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Siamo in pericolo.

Mi sedetti accanto a lei e le presi le mani. -Diamo una degna sepoltura a quest'uomo.- Le dissi sorridente, nonostante stessi piangendo. Ci alzammo e mentre lei scavava la fossa, io lo ripulivo dal sangue con stracci bagnati.

Il suo volto era pallido, era come sfiorare il marmo di una chiesa antica. Come profanare un ricordo lontano e pieno di trionfi.

Ero spaventata e stanca di tutti i problemi che mi tormentavano, era come uno stormo di pipistrelli che mi schiacciavano in un baratro infinito, un mare di ali che ti chiudeva un bocciolo di catrame.

Terminata la tomba, mi nascosi tra le braccia di Arya, mi sentivo al sicuro con lei, anche se ancora non riuscivo a capacitarmi che lei fosse mia madre.
La amavo, sì. Ma non ero ancora riuscita a perdonarla.
Respirai profondamente il suo odore; casa, odore di tè e di mare.

Entrammo silenziosamente in casa, mentre osservavo nuovamente la tomba di Klor, o chiunque lui fosse.
Era stato come un padre per me, anche se non avevo potuto conoscerlo di più.
Appena entrate, notai Arya che cercava nei cassetti affannosamente, quasi in modo isterico mentre appoggiava armi, scorte e cartine di Alagaësia sul tavolo in sala. -Cosa stai facendo?- Chiesi preoccupata osservando i suoi movimenti. - Non è più sicuro qui.- Iniziò. - Dovremo andare via e ne approfitterò per istruirti, imparerai con facilità i miei insegnamenti.- Disse preoccupata, senza guardarmi negli occhi.
-Qual'è la nostra meta? Quali insegnamenti?- Chiesi perplessa. -Dobbiamo andare lontano da Ellesméra, le foreste non sono più un luogo sicuro per noi...- Disse incerta.
- Stai dicendo che non sai dove sarà la nostra meta e che ovunque sarà meglio di qui?- Chiesi stupita, avvicinandomi a lei per guardarla negli occhi.
- Andremo dai Nani, chiederemo riparo dai Varden...sono loro amica.- Espirò stanca per la piega che stava prendendo la conversazione.
-Dunque, in cosa mi istruirai esattamente?- Chiesi curiosa. -Il combattimento con la spada e le arti magiche.- Rispose calma, mentre la guardavo esterrefatta. -Le arti magiche, sono essenziali in questo viaggio, ma prima di intraprenderlo devi riacquistare i tuoi poteri.-
Continuò disinteressandosi del mio stordimento.
I miei poteri?!
Mi chiesi, spalancando gli occhi per lo stupore. Lei continuò -Devi sapere infatti, che ti ho tolto il tuo "essere elfa" affinché tu potessi avere un'infanzia serena; ma ora riavrai ciò che è tuo di diritto.-
Espirò. Poi corse nella stanza adiacente ed appena tornò mi porse un ciondolo a forma di drago.

Lo guardai curiosa e dubbiosa, seguendone le incisioni nel ferro con lo sguardo. Era rifinito con cura e mano esperta, le curve di una coda serpentina erano intrecciate in un intrico di nodi. Solo guardandolo avvertivo la presenza di un forte potere in esso. Lo sfiorai cautamente, incantata dalla sua bellezza; ma un fascio di luce mi accecò.

Sentii penetrare in me un calore ed una forza tale che a breve sentivo sarebbe fuoriuscita. Come un vaso troppo piccolo per contenere abbastanza acqua per sopravvivere. Mi sentii leggera ed improvvisamente serena. Tutto diventò sfumato davanti ai miei occhi, mentre il mio corpo si indeboliva, mentre intorno a me il mondo vorticava in una danza di puro terrore.

 Tutto diventò sfumato davanti ai miei occhi, mentre il mio corpo si indeboliva, mentre intorno a me il mondo vorticava in una danza di puro terrore

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