La porta si richiuse con un tonfo sordo, distruggendo la quiete pomeridiana.
Iniziai a correre addentrandomi nel bosco della piovosa Forks.
Non c'è la faccio più! Quanto li odio i miei genitori addottivi! Perché cavolo siamo venuti in questo buco piovoso negli Stati uniti?! Mi chiesi estremamente irritata.
Ovviamente era una domanda retorica, mio "padre" aveva trovato qui lavoro. Odiavo Forks, pioveva sempre. Preferivo la Toscana, dove abitavo prima, anche se ero in un orfanotrofio. Vivevo a Lucca, con la scuola avevamo visitato anche altre città tipo San Gimignano, Volterra, Siena, Pisa, Firenze e altri paesini. Almeno in Italia c'era il sole, qui no. Sempre e solo pioggia o nuvole grigie...
Mi sentivo strana, le mani mi tremavano tantissimo e avevo caldo. Sentivo che avrei potuto distruggere qualsiasi cosa con un solo pugno. Già e poi magari mi rompo pure la mano e sfigatamente mi tocca essere visitata dal DR. Cullen...
Era strano quel tipo, o almeno io sentivo che aveva qualcosa di strano, come una sorta d'istinto che mi avvertiva di star lontana da quell'uomo. Inoltre, aveva un odore troppo dolce! Probabilmente usava uno stranissimo profumo fatto da miele, zucchero, caramelle, cioccolato e altre cose dannatamente dolci, da far venire il diabete.Continuavo a correre velocemente, sapevo dove andare: in una bella radura abbastanza circolare, praticamente al centro del bosco. Adoravo quel posto, era l'unico luogo da dove si potesse scorgere il sole. Era abbastanza in alto, oltre la coltre di nubi che solitamente aleggiava attorno a Forks. L'avevo trovata per caso durante una mia escursione nel bosco, che, ormai, conoscevo come le mie tasche.
Arrivai a destinazione poco dopo essere partita da casa. Non avevo nemmeno il fiatone per la corsa, nella scuola ero quella più veloce e con più resistenza.
Notai quasi subito che continuavo a tremare, sentivo e vedevo le cose in un modo diverso. Dopo un attimo, decisi di tornarmene a casa, passando per i boschi intorno a La Push -la riserva degli indiani d'America arroccata sulla scogliera-. Casa mia era abbastanza vicina alla riserva, sulla strada che da Forks ti portava lì.
Ad un certo punto, però, sentii delle voci: «Dai Paul, non fare così! Era un piccolo scherzo!».
Si sentì un ringhio. Mi avvicinai un po' di più, cercando di non fare rumore.
«Paul dovresti imparare a controllarti» questa era la voce di un secondo ragazzo. Erano almeno tre. Mi avvicinai abbastanza per vederli. Un altro ringhio si levò da quel luogo e ad emetterlo era stato un lupo gigante!
Strabuzzai gli occhi e smisi di respirare, incredula.
L'animale era alto quanto un cavallo, ma era molto più possente e muscoloso. Aveva delle zanne lunghissime e affilate come rasoi, le zampe erano enormi. La pelliccia grigia era molto folta; la fronte, la schiena ed una parte di muso erano bianche, il muso presentava anche delle sfumature marroncine. Il lupo si mise ad annusare e puntò lo sguardo proprio sul mio nascondiglio -un alto cespuglio, molto comune nei boschi dello stato di Washington- anche i due ragazzi si girarono a guardarmi. L'animale si mise a ringhiare e si acquattò sulle zampe posteriori, pronto a balzare.
E ora che faccio? Corro? I ragazzi probabilmente non mi raggiungerebbero ma quel mostro sì!
Un altro ringhio mi riscosse dai miei pensieri, quell'animale si stava avvicinando.
Uno dei due ragazzi stava tremando violentemente.
Istintivamente mi alzai in piedi ed iniziai a correre in modo sempre più veloce, mentre degli spasmi molto violenti mi percorrevano il corpo.
Che mi stava succedendo?
Dovevo arrivare in città, lì il lupo non sarebbe potuto venire, o almeno cosi speravo.
Mi bloccai di colpo. Davanti a me c'era un altro lupo gigante, identico al primo ma con una pelliccia marrone. «Fermi, ragazzi!» il secondo ragazzo che avevo sentito parlare arrivò correndo. Aveva più o meno vent'anni e sembrava che quei due mostri gli obbedissero ciecamente.
Mi sentivo molto male, forse stavo delirando in preda alla febbre.
"Si sta per trasformare? Non è un po' troppo piccola?" Disse il ragazzo. Mi feci coraggio e chiesi:
«Trasformare in cosa?» lui mi guardò spaesato.
"Ma.. io non ho parlato!".
«Beh stai per trasformarti in un lupo come loro» mi rispose come se niente fosse anche se era turbato da qualcosa.
«In un lupo?» chiesi scettica e mi misi a ridere. Ok, la mia immaginazione ha passato il segno. Ora sarei un... licantropo? Pensai tra me e me.
«Sì, mancano pochi secondi. Paul, Jared, accoglietela nel migliore dei modi» poi mi guardò meglio e mi fece una domanda alquanto stupida data la situazione «porti le lenti a contatto per caso?».
«Ehm.. no. Perché?».
«Hai gli occhi gialli, non come loro ma comunque gialli.
In quel momento mi vidi riflessa in tre angolazioni diverse.
Stavo seriamente riuscendo a leggere i pensieri del ragazzo e dei due lupi?
La mia attenzione venne presa da un forte tremore e un intenso calore mi pervase il corpo. Dopo una stranissima fitta di dolore, mi ritrovai su quattro zampe. Ero confusa, agitata ed impaurita.
«Ehi Jared, non è strano che sia grande quanto un lupo normale?» disse il lupo grigio, Paul forse.
«Bhe, in effetti... forse è perché è una ragazza»
Ma perché l'altro non si trasforma? Non é come noi? Chiesi ai due lupi. A quanto pareva, potevamo comunicare con i pensieri e dovevo stare calma. Sicuramente, era solo un sogno alquanto strano.
«Impara in fretta la novellina» commentò il lupo grigio.
Ringhiai, infastidita dal suo atteggiamento.
«Uh, è anche aggressiva» aggiunse Jared.
«Allora, io sono Paul, l'altro lupo è Jared e il ragazzo è Sam. Sam è l'Alpha del branco che non si trasforma perché... bhe... lo scoprirai...». I due si misero a ridere.
Ora ero confusa, che succedeva quando ci trasformavamo?
Jared rispose maliziosamente alla mia domanda inespressa: «I vestiti si rompono, ecco perché Sam non si trasforma. Sarà strano con una ragazza, eh Paul?».
Se fossi stata in forma umana probabilmente sarei arrossita.
«Ragazzina, ora concentrati, va tutto bene. Rimani calma, ok? Ora rilassati e cerca di tornare umana» disse Sam.
«Ah, a proposito: benvenuta nel branco» mi disse Paul continuando a ridere come un idiota.
Cercai di concentrarmi e dopo vari tentativi falliti riuscii a ritornare umana. Ero ancora più confusa, non sapevo precisamente come ci ero riuscita.
Notai subito che Paul e Jared scherzavano riguardo ai vestiti, i miei erano ancora integri.
«Wow, brava. Ti sei trasformata abbastanza in fretta, io ci ho messo almeno una settimana per tornare "umano"» Sam sembrava addolorato per questo fatto «In più dovresti considerare fortunata: i tuoi vestiti sembrano ancora integri e potrai girare inosservata nel bosco data la tua statura» aggiunse ridacchiando.
Ovviamente anche un lupo sarebbe stato notato, a Forks non c'è n'erano molti.
«Ehm... bene» non sapevo cosa dire.
