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*Eiten*
Non può essersi dimenticata di me dopo tutti i giorni passati insieme.
Una lacrima mi scese dal viso e la tolsi con rabbia, correndo lontano da lei.
Sapevo che per Sofia ero un perfetto sconosciuto, un anonimo tra tanti anonimati, dove i volti sono solo maschere da mostrare agli altri come fossero premi per cui gioire. Non immaginavo che Arya si fosse spinta a tanto. Non immaginavo che la lontananza da Eragon l'avrebbe fatta impazzire.
Cosa posso fare per farle ricordare di me?
Mi chiesi tristemente. Potevo riportarla nei vari luoghi dove eravamo stati in passato, ma dubitavo che lei volesse seguire uno sconosciuto nei meandri di Alagaësia.

Poi ricordai il suo sguardo quando mi guardò negli occhi. Quel luccichio, il suo sorriso e forse con la speranza in petto, la remota possibilità che si potesse ricordare di me. Mi fermai, esausto e consapevole di essermi allontanato più del dovuto. - Eiten!- Sentii urlare dietro di me. - Come hai fatto a raggiungermi così rapidamente?- Gli chiesi. Irato ghino' e rispose. - Sarò nano, ma sono veloce! Brutti Menknurlan, (Grande insulto nella lingua dei nani, difficilmente traducibile.) tutti uguali!- Lo guardai divertito. Poi pensai ad alta voce, preoccupato. - Dunque ora Sofia è sola, nel bosco e con un focolare acceso.-
Chiesi. - Sì, certo.- Rispose tranquillo il nano, sorridendo. - Un focolare acceso con dei vandali che si aggirano nelle foreste, giusto?- Richiesi. -Sì,cert...-
Ci guardammo negli occhi e preoccupati iniziammo a correre verso Sofia.

*Sofia*
Dopo che Eiten se ne fu andato mi sedetti su di un ceppo accanto al focolare. Rimuginai su dove potevo aver già visto quegli occhi lucenti, quegli smeraldi luminosi che brillavano alla luce delle stelle.

Alle mie spalle sentii impercettibilmente il fruscio delle foglie e lo scricchiolare di suole sul terreno. Cercai di ascoltare più attentamente, prestando attenzione alla foresta intorno a me, illuminata solo dal fuoco che mi scaldava ed ardeva sotto il mio sguardo. Il mio battito cardiaco aumentò quando sentii lo sfregare del ferro con il fodero di una lama. Li percepii alle mie spalle, pronti a colpire. Tenui scricchiolii mi circondavano, mentre speravo nell'arrivo di Eiten. Eiten. Mi guardai intorno in cerca di una possibile fuga o ancora di salvezza. Fortunatamente trovai le due spade che il nano aveva usato poco prima per accendere il focolare, erano accanto a me bellamente appoggiati a terra; leggermente nascosti dalle foglie. Il rosso del fogliame con l'acciaio della spada era rischiarato dalle fiamme arancioni che scoppiettavano vivaci, dandomi un senso di pace. L'elsa in legno di ciliegio accompagnava le forme della spada in dolci curve. Aspettai paziente, mentre rimiravo la mia opportunità di sopravvivere. Attesi nell'oscurità della notte, quando finalmente Eiten arrivò affiancato dal nano.
Erano ricoperti di sudore, i loro volti rosati ed affaticati dalla corsa. Appena vidi quegli smeraldi avvicinarsi a me, dimenticai immediatamente dei vandali che mi circondavano e sorrisi al loro arrivo. - Che ne pensi Sof-Sara, se partiamo prima dell'alba per giungere prima al-alla Taverna? - Eiten mi sorrise imbarazzato. La sua ansia era palpabile ed ero conscia del fatto che anche lui aveva percepito qualcosa di sospetto, qualcosa di nascosto nel buio. - Buona idea, ma ho un problema con le bisacce. Mi aiuti?- Lui annuii avvicinandosi a me ed acquattandosi al mio fianco. -È sera. Non possiamo spegnere il fuoco, essendo la nostra unica fonte di luce, sarebbe un vantaggio per i vandali.- Gli sussurrai mentre prendevo oggetti a caso da disporre nelle sacche. -Prendi delle fiaccole, accendile e posizionale intorno al focolare.- Mi suggerii sussurrando al mio orecchio, provocandomi brividi alla schiena. Presi le fiaccole ed insieme al nano le posizionammo. Ci guardammo, pronti a spegnere le fiamme.
1

2

3!
Buio. Completamente circondati dall'oscurità della notte, che beffarda ci sorride gioiosa, invitandoci nel suo regno segreto. Solo piccole luci illuminavano l'ambiente, intimidatorio per le ombre che si proiettavano intorno a noi.
Sentii in quel brevissimo istante di sorpresa Eiten scattare accanto a me. Cercai il suo volto nelle tenebre, ma udii solo il cozzare delle lame e le scintille dell'acciaio nell'impatto. Poi delle grida e dei grugniti non troppo lontani e goffi, immaginai fosse il nano. Tastai con le mani il terreno cercando disperata le spade accanto ai ceppi. Dietro di me sentii dei rantoli simili ad una bestia colpita al petto dal cacciatore, poco prima di stendersi a terra per attendere la morte vittoriosa. In fretta impugnai l'arma e con forza inarcai il braccio alla mia destra brandendo l'elsa con ambo le mie mani e sferzando l'aria dietro di me. Un latrato ululò alle mie spalle. Del sangue mi schizzò sul volto, mentre le lentamente scivolava sulle mie gote. Presa dal terrore chiamai Eiten, ma senza ricevere alcuna risposta, se non il cantare del vento. Poi uno scostare di foglie e due mani calde prendere le mie. Erano forti e soffici. - Eiten- Sussurrai, cercando una conferma. Sentii un tintinnare, accanto a me.
Alla luce lontana di una fiaccola potei intravedere la mano di Eiten estrarre da una delle sue tasche una collana con il ciondolo di un drago.

 Alla luce lontana di una fiaccola potei intravedere la mano di Eiten estrarre da  una delle sue tasche una collana con il ciondolo di un drago

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