18. Fraintendimenti

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Con Alice andai nel bosco dietro la casa di Bella,
«Allora, è brutto non prevedere l'arrivo di qualcuno, eh?» iniziai a prenderla in giro, giusto per passare il tempo.
«Già» rispose lei con una smorfia «Mi sento così... così... normale!» disse la parola "normale" come se fosse la cosa più rivoltante al mondo.
«Oh... che brutta cosa... sai, noialtri siamo normali tutti i giorni... bhe, senza contare che siamo esseri immortali»
«No. Tu non sei normale, puoi leggere nel pensiero e, quando sei trasformata puoi parlare mentalmente con qualcuno» mi corresse lei.
«Ah, giusto... però Carlisle, Esme, Emmett e Rosalie sono normali... non si lamentano perché non prevedono l'arrivo di un licantropo» le dissi ridendo «Facci l'abitudine, prevedo che Jacob ronzerà attorno a Bella per tanto, tantissimo tempo»
Lei mi fece la linguaccia e si voltò dall'altra parte, con le braccia incrociate ed il broncio.

Sentimmo in lontananza lo squillo del telefono. Forse era Charlie.
Poco dopo ad Alice si smorzò il respiro, il suo sguardo era vacuo, come se non mettesse a fuoco niente ed era completamente immobile. «Alice? Alice?!?» le lessi nella mente, era una visione.
Edward, la visione "parlava" di Edward. Era molto chiara e definita, come in un film. Ora capivo perché gli altri si fidavano molto delle sue visoni anche se mi avevano detto che erano solo oggettive e cambiavano con il cambiare della scelta di qualcuno.

Edward scese dall'aereo, corse fino ad un villaggio. Era molto veloce. Entrò in un vecchio palazzo, vicino c'era un'immensa torre dell'orologio. Il vampiro non brillava, c'erano le nuvole quel giorno. Percorse un'infinità di corridoi intricati. Arrivò in una grande sala, sembrava una... sala d'aspetto? C'era una signora, fece una breve telefonata, non si sentiva quello che diceva. Era come un film muto. Poco dopo arrivarono due vampiri. Uno alto e magro, con i capelli biondicci e corti. La sua pelle pallida aveva una lieve sfumatura olivastra, aveva gli occhi di un colore rosso scuro. Indossava un lungo mantello grigio fumo. L'altro era un vampiro molto alto e muscoloso, quasi quanto Emmett, i capelli erano neri e corti. Anche la sua pelle cerea aveva una lieve sfumatura olivastra ed idossava un mantello identico a quello dell'altro vampiro.
Quando i due vampiri parlarono non si sentì niente. Edward li seguì per un lungo corridoio. I tre vampiri arrivarono in un'enorme sala, nelle giornate di sole doveva essere anche molto luminosa. C'erano tre troni centrali, dove stavano comodamente seduti tre vampiri. Partendo da sinistra c'enera uno di media altezza, aveva i capelli lunghi di colore nero-grigio che gli arrivavano alle spalle. Quello centrale aveva una corporatura media e lunghi capelli corvini che gli arrivavano anch'essi alle spalle. L'ultimo, quello più a destra era pure lui di media altezza, i capelli erano di un biondo molto chiaro, quasi bianco. La pelle di tutti e tre i vampiri seduti sui troni era molto traslucida, quasi come quella di una cipolla o come una vecchia pergamena. Gli occhi erano color rosso sangue con una specie di patina lattiginosa sopra. Tutti e tre indossavano dei mantelli lunghi e neri, di un nero molto scuro e intenso. Si sentirono solo alcune parole «Oh, mio caro Edward. Come mai sei qui?» chiese il vampiro seduto al centro, alzandosi.
«Aro, voglio chiedervi di mettere fine alla mia vita»
«E per quale motivo? Sai che non farei mai un torto simile a Carlisle» Aro prese una mano di Edward.

La visione s'interruppe un attimo iniziando con una nuova.

Aro lasciò la mano di Edward e disse qualcosa che sfortunatamente non si sentì.