Ora avevo molte domande per la testa: com'era Sam in forma lupo? C'erano altri licantropi oltre a noi? E chi erano questi "loro" accennati prima da lui? Feci un bel respiro e diedi sfogo alle mie curiosità.
Anche i licantropi avevano un odore disgustoso, era il contrario di quello dolce del DR. Cullen ma era comunque schifoso. Sapeva di... "selvatico", non avrei saputo descriverlo in altro modo.
Sam mi rispose pazientemente «Io sono un lupo come loro, sono solo più alto e la mia pelliccia nera è molto più folta».
"Cuore nero, pelo nero..." pensò Paul.
Ok, so leggere nella mente, questo è certo. Pensai. Loro sanno leggere nella mente?
«Nel branco ci siamo solo noi, per ora. I "loro" sarebbero i Cullen, li conosci?» continuò a spiegare Sam.
«Ne ho già sentito parlare e più di una volta ho incontrato il DR. Cullen, perché?».
«Perché sono vampiri. Noi ci trasformiamo perché abbiamo il gene del lupo nel DNA e sentire il loro odore ci fa trasformare...».
«Vampiri? Un dottore vampiro?» ridacchiai.
«Cacciano gli animali, per questo il dottore non uccide i pazienti, sa controllarsi ma comunque é sempre meglio non fidarsi dei succhiasangue. Ora andiamo a casa, vieni».
«A casa con degli sconosciuti?» mormorai incerta.
Sam rise. «Siamo un branco, non siamo sconosciuti».
"Andiamo a prendere dei vestiti, Paul" sentii dire a Jared.
«Jared dice che vanno a prendere dei vestiti» comunicai a Sam, senza pensarci.
«Cosa?» chiese sorpreso.
Guardai i lupi, stupiti quanto il ragazzo che stava di fronte a me.
«Jared lo ha appena detto a Paul, sempre che non abbia già sbagliato con i nomi».
«Sai leggere nel pensiero?!». Sam era sbalordito.
«A quanto pare... voi non sapete farlo?».
«Un licantropo con dei poteri? Strano...» scosse la testa. «Come ti chiami?» chiese cambiando argomento.
«Chiara».
Mi guardò confuso.
«Sì, è un nome italiano, lascia perdere».
«Ok, vieni, andiamo a casa».
Mi incamminai dietro di lui, sperando di non star seguendo un possibile pazzo maniaco.Dopo un'ora, circa, arrivammo in prossimità di una casetta molto graziosa, dalla quale proveniva un intenso odore di dolci appena sfornati, già percepibile qualche chilometro prima. Forse, però, un umano non lo avrebbe sentito, non ne ero più sicura.
«Sam!» dalla casa uscì una ragazza, sembrava molto felice di vedere "il nostro alpha".
Una cosa mi colpii di quella ragazza, sul viso aveva un'enorme cicatrice che partiva dall'occhio sinistro e arrivava fino alla bocca, rovinandone il sorriso.
La ragazza si accorse quasi subito di me. «E lei chi è?» chiese.
«È una nuova membra del branco. Chiara, Emily; Emily, Chiara». Sam ci presentò molto velocemente.
«Ma è così piccola..» disse Emily.
Evitai, per gentilezza, di risponderle a tono. Avevo dodici anni, non ero piccola!
«Già, la vicinanza con i vampiri sta diventando preoccupante se ora si trasformano pure i ragazzini non della riserva...» Rispose Sam.
«Chiara, che tu sappia, hai dei parenti a La Push?» mi chiese cordialmente Emily.
«Penso di no. Prima di venire qui con i miei genitori adottivi vivevo in Italia».
«Mpf... perfetto, penso che non lo sapremo mai...» disse sarcasticamente Sam.
Entrammo in casa, Emily aveva cucinato i muffin... ed erano squisiti.
Sam mi parlò delle regole del branco, di come controllare il lupo e tutte le sue difficoltà, del clan dei Cullen composto da sette vampiri: Carlisle, Esme, Edward, Alice ed Emmett Cullen più Rosalie e Jasper Hale. Mi disse che le leggende dei Quileutes narravano anche di questi "freddi" e che si dicessero che alcuni avessero dei poteri, tipo il mio. Scoprii che tra i Cullen e il branco c'era un patto stipulato da Ephraim Black, il bisnonno di un certo Jacob Black. Il patto vietava ai vampiri di cacciare umani o di trasformarne qualcuno e, ovviamente, nessuno poteva rivelare il segreto. Noi non potevamo andare nel loro territorio e viceversa. Così, dovetti dire addio alla mia bella radura, pensando a chissà quante volte avevo rischiato di incontrare un vampiro durante le mie escursioni.~~~~~~~~~~
Capii che quello non era un sogno.
I giorni passavano molto velocemente, andavo a scuola a Forks -territorio neutrale- e poi andavo dal branco. Inizialmente fu difficile controllare il lupo, mi irritavo un po' per tutto ma dopo qualche giorno sapevo controllarmi abbastanza bene. Probabilmente per chissà quale motivo ero anche per metà un vampiro, lo scoprimmo poco dopo la mia prima trasformazione: durante l'ora di biologia avevamo parlato del apparato circolatorio, con sangue e tutto il resto e mi venne una forte sete di sangue. Scappai immediatamente dalla scuola, per evitare di aggredire qualcuno, e corsi preoccupata da Sam che, confuso mi disse cosa potevo essere.
Questo spiegava anche perché la mia temperatura era poco più calda di quella umana e non bollente come quella degli altri lupi, perché riuscivo a fare un breve scatto a velocità vampiresca -trasformandomi poi involontariamente- e perché avessi un potere. Non capivamo però come potessi essere tutte e due le cose -il veleno dei vampiri era mortale per noi lupi e nessuno mi aveva morsa-.
La cosa fastidiosa dell'essere trasformati era avere la mente piena di voci e, ovviamente, dovevo concentrarmi per non rispondere alla domanda di qualcuno mai formulata. Dopo qualche tempo, per caso, scoprii che quando ero trasformata, forse grazie al mio potere, potevo separarmi dalla mente del branco per stare in una "privata". Gli altri lupi potevano richiamarmi in quella comune se ero trasformata e se lo erano pure loro.
Pian piano stavo imparando a comunicare mentalmente con qualcuno quando solo io ero in forma di lupo, decidendo se parlare a una sola persona o a tutte.
Mi sentivo veramente strana e diversa dagli altri.
L'unica cosa alla quale non credevo era il fatto dei vampiri, l'istinto mi diceva che era vero ma la curiosità mi spingeva a controllare. Correvo molto spesso fino al limitare del nostro territorio per provare a vederli, ma era tutto inutile.Un giorno, quando stavo per perdere le speranze, dalla cima di un albero vidi delle persone correre a velocità sovrumana. Un umano probabilmente non li avrebbe visti, ma un licantropo o un altro vampiro sì.
C'erano due ragazze. Una era molto bella, alta e bionda. L'altra era molto aggraziata, con i capelli corti e corvini, era un po' più bassa della prima. Erano Rosalie Hale ed Alice Cullen.
Insieme a loro c'erano anche due ragazzi. Uno era molto muscoloso e aveva dei capelli castano scuro. L'altro era alto e con i capelli color miele. Erano Emmett Cullen e Jasper Hale.
Grazie a Sam, sapevo precisamente chi era chi.
Non mi sembravano così malvagi come me li avevano descritti gli altri del branco.
Sorrisi e mi decisi a seguirli, volevo saperne di più sui vampiri.
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I Cullen e i Quileutes
FanfictionTutti conosciamo la saga di Twilight, ma cosa sarebbe successo se nella famiglia Cullen e nel branco Quileute ci fosse stata una ragazzina metà licantropo e metà vampiro? Una ragazzina che, insieme a Bella, alla fine riuscì a riunire vampiri e lican...