"Alberto, raduna un gruppo di uomini per sorvegliare Francisca, non voglio che vi sfugga un suo solo movimento!"
"Agli ordini donna Eulalia, controlleremo la signora in ogni momento e poi vi verremo a riferire tutto"
"Bene, aspetto vostre notizie!" - si separarono e lei si mise a leggere un libro lì in giardino.
Era tarda notte e Francisca non si era mossa di casa, per questo motivo gli uomini che sorvegliavano ogni angolo della casa decisero di ritirarsi ed andare a dormire.Al mattino presto, era già sveglia o, per meglio dire, lo era sempre stata. Non aveva chiuso occhio nemmeno per un secondo in tutta la notte; da quando aveva ricevuto quel biglietto le si erano sommate mille emozioni. Era tanta la paura che lui volesse ferirla ancora, era grande la speranza che la potesse ascoltare e comprendere, grande quanto la gioia di leggere "non posso evitare di preoccuparmi per te" e anche tanto quanto il terrore che potesse succedergli qualcosa se si fossero visti... Decise di non pensare a brutte cose ma solo all'amore che provava per lui, per questo motivo scelse il vestito che si era cucita lei stessa quando erano nella miseria. Quel vestito le ricordava brutti momenti ma soprattutto la forza del loro amore, in più, le stava stupendamente. Una piccola borsetta nera, un cappello rosa antico, guanti neri in pelle ed un pesante cappotto nero con una fantasia floreale completavano il suo abbigliamento per il suo incontro con Raimundo. Si guardò allo specchio due o tre volte prima di capire cosa le mancava: orecchini, rossetto e profumo; risolto questo piccolo contrattempo, sorrise al suo riflesso e senza fare rumore uscì di casa.
*********************************
Raimundo era agitato almeno quanto lei ma per motivi diversi; da una parte si pentiva di averle scritto quel biglietto, in fondo, se aveva rotto la loro relazione aveva una buona ragione, perché complicare tutto chiedendole spiegazioni? Il suo cuore nell'arco di una frazione di secondi glielo ricordò - "La ami, non puoi stare ancora senza di lei, puoi far finta di essere felice ma non lo sarai mai se non sei con lei, ti manca e non puoi vederla soffrire... Devi proteggerla è la tua piccola ed indifesa Francisca".
Sì, doveva proteggerla, e non si sarebbe fermato fino a che lei non gli avesse spiegato cosa stava succedendo. Per forza dell'abitudine, dovuta a quante volte si erano incontrati nel passato, si mise uno dei completi che meglio gli stavano, grigio, con una camicia bianca leggermente aperta sul collo; controllò di aver la barba in perfetto stato, si mise un po' di profumo, prese cappello e cappotto ed uscì dalla sua stanza con un sorriso che involontariamente si era stampato sul suo viso.*******************************
Francisca si dirigeva verso il loro posto anche se con un po' di fatica dovuta alla neve non ancora del tutto sciolta. Ogni tanto si guardava alle spalle, credeva di essere seguita... Ad un tratto sentì un rumore di rami spezzati dietro di sé - "Chi c'è lì?" - urlò impaurita, come risposta vide scappare via un capriolo e poté tornare a respirare tranquillamente - "Anche i caprioli ti spaventano Francisca... Quando sei diventata così fifona!?" - si chiese riprendendo la sua strada in quella fredda ma bella mattinata invernale fino a che non arrivò nel posto stabilito e si sedette su una roccia. Pochi minuti dopo sentì un altro rumore, si alzò di scatto e vide di fronte a sé un uomo avvicinarsi, non tardò molto a capire di chi si trattasse.
"Francisca..."
"Raimundo..." - rispose lei accennando un sorriso - "Come stai? Ieri ti ho vista pallida..."
"La verità è che ho passato dei giorni terribili... Non ho dormito e men che meno mangiato..."
"Perché?"
"Per i tuoi innumerevoli rifiuti..."
"Francisca, capisci che..."
"Io capisco tutto Raimundo" - lo interruppe lei - "Sei tu che non ti sei mai degnato di ascoltare le mie spiegazioni..." - abbassò lo sguardo e lo vide avvicinarsi e prenderle la mano.
**********************************
Forse si era scaldato troppo velocemente ed era controproducente per il suo obiettivo, per questo cercò di rimediare facendole vedere che se era lì, era per lei, veramente. Quando le loro mani si unirono sentirono un'energia ridare le forze ad entrambi per continuare quella conversazione nel migliore dei modi - "Scusami Francisca" - disse lui alzando lo sguardo fino ad incrociarlo con quello di lei - "Perché hai voluto che ci incontrassimo qui?"
"Perché voglio sapere la verità, quella che tante volte hai voluto dirmi e che io non sono mai stato disposto ad ascoltare perché accecato dalla rabbia..."
"Non è così facile Raimundo, non per me, ma per tutto quello che è successo quando te la volevo raccontare. Ho rischiato troppo scrivendoti quelle due lettere"
"Due!?" - la interruppe lui - "Sì, e come vedi a te ne è arrivata solo una... Per il tuo bene ora è meglio che io taccia. Credimi, ho sempre pensato a te, al tuo bene, calpestando me stessa pur di saperti al sicuro"
"Francisca cosa stai dicendo? Perché sarei in pericolo? È colpa di Eulalia? È lei che ti impedisce di parlare?"
"Raimundo ti prego, ascoltami, non posso dirti niente"- scoppiò in lacrime sfogando tutta la sua paura e Raimundo l'accolse tra le sue braccia proteggendola. Erano stati così tanto tempo lontani che lui aveva quasi dimenticato come stesse nel tenerla stretta a sé.
"Shh... Calmati amore mio, non mi succederà niente te lo prometto" - le disse baciandole le tempie ed accarezzandole la schiena mentre lei si afferrava sempre più forte al suo cappotto ad ogni singhiozzo - "Io ti amo" - sussurrò al suo orecchio facendola così smettere, per qualche secondo, di piangere e facendo sì che potesse di nuovo guardare i suoi grandi occhi color nocciola, vitrei a causa delle lacrime.
"Ti amo anche io Raimundo, non ho mai smesso di farlo un solo secondo della mia vita" - lui sentì le sue dita tremanti accarezzargli la barba e soffermarsi sulla sua bocca, così le prese la mano, spostandola, per poter baciare quelle labbra che aveva davanti.
STAI LEGGENDO
Senza di te, non riesco a vivere.
RomanceAncora una volta Francisca lo aveva ingannato, basta! Non ne voleva più sapere niente di lei, o forse no...