La visione finì.

«Oh no...» disse Alice in un sussurro. «A...A...Alice, non dirmi che quello che abbiamo visto è reale...» non riuscivo a crederci. Edward voleva suicidarsi? Perché?
«Temo di si. Ma dobbiamo aspettare per sapere se i Volturi lo vorranno uccidere oppure no, sicuramente prenderanno prima una decisione e allora mi arriverà un'altra visione. Ora stai tranquilla, Edward sta ancora per prendere l'aereo o forse ci è già sopra, ma di sicuro non ha ancora fatto la richiesta...»
«Ma perché? Perché vuole suicidarsi? Cosa gli passa nella mente?»
«Non lo so... ora dobbiamo avvisare Bella» io annuì e tornammo nella casa, partì con uno scatto dalla velocità vampiresca, trasformandomi involontariamente dopo uno spasmo che mi percorse il corpo. Alice con un balzo saltò nella finestra aperta al primo piano.
Grazie tante, Alice le dissi, come facevo a salire da laggiù?
"Vai all'ingresso, ti apro io". Pensò lei, stava già scendendo le scale. Dopo che anche io fui entrata Alice andò verso le scale.
«Non puoi telefonargli?» le chiesi.
Alice prese un telefono e compose il numero, poco dopo riattaccò «Ha buttato il cellulare nella spazzatura, a Rio: ha risposto qualcun altro...»
«Ci vediamo, Bells» Jacob aveva sentito il nostro odore, anzi, quello di Alice. Il mio era una sorta di mix tra i due, quindi non infastidiva nessuno. Bella lo rincorse «Cosa succede?» Bella si scontrò con lui quando si fermò improvvisamente appena uscito dalla cucina. Lei imprecò a mezza voce quando Jacob girandosi la fece cadere a terra insieme a lui «Ehi, cavolo!» protestò lei. A fatica Bella si rialzò, mentre Jacob guardava costantemente verso il retro, poco dopo si accorse che ai piedi della scala c'era Alice. Io ero lì vicino.
«Bella» disse lei con voce soffocata. Di scatto Bella corse goffamente verso di lei.
«Alice, cosa c'è?» urlò. Alice le sfiorò il viso per calmarla. Intanto Jacob iniziava a tremare lievemente.
«Edward» bisbigliò Alice.
Bella svenne e Jacob iniziò a sibilare una sequela di bestemmie.
Jacob corse da lei e la portò sul divano. Iniziò a tremare molto violentemente, poco dopo Bella riaprì gli occhi. «Cosa le hai fatto?» chiese lui.
Alice lo ignorò «Bella? Bella, riprenditi. Dobbiamo sbrigarci»
«Stalle lontana» l'avvertì Jacob in un ringhio soffocato.
«Jacob, calmati» Gli ordinai.
Jake mi ignorò.
«Calmati, Jacob Black» ordinò Alice «Non vorrai fare una cosa del genere di fronte a lei»
«Non penso che avrò problemi a restare concentrato» comunque iniziò a calmarsi lievemente.
«Alice?» chiese Bella, era quasi senza voce «Cos'è successo?»
«Non lo so! Ma cosa crede?!» strillò Alice.
Bella cercò di alzarsi.
«Alice, chiama Carlisle o Esme o Emmett o Jasper o.. Rosalie, loro sapranno dirti cos'è successo. Credo»
Alice ascoltò il mio suggerimento e prese un telefonino argenteo «Rose, devo parlare con Carlisle subito» passò circa mezzo secondo prima che Alice continuasse a parlare «Bene, appena torna. No, sarò in aereo. Senti, hai notizie di Edward?» Alice restò in silenzio, muta e sempre più sbalordita, decisi di ascoltare nella sua mente cosa diceva Rosalie.
"«...era molto sconvolto, è corso via. Mi sembrava giusto che lo sapesse»"
«Perché? Come hai potuto Rosalie?» esclamò Alice. Serrò le mascelle, infuriata sentendo la risposta di Rosalie.
"«Perché non dovevo dirglielo? Non può sapere che Bella è morta? Secondo me è meglio che lo sappia»"
«Bhe, entrambe le tue conclusioni sono sbagliate, Rosalie, il che è un problema, non trovi?» disse Alice acida.
"«Bella è ancora viva?»"
«Si, sta benissimo. Mi sono sbagliata... è una storia lunga... ma qui sei tu che ti sbagli, per questo ho chiamato...»
"«Edward sta... andando dai Volturi?»"
«Si, è esattamente ciò che ho visto» il tono di Alice era aspro e parlava mostrando i denti, voleva staccare la testa a Rosalie. Lo avrei fatto anche io. "«Oh, non avrei mai pensato che avrebbe potuto prendersela così tanto, in fondo aveva deciso lui di andarsene... scusami Alice, è tutta colpa mia, non avrei voluto. Cosa posso fare per rimediare?»" Rosalie sembrava davvero addolorata.
«Troppo tardi, Rose. Il tuo rimorso vai a sventolarlo di fronte a chi ancora ti crede» rispose acida Alice, riattaccando senza nemmeno aspettare una risposta. Si voltò verso Bella, lo sguardo pieno d'angoscia.
«Alice» farfugliò Bella «Alice, credo che Carlisle sia tornato. Ha chiamato poco fa...»
Alice la fissò incredula «Quando?» chiese con un filo di voce.
«Mezzo minuto prima che arrivassi tu» rispose Bella. Se Carlisle non era a casa, come aveva fatto a telefonare? Se Rosalie aveva detto una cavolata ad Alice giuro che l'avrei uccisa.
«Cos'ha detto?» Alice era sempre più preoccupata.
«Non gli ho parlato io» Bella guardò Jacob. Alice lo incenerì con lo sguardo, lui ebbe un fremito e si sedette.
«Ha chiesto di Charlie e gli ho detto che non era in casa» bofonchiò Jake.
«Nient'altro?» chiese Alice, la voce di ghiaccio.
«Ha riattaccato subito» replicò Jacob.
Uno spasmo gli percorse la schiena.
«Gli ha detto che Charlie era al funerale» aggiunse Bella.
Alice si voltò di scatto verso di lei. «Quali parole ha usato, esattamente?»
«Ha detto: "non è in casa". E quando Carlisle gli ha chiesto dove fosse Charlie, Jacob ha risposto "è al funerale"»
Con un gemito Alice cadde in ginocchio.
«Dimmi, Alice» sussurrò Bella.
«Al telefono, prima, non era Carlisle»
«Mi stai dando del bugiardo?» ringhiò Jacob.
Io lo zittì con un ringhio di rimprovero, che equivaleva ad un "Jacob, sta zitto!".
Alice lo ignorò e andò avanti «Era Edward» le sue parole furono un sussurro strozzato. Alice aggiunse «Crede che tu sia morta»
«Rosalie gli ha detto che mi sono suicidata, vero?» sospirò Bella.
«Si» rispose Alice, torva «A sua difesa, va detto che anche lei lo credeva. Si fidano troppo delle mie visioni imperfette. Ma si è anche azzardata a contattarlo e a dirgli tutto! Non si rendeva conto... non le importava...» la sua voce si spense, terrorizzata.
«E quando Edward ha chiamato, ha pensato che il funerale fosse il mio»
Alice le lanciò un occhiata strana «Non sei sconvolta»
«Bhe, un bell'equivoco, ma con il tempo si chiarirà tutto. La prossima volta che telefona, qualcuno gli dirà come... stanno le...» Bella non finì la frase.
Ma non capiva? Edward non le aveva parlato dei Volturi? «Bella, non ci sarà una prossima volta!» dissi io, lei mi guardò senza capire.
«Bella» sussurrò Alice «Edward non richiamerà. Ha creduto a mia sorella»
«Non. Rie-sco. A ca-pi-re» sillabò la frase quasi in silenzio.
Mi sfuggì un guaito di disperazione, perché non ci arrivava? Le serviva un'insegna luminescente per capirlