Capitolo 11 - Locandiere

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La Villa passò alcuni giorni di isolamento, come del resto il paese stesso, tutti erano preoccupati, ma finalmente oggi erano tornati alla normalità.
Dall'ultimo incontro che aveva avuto con Eulalia, Francisca non era più uscita dalla sua stanza, faceva sì e no un pasto al giorno e tutto il tempo lo passava a piangere e tremare. Ormai non aveva più forze e, d'altro canto, non le interessava nemmeno averne; sapendo di non aver più nessuna possibilità per tornare con Raimundo non le interessava nemmeno vivere. Eulalia voleva peggiorare la sua situazione, non le importava assolutamente nulla di lei, per questo motivo entrò nella sua stanza dicendole - "Finalmente le strade sono di nuovo agibili, oggi andremo a messa. Ho chiesto espressamente a don Anselmo di prepararne una in onore alla memoria di Salvador."

"Non ho intenzione di alzarmi da questo letto zia, tanto meno per andare a venerare quel mostro!"

"Attenta a come parli Francisca! Ti ricordo che non mi farò nessuno scrupolo nel fare del male a quel poveraccio di cui sei innamorata..."

"'Non ci provate nemmeno!"

"Bene Francisca... Allora sai già cosa fare questa mattina!" - senza darle tempo di controbattere uscì dalla stanza e si andò a preparare, cosa che, minuti dopo, fece anche Francisca.

Mezz'ora dopo erano già nella piazza di Puente Viejo; per compensare il suo aspetto pietoso, Francisca si era messa il vestito più bello, un caldo cappotto e la sua solita pelliccia per coprire il collo, guanti neri retati, rossetto rosso e, come tocco finale, un lungo velo nero in pizzo.

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Erano giorni che Raimundo era tornato al suo vecchio lavoro dietro al bancone, c'era molto da fare visto tutte le persone che erano rimaste bloccate lì dalla neve.

"Don Raimundo potete servirmi un bicchiere di vino?" - gli chiese un paesano - "Certamente, ecco a te" - rispose lui riprendendo ad asciugare i bicchieri che aveva davanti a lui. Dopo due ore di intenso lavoro, decise di uscire per prendere una boccata d'aria, in quel momento le vide entrare in piazza dalla via principale.

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"Oh, guarda chi c'è Francisa..." - disse Eulalia dirigendo i suoi passi verso di lui, lei appena lo vide smise di respirare, questo incontro si faceva pericoloso e lei non aveva la forza di lottare, a sua zia però, questo non importava - "Buongiorno! Vedo che non avete fatto una grande carriera, da proprietario terriero a locandiere..." - lanciò la prima frecciatina accompagnata da uno sguardo di disprezzo - "Buongiorno anche a voi donna Eulalia..." - rispose lui il più educatamente possibile, poi rivolse gli occhi verso Francisca guardandola con sdegno e non pronunciò parola, lei nemmeno. Quello sguardo le si scolpì a fuoco dentro di lei.

"Oltre ai soldi e alla dignità avete perso anche la buona educazione? Da quando non si saluta una signora?" - infierì Eulalia, Raimundo si voltò per andarsene ma lei non era disposta a lasciarlo andare così, gli voleva fare il maggior male possibile - "Siete sempre stato un codardo... E ora me lo confermate nuovamente!" - Raimundo si girò per risponderle ma Francisca, stanca della situazione, fu più rapida di lui - "Io non vi permetto di parlare così di Raimundo!"

"Quella che non ti permette di mancarmi di rispetto in questo modo, sono io! E sai già cosa ti succederà se superi certi limiti" - la attaccò Eulalia sussurrando l'ultima frase cosicché la sentissero solo loro due, Raimundo si sorprese vedendo Francisca reagire in questo modo e cambiò espressione quando vide la faccia che fece lei nel sentire le parole di sua zia. Le vide allontanarsi senza che nessuna delle due dicesse più nulla ed iniziò a preoccuparsi. Nonostante la odiasse per come lo aveva ingannato, non poteva evitare di preoccuparsi per lei, specialmente avendola vista terrorizzata, pallida, senza forze... In quell'istante capì che stava soffrendo e si maledisse per essere stato così orgoglioso da non leggere la sua lettera, dal non volerla mai ascoltare... Doveva parlare con lei! Doveva, voleva, aveva bisogno, di sentire la verità dalle labbra di Francisca. Non voleva più vivere in una menzogna. Rientrato, si mise a scrivere un biglietto da farle recapitare non appena fosse tornata a casa:

Francisca...
Forse non merito la tua attenzione arrivati a questo punto, ma non posso evitare di preoccuparmi per te. Incontriamoci domattina nel nostro solito posto, ho bisogno di parlarti.
R.

Chiuse il biglietto e lo diede ad un ragazzo dicendogli di consegnarlo a lei personalmente e a nessun altro e così fece.

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Era tornata da quella tremenda messa... Non ne poteva più, non riusciva più a fingere! Il ragazzo entrò poco dopo di lei, la vide sola e glielo consegnò - "Questo è per voi donna Francisca"

"Da parte di chi?" - il ragazzo le si avvicinò e le sussurrò all'orecchio - "Raimundo Ulloa"

"Grazie..." - gli diede qualche monetina e lo fece andare via. Eulalia aveva osservato la scena dalle scale ed era pronta a far agire i suoi uomini per sorvegliarla, Francisca inconsapevole di tutto ciò, rimase qualche secondo immobile con il biglietto tra le mani. Quando si decise ad aprirlo lo lesse rapidamente e un sorriso le si stampò sul volto - "Forse le cose iniziano a migliorare" - si disse e, con questa convinzione, si diresse in camera sua. Eulalia nel frattempo era andata in giardino.

Senza di te, non riesco a vivere.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora