Raimundo era sceso a cenare quando tutta la locanda era vuota, non voleva avere tutti gli occhi puntati su di lui e nemmeno sentire tutti i commenti che diceva la gente, Emilia gli aveva lasciato pronto un piatto di stufato ed era andata a dormire.
Stava tornando dai campi come era ormai abituato a fare da settimane e, come sempre, entrò alla Villa dalla porta di servizio. Senza proferire parola si avvicinò a Francisca, che stava lottando con una tortilla, e la abbracciò da dietro dandole un bacio sul collo - "Buona sera amore.." - lei si rilassò nel sentire il suo abbraccio e sorrise - "Mi sei mancato tanto oggi.." - la baciò ancora - "Anche tu" - Francisca spostò la padella dal fuoco, onde evitare di bruciare la cena. Già non era il massimo, se poi si fosse anche bruciata... Si girò verso di lui e gli sorrise innamorata.
"Ti amo tanto Raimundo, come farei senza di te? Senza tutte le tue attenzioni, i tuoi baci..." - ne approfittò per baciarlo e poi si abbracciò a lui mentre Raimundo la circondava con le braccia accarezzandole la schiena.
"Non potrei essere più felice, Francisca, ho sempre sognato di tornare a casa e trovarti a..."
"A cosa, Raimundo Ulloa?" - disse separandosi di colpo e fingendosi arrabbiata - "A prepararti la cena?" - lui scoppiò a ridere e la riavvicinò a sé attraendola per la vita - "No, ad aspettarmi e dirmi che ti ero mancato." - Francisca si unì alla sua risata e portò le mani dietro al suo collo mentre lui le baciava quello splendido sorriso. Dopo qualche minuto Raimundo ruppe l'abbraccio - "Devo dedurre che la cena si sia rivoltata contro di te" - disse osservando il disastro che c'era in quella stanza.
"Non prenderti gioco di me! Sai benissimo che non so cucinare..." - fece una faccia triste (come quella di una bambina che desidera un regalo ma nessuno glielo vuole comprare) a cui lui non seppe resistere e le diede un tenero bacio sulla guancia - "Non era mia intenzione piccola mia, posso esserti utile?"
"Mi aiuti a cucinare!?" - chiese lei tra lo stupito e l'entusiasta
"Certo! Altrimenti a cosa serve un locandiere?" - Francisca lo guardò divertita e stava per rispondergli ma lui la precedette - "No Francisca, non a quello che stai pensando tu"
"Ah no?" - rise di gusto - "Peccato..." - si girò verso i fornelli - "Un vero peccato" - le rispose lui sussurrandole all'orecchio - "Ho un'idea per mostrarvi le mie abilità, signora. Venite con me." - prese per mano Francisca e la fece accomodare su una sedia - "Ed ora guardate" - prese una delle patate che erano rimaste sul tavolo e la tagliò velocemente a cubetti. Francisca lo guardava divertita - "Vi faccio i miei complimenti, ma permettetemi di aiutarvi cavaliere..." - si alzò dalla sedia e gli portò la padella.
"Volete imparare a tagliarle? Io vi potrei insegnare molto volentieri.."
"Se per voi non è un disturbo.."
"Nessun disturbo potrebbe provocarmi l'insegnare ad una signora bella come voi, prendete" - le porse il coltello. Francisca iniziò a tagliare ma lui si mise dietro di lei e, appoggiando la sua mano sopra la sua, le fece vedere il movimento da fare.
Un rumore lo fece tornare alla realtà, era qualcuno che bussava alla porta. Chi poteva essere alle undici di sera? Si alzò per andare ad aprire e si trovò di fronte Mauricio - "Mauricio, che cosa ci fai tu qui?""Ho una cosa per voi" - gli allungò il pacchetto e la lettera e se ne andò - "Buonasera don Raimundo" - chiuse la porta e rimase a fissare la lettera. Era di Francisca.
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Si stava dirigendo in camera sua, era già molto tardi ma nel caso avesse dovuto incontrarsi con Eulalia, avrebbe dovuto essere molto attenta e fingere bene, non doveva trasparire il suo odio nei suoi confronti, né tanto meno il dolore che sentiva per Raimundo. Era sicura che un altro suo passo falso sarebbe stato fatale. Stava per aprire la porta di camera sua quando la sentì arrivare - "Buona sera zia, ancora sveglia?"
"Sì Francisca, non riesco a conciliare il sonno e volevo cercare un libro da leggere"
"Sono sicura che riuscirete a trovarne uno di vostro gradimento, ora se mi scusate.."
"Credevo volessi farmi compagnia, potevamo leggere insieme alcuni passi della Bibbia"
"Magari domani, stasera sono molto stanca e non riesco a prestare la dovuta attenzione a questo tipo di letture"
"Va bene Francisca, domani diremo il rosario insieme" - e così dicendo continuò il corridoio fino a scendere le scale. Francisca finalmente poté smettere di fingere e sperare che il sonno la prendesse presto; aveva consumato tutte le sue energie a piangere...
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Si mise a tavola per cenare perchè, pensando a Francisca, si era completamente dimenticato di mangiare e lasciò il pacchetto appoggiato sul bancone. Ogni secondo si girava per controllare che fosse ancora lì e non riusciva a smettere di chiedersi cosa ci fosse dentro. Alla fine prese coraggio e, dopo aver sparecchiato, decise di aprire il pacchetto. La lettera non aveva il coraggio di aprirla... Lo scartò con delicatezza e tolse il coperchio della scatola; prese in mano l'orologio e lo aprì, e allora lo vide. "Ti amo" - improvvisamente sentì il suo profumo, la sua voce.
"Ti amo amore mio, ma non posso perdonarti. Mi hai fatto troppo male in questi anni e non ho intenzione di soffrire ancora.
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Senza di te, non riesco a vivere.
RomanceAncora una volta Francisca lo aveva ingannato, basta! Non ne voleva più sapere niente di lei, o forse no...