Capitolo 10 - Parte 2

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Sentì chiaramente i suoi movimenti al piano di sotto, non sembrava intenta a scappare, quindi, se la prese comoda pure lui. Scese le scale, passò il corridoio e arrivò alla stanza da cui provenivano quei rumori. La porta era aperta, lei non si era nemmeno degnata di chiuderla, forse aveva capito quanto fosse inutile cercare di tenerlo lontano con delle pareti? La vide in piedi, con le spalle rivolte alla porta intenta a cercare qualcosa in uno scaffale. Ary entrò nella stanza e ringhiò profondamente per annunciarsi. Lei si girò di scatto, aveva paura sì, Ary lo poteva fiutare chiaramente, ma sul suo volto c'era disegnato uno strano sorrisetto. Notò che teneva uno strano oggettino fra le mani, ma lui non sapeva minimamente cosa fosse. Non mi piace.

«Che ne dici di un po' di Eau de Parfum?» domandò lei, ghignando.

O de... Eh?

La vide avvicinarsi e provò l'irrefrenabile istinto di scappare, ma come poteva, LUI, l'Alfa, il Cacciatore dei cacciatori, arretrare di fronte a quella creaturina a cui avrebbe potuto spezzare il collo con una sola mano? Lei alzò un braccio puntandogli contro lo strano oggetto, Ary le afferrò il polso di scatto, ma non fu abbastanza veloce: dallo strano oggetto scaturì una strana sostanza nebulizzata che gli aggredì il muso.

Quella cosa era... che cos'era? Gli si infiammarono le narici con un solo respiro, gli occhi gli si riempirono di lacrime e in bocca sentì un sapore così disgustoso da farlo tossire. Voleva staccarle la mano e mangiarsela, ma tutt'a un tratto non aveva nemmeno più la forza di reggersi in piedi. Cadde a terra in ginocchio, mentre il suo corpo mutava senza il suo controllo. Tossiva e starnutiva senza sosta, intossicato da quella strana sostanza.

«Bravo così, a cuccia.» Lei rise, anche se lui non capì nulla di ciò che aveva detto e non gli interessava capire, voleva solo che qualcuno gli staccasse le narici e gliene desse di nuove.

Sentì dei passi, sicuramente erano arrivati i rinforzi di quella strana creatura e lo avrebbero fatto a pezzi... Voleva rialzarsi, combattere, ma non ne aveva le forze.

«Visto? E tu che credevi che non avrei mai steso nessuno della tua razza!» Quella stronza sembrava abbastanza soddisfatta di sé... Perché non l'aveva uccisa quando ne aveva avuta l'occasione?

Uno dei due nuovi arrivati nella stanza si chinò a guardarlo nel volto, e gli ci volle nemmeno un secondo per riconoscerla. Eev... Provò imbarazzo e felicità allo stesso tempo, la sorella era viva e sembrava stare perfettamente bene, ma avrebbe preferito non lo vedesse mai in quelle condizioni. Era molto, molto imbarazzate.

«Brava,» commentò Eev, rialzandosi, «ma potevi evitare di stendere mio fratello

«Tuo fratello?»

«ARYYYYYYY!»

Tutto, ma non questo. Il cucciolo si era disteso in terra per guardarlo nel volto, emanava felicità da tutti i pori e Ary avrebbe voluto volentieri farlo a pezzi. Già farsi vedere dalla sorella in quelle condizioni era imbarazzante, da un cucciolo poi! Il naso stava iniziando a guarire, per lo meno non si sentiva più frastornato come prima, cercò di sedersi in qualche modo a terra, giusto per non sembrare del tutto sconfitto. Quando rialzò lo sguardo sulla strana creatura notò che essa lo studiava con curiosità. «In effetti vi assomigliate» valutò, guardando poi Eev, che se ne stava in piedi accanto lei e la guardava da sua pari.

«Qualcuno mi spiega che è successo?» domandò la sorella, guardando prima la femmina poi lui.

La femmina alzò le spalle. «Mi sono svegliata e lui era lì che voleva mangiarmi.»

Eev guardò sconcertata Ary, che, tossendo per l'ennesima volta, si schiarì la voce. «Non volevo mangiarla» puntualizzò, offeso. Anche se ora ne aveva una mezza intenzione, a dire il vero...

«E che ci facevi accanto al mio letto, al buio, in versione mostro?»

«Cercavo di capire cosa tu fossi.»

«Tentando di uccidermi?» La vide portarsi una mano alla nuca.

Lui si portò istintivamente una mano al naso, dopo quella giornata era certo che non avrebbe mai più avuto il suo fiuto sopraffino. «Hai iniziato tu.»

Eev pose fine al battibecco alzando le braccia. «Ok, non importa, state entrambi bene, è questo quello che conta.» Guardò i due sperando che avessero recepito il messaggio, poi si soffermò sul fratello, chinandosi per poterlo guardare negli occhi. «Ary, quanto è distante il branco da qui? Ce la facciamo a raggiungerli entro sera? Seta non ha la forza di camminare tutto il giorno.»

Ary alzò lo sguardo su Seta, che ricambiò l'occhiataccia. «Lei non la voglio vedere nemmeno a un chilometro di distanza dal mio branco.»

«Cosa?!» sbraitò Eev, calorosamente contrariata. «Ma che stai dicendo? Ci ha aiutati a fuggire sani e salvi, non la abbandonerò mai!»

Se aveva davvero aiutato sua sorella allora le doveva un favore, ma le doveva anche una gamba rotta, come minimo. Sbuffò.

«Sei davvero un...» iniziò Seta, ma Eev andò prontamenre a tapparle la bocca con una mano.

Pure Ary si alzò in piedi, finalmente in forze, e scansò brutalmente la sorella. Quella femmina era la metà di lui, per guardarla negli occhi doveva chinarsi, eppure, essa ricambiava il suo sguardo con lo stesso furore. Nessuno si era mai permesso di guardarlo in quel modo. Ringhiò a poche spanne dal suo naso. «Finisci la frase» sibilò a denti stretti, era così arrabbiato che avrebbe potuto staccarle la testa a morsi, ma il suo istinto si rifiutava. Perché la creatura più fastidiosa della terra doveva proprio essere una femmina fertile? Perché? Cosa aveva fatto di male lui nella vita per incontrarla?

«Un tipo simpatico» proseguì lei, ironicamente, senza smettere di guardarlo dritto negli occhi.

«Lei resta qui, voi venite via con me» sentenziò Ary, voltandosi.

Eev gli si parò davanti. «Ary ti prego!» Anche il cucciolo si unì alla sorella, guardandolo implorante. «Non voglio separarmi da lei...»

Ary incrociò le braccia. «Non voglio creature pericolose intorno alla mia famiglia.»

«Ma non è pericolosa!» Eev lo guardò come se fosse pazzo, poi lo aggirò, per andare da Seta. «Seta prometti guardandolo negli occhi che non farai del male a nessuno del branco.»

Ary, che era rimasto volutamente fermo nella sua posizione, sentì chiaramente la strana creatura sbuffare, qualche secondo dopo se la trovò di nuovo davanti a fissarlo stizzita. «Ti prometto che non farò mai del male a nessuno di voi e mi scuso per quello che ti ho fatto, non sapevo chi tu fossi e avevo paura.» Le sue parole erano sincere, anche se leggermente risentite, ma non importava. Si era scusata, tanto bastava; per lui, quelle parole erano come un inchino.

«Può venire con noi» sentenziò, scansandola con un braccio e uscendo dalla stanza. «Andiamo.»

Bli iniziò a saltellargli intorno, aggredendolo con la sua felicità.

Mentre si allontanava dalla stanza udì sua sorella e l'altra farneticare qualcosa, poi sentì Eev chiamarlo. Si fermò e si voltò indietro, la sorella gli rivolse uno sguardo implorante. «Seta chiede se puoi vestirti.»

Ary aggrottò le sopracciglia. Che razza di richiesta era? «Perché?»

«Perché le dà fastidio vederti nudo...» mormorò Eev.

Ary guardò il suo corpo privo di ogni tipo di velo, cosa mai poteva darle fastidio? Lì per lì era tentato di accettare la richiesta, a lui non cambiava proprio nulla, poi, ripensò a tutto ciò che quella femmina gli aveva fatto.

Le dava fastidio vederlo nudo? Bene. Non si sarebbe mai più vestito. «Se ne farà una ragione.»


L'umana dal passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora