correndo verso di loro.
Emma si strinse istintivamente ad Ary, nascondendo il proprio corpo nudo con quello dell'altro. Ary ringhiò così cupamente da sembrare sul punto di fare a pezzi l'amico.
«Oh!» esclamò l'intruso, appena ebbe messo a fuoco la situazione nella penombra che dominava la stanza.
«Fuori» intimò Ary, con un tono che non ammetteva alcun tipo di replica.
Tie ubbidì immediatamente, girando i tacchi e uscendo. «Muovetevi, devo farvi vedere una cosa!» lì ammonì, appena si fu chiuso la porta alle spalle.
Ary chiuse gli occhi e appoggiò la fronte su quella di Emma, che ridendo gli accarezzò una guancia.
«Ho delle buonissime notizie!» aggiunse Tie dopo poco, sempre più emozionato.
«Se sono buone lo decido io, tu devi solo sperarlo» sentenziò deciso Ary, alzandosi da quella carcassa di letto che avevano rinvenuto e aiutando poi Emma a fare lo stesso.
«Voi non avete idea di cosa ho trovato» continuò l'alieno, mentre i due all'interno della stanza si rivestivano. «È incredibile, sul serio.» Ary fissava la porta con puro astio mentre si chiudeva la cintura dei pantaloni neri. Emma gli si accostò appena ebbe finito di infilarsi la sua salopette di jeans trovata fra le macerie del palazzo in cui erano. Ary la guardò sconsolato e lei, ridendo, gli baciò una guancia mettendosi sulle punte. «Ragazzi andiamo, non è il momento di fare porcate.»
Il mutaforma strinse i denti. «Dimmi che posso ucciderlo» mormorò con odio.
Emma gli pizzicò un braccio. «Cane cattivo.» Poi aprì la porta e Tie la investì con un sorriso raggiante.
«Forse possiamo passare dal 27 al 54%!»
L'alieno li condusse in cima al grattacielo in cui si erano appartati, li fece poi rientrare in C0 e, percorrendo un'infinità di corridoi, scale, e ponti in rovina, li portò infine in una stanza priva di luce, in cui regnava l'odore di muffa e il gelo più totale. Emma incrociò subito lo sguardo di Zerx che se ne stava seduto per terra in un angolo circondato da alte pile di fogli ingialliti alla luce di un piccolo neon abbandonato sul pavimento. Al centro della stanza c'era Diux in piedi vicino a una grossa lamiera e, con una sorta di piede di porco, provava a sollevarla. A una distanza tale da non infastidirlo ma da poterlo comunque osservare attentamente c'erano Kaunis e Alayeara che non si perdevano nessun movimento del loro amato Scavii.
«...Quindi?» domandò Ary, guardandosi intorno con le braccia incrociate sul petto nudo.
Diux nel sentire la sua voce alzò subito la testa e lo guardò. «Ehi orecchie a punta, vieni a renderti utile.»
Ary sbuffò di disappunto, ma andò lo stesso nella direzione dello Scavii, seguito da Emma e Tie.
«Potremmo averti trovato un alleato...» sussurrò il metà-marziano all'orecchio dell'umana, che a quelle parole trasalì.
«Cosa?!»
Tie annuì, affrettandosi subito a spiegare. «Stavo riparando tutti gli errori nei sistemi di C0 quando ho notato che erano stati fatti tramite un algoritmo così random, da non essere un algoritmo! Allora ho scandagliato tutti i registri e... bum! Eccolo lì, un software pensante.»
Emma corrugò la fronte. «Non ho capito nulla di ciò che hai detto.»
L'alieno dimenò le mani per aria, agitato ed emozionato al tempo stesso. «In pratica quello che volevamo farti fare è già successo! Fu un essere umano a mandare a puttane tutta C0, e gli Scavii per arginare i danni congelarono tutto quanto, abbandonando la città e dicendo che era stato un errore di calcolo per insabbiare l'accaduto!»
Emma rimase in rispettoso silenzio ad apprendere la cosa. Osservò distrattamente Diux passare ad Ary il piede di porco indicandogli la lamiera scura fissata nel terreno. Il ragazzo si gettò alle spalle la sbarra e afferrò con due mani la piastra a terra, era ben ancorata da viti grosse quanto i suoi pugni, ma due metri quadri di metallo, per quanto ben saldati, non potevano nulla contro la forza di un mutaforma. La sradicò con facilità, rivelando agli increduli occhi dei presenti ciò che celava.
Emma cadde in ginocchio sul perimetro della superficie che aveva occupato fino a quel momento la lamiera, in cui ora spiccava un alto strato di ghiaccio leggermente fluorescente e dentro di esso... «Mio Dio...» I suoi occhi si incrociarono con quelli spalancati di un uomo congelato. La scarsa luce e il ghiaccio che li separavano non le permisero di vedere esattamente i suoi lineamenti, ma riuscì comunque a cogliere la bocca spalancata in un urlo di pura rabbia. «Ma è vivo?» domandò, inquietata.
«Il suo cuore non batte» osservò atono Ary, poggiando due dita sul ghiaccio.
«Tecnicamente parlando, è morto stecchito da quasi due secoli» spiegò Tie. «Eppure, in un certo senso, è vivo. Ha preso possesso di C0, anche se non è molto consapevole. Comunque, deve essere un tipo simpatico, dopo due ore che lavoravo sopra dei file me li ha riscritti riempiendoli di insulti in binario.»
Emma sospirò, incapace di distogliere lo sguardo dallo sconosciuto congelato. «In che modo dovrebbe essermi d'aiuto?»
«No dico, mi hai sentito? Hai un tuo simile, incazzato nero, che è diventato una specie di virus delle tecnologie Scavii. Tu devi solo parlarci e indirizzarlo nei punti giusti.»
«E come faccio?»
Diux sbuffò. «Ma per la miseria, sei una donna, un modo per convincerlo a fare quello che vuoi lo troverai sempre.»
Emma alzò lo sguardo e fulminò lo Scavii e le due aliene che ridacchiavano alle sue spalle. «Genio, sarò un ammasso di fuffa dentro alle vostre stupide macchine, è già tanto se capisce che sono una femmina.»
«In realtà,» prese nuovamente la parola Tie, «essendo un piano fondato sulle vostre menti atto a estrarvi energia mediante emozioni forti, credo che avrete i vostri corpi. Cioè sarà il centro del vostro subconscio, quindi sarete realmente voi. Sarai più te stessa di quanto lo sei adesso.»
«Ma...» mormorò Emma, confusa. Guardò Ary in ricerca d'appoggio e lui ricambiò il suo sguardo, tranquillo. «Fai qualsiasi cosa serva per convincerlo a collaborare.»
«Ma...»
«Emma,» la voce di Zerx li sorprese tutti, facendoli girare nella direzione dello Scavii, che continuava placidamente a leggere fogli e a scartarne altri, «ricordati che tu sei viva, lui no. Lui può fare tutto quello che vuole, non cambierà la sua condizione: è e sarà per sempre bloccato lì. Tu no, tu puoi tornare indietro, quindi, lasciati dare questo sconsiglio spassionato:» si voltò a guardare l'umana dritto negli occhi, «sfruttalo più che puoi.»
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L'umana dal passato
Ficção CientíficaI suoi occhi rossi la fissavano da dietro le sbarre, preoccupati. Era la prima volta che lo vedeva in quello stato, la situazione gli era sfuggita di mano e non gli piaceva affatto. «Non farti uccidere, mi servi viva.» A quel punto non sapeva se rid...