Rinvenni con il sorriso sulle labbra, mentre sangue e lacrime ricoprivano il mio volto. Ero distesa a terra, se non fosse che Eiten stesse cingendo il mio busto e la testa, proteggendomi dai vandali. Lo guardai con affetto. I ricordi avevano infranto il muro della mia mente e migliaia di immagini mi avevano riportata a lui. Mi amava. Mi amava a tal punto da attendere pazientemente una ragazza, una ragazza a cui veniva costantemente cancellata la memoria e che ogni volta che lo incontrava, non ricordava nulla di lui se non un immagine sfuocata.
Eiten mi accarezzò la guancia cercando di cancellare quelle lacrime con il palmo della sua mano.
Tentai di alzarmi, ma lui mi trattenne. - Aspetta, cerca prima di riprenderti ora che i sensi sono più sviluppati.- Disse facendomi sedere con la schiena appoggiata al tronco di un albero. Gli sorrisi grata mentre chiudevo gli occhi, un po' scossa dalle emozioni che mi stavano travolgendo.
In quei pochi attimi in cui chiusi le palpebre riuscii a percepire suoni, presenze e sensazioni amplificate. Come se un'immensa lente di ingrandimento si fosse poggiata su tutto l'ambiente circostante. Sentii un peso sulle mie orecchie e sorpresa mi ritrovai a sfiorare delle punte. Voltai la testa di scatto sentendo un suono di passi. Sfilai in fretta il pugnale di Eiten dal fodero e lanciai la lama, che veloce ruotò su sé stessa schiantandosi sul petto di un vandalo. Una morte veloce ed istantanea, poiché aveva completamente reciso i suoi abiti incontrando direttamente il cuore. Eiten mi prese il volto facendomi incontrare con il suo sguardo. -Rilassati. - Disse prendendo le mie mani e tendendole tra le sue, vicino al petto. -Devi rilassarti. - Sussurrò nuovamente. - I sentimenti che non ricordi si stanno trasferendo a te in questo momento, l'unica cosa che puoi fare è tentare di diminuirne l'intensità.-
Feci respiri profondi per diminuire le pulsazioni, mentre sentivo sulla mia pelle emozioni contrastanti che si infrangevano sul mio petto. Poi un ricordo giunse alla mia mente sconvolgendomi a tal punto da dovermi reggere ad Eiten.Una foresta. C'era una festa e danze, gli elfi erano gioiosi e cantavano alle stelle con amore. In un luogo appartato una coppia si stava stringendo la mano. Due anelli illuminavano i loro volti gioiosi. Eiten era uno di questi ed accanto gli sorridevo. Mi ero unita ad Eiten. Sposarsi era una rarità per gli elfi e per questo si celebrava con grandi banchetti. Ma una guardia corse verso Arya, mia madre e regina di Ellesméra. Degli umani. Degli umani armati erano entrati nel regno. Un'altra rivolta contro i Varden. Vidi mia madre correre verso di me, ma Eiten la allontanava con una spada. -Prova a cancellarle la memoria nuovamente e saggerai il sapore della morte, mia regina.- La minacciò. Io non potevo capirlo, non potevo sapere e lo fermai rassicurandolo. Ma mia madre ne approfittò e mi cancellò la memoria prendendomi tutti i poteri e rendendomi temporaneamente umana.
Protetta da una possibile morte. -NO!- Eiten stava piangendo ed urlando mentre mi teneva stretta a lui, incosciente tra le sue braccia. -Perché?...- Chiese ad Arya mente mi accarezzava il volto, guardandomi con rimpianto. -Dobbiamo farlo per proteggere Ellesméra. Abbiamo bisogno di una discendenza. Gli umani la ucciderebbero senza pietà.-
Disse per poi andarsene da me. Lasciandomi svenuta e sola in una foresta sotto assedio.Mi stavo ancora reggendo ad Eiten, quando alzai lo sguardo e nuove calde lacrime ricoprirono il mio volto. Ora capivo il suo atteggiamento, poteva vedermi ma non stringerti a se. Poteva amarmi da lontano, poteva sfiorarmi ma di rado. Ma ora poteva, perché io mi ricordavo di lui e sapevo di amarlo a sua volta. Mi aveva protetta così tanto in passato. Aveva tentato anche di allontanarmi da Arya, anche se sapeva che le sue intenzioni erano unicamente basate sul volermi salvare. Salvare da una vita troppo crudele e piena di rimpianti, pronta a cederti alla morte in qualsiasi istante.
Più volte mia madre mi aveva cancellato l'amore che provavo per Eiten e più volte Eiten aveva pianto in ginocchio mentre reggeva il corpo esamine della sua amata, resa umana e debole.
Mi voltai verso la foresta, non riuscivo a guardare Eiten negli occhi, non dopo tutto ciò che gli avevo provocato; la lontananza, i rimpianti, il dolore...
Non posso.
Pensai.
Non posso fargli ancora del male, io non-
Eiten mi aveva presa il viso e di slancio aveva scontrato le sue labbra con le mie. Così soffici, dolci come miele, profumate rose rosse. Mi stringeva a sé mentre calde lacrime gli bagnavano il volto e le nostre labbra si univano in un groviglio di passione e timori.Cercai a malincuore di allontanarlo da me. Sentivo i vandali nelle vicinanze ed il nano stava lottando da troppo tempo da solo. -Dobbiamo andare.- Dissi prendendo la sua mano, mentre mi inoltravo nella foresta. Lui annuii ed insieme cercammo di rintracciare il nano.
I vandali che incontravamo venivano prontamente uccisi da Eiten, che con rinnovato vigore mi proteggeva con la sua arma argentata. Nei suoi occhi brillava una luce così viva, così gioiosa che non potei trattenermi dal sorridergli a mia volta. Stavamo danzando alla nostra felicità, stavamo danzando a quella vita che finalmente ci aveva dato una tregua al dolore ed alla solitudine. Grazie. Pensai. Grazie mia luce, mie stelle amiche e fratello Sole che rendi tutto così acceso e caldo. Il ritmo decadeva in petali di margherite, mentre i nostri piedi correvano verso mete a noi sconosciute. Fin quando nella foresta tutto tacque e finalmente tornò il silenzio nella foresta. Abbiamo vinto. Ci guardammo negli occhi per pochi istanti, con ancora i sorrisi sulle nostre labbra quando Eiten mi prese per la vita e mi fece volteggiare tra le stelle, mentre la Luna ci osservava gioiosa nella notte nera.FINE
..Del primo libro..
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La figlia di Eragon
Fanfiction1' libro della saga della: "Figlia di Eragon" Alagaësia, un mondo pieno di storia e di guerre, dopo anni di lotte per giungere alla giustizia, si trova finalmente la pace. Ma quanto può durare una cosa così flebile, con disuguaglianze sociali e pot...