~ 9 ~

1.7K 122 9
                                    

La figura di Klor mi era dinanzi. Il sangue macchiava il suo volto e gli stracci dei suoi vestiti. I suoi occhi erano spalancati verso di me e timorosi.
Lasciatemi stare! Basta illusioni! Sofia non è qui!!
Piangeva stanco, con occhi vitrei e tenendo gli occhi chiusi, terrorizzato nel vedermi.
So che non c'è via di fuga!
Urlò allo stremo delle forze.
Vi prego uccidetemi...
Sussurrò in fine chinandosi, nonostante fosse incatenato ad un muro con spesse catene d'acciaio.
Aprì leggermente gli occhi e vedendomi nuovamente, urlò.
Vattene! Sei solo un'illusione! Mostro!
Pianse, mentre le sue lacrime pulivano il sangue sul viso. Mi si spezzò il cuore nel vederlo in quelle condizioni. Le sue labbra erano spaccate, il corpo pieno di graffi e lividi ancora da rimarginare e tutto intorno a lui era una pozza di sangue rappreso.
Le pareti, di candido marmo, erano ricoperte da schizzi di sangue, mentre gli strumenti di tortura erano poco lontani da lui; ancora sporchi.

Mi svegliai dal sogno scossa, mentre mi asciugavo le lacrime con il dorso della mano. Poi ricordai le ultime ore. Arya. Alzai lo sguardo e vidi i suoi bellissimi occhi verdi, che mi fissano preoccupati. -Ho visto che ti muovevi nel sonno e piangevi, così mi sono preoccupata e sono venuta al tuo capezzale.- Mi disse comprensiva. Annuii fredda, non volevo vederla. Sapevo che era mia madre, ma avevo sofferto troppi anni in sua assenza. Inoltre non riuscivo ancora a capacitarmi di come potevo essere sua figlia se lei era un elfa ed io umana. Pensavo ancora, ripetendomi come una nenia, che fosse tutto frutto della mia immaginazione. -Dov'è il mio Drago?- Le chiesi senza guardarla. -È fuori con il mio.- Rispose amareggiata. Mi allontanai velocemente da lei, non riuscivo a guardarla. Mi tremavano le mani quando la sfioravo ed appena scontravo il mio sguardo con il suo, scorgevo pentimento e speranza che io la perdoni...invano.

Non potevo perdonare una donna o elfa che sia, che ha abbandonato sua figlia in balia del destino solo per qualche moneta d'oro.
Come potevo perdonare la donna che mi aveva venduta come carne da macello? Per quale prezzo una madre venderebbe mai suo figlio?

Con il collegamento provai a rintracciare il mio drago, ma appena percepii la sua euforia ci rinunciai.
Perché sono tutti felici tranne me?
Pensai tristemente, mentre mi abbracciavo per confortarmi. Intanto m'incamminai fuori dalla casa, aprii la porta e guardai il bosco davanti a me. Si stava bene fuori, in quella fresca mattina primaverile. Mi tornò in mente il Campanile della mia città. Quanto tempo sembrava essere passato...
Il cielo era rosso fuoco, sembrava bruciare tutto ciò che lo sfiorava.

Mi beai di quella pace, chiudendo serena gli occhi.

Mi beai di quella pace, chiudendo serena gli occhi

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
La figlia di EragonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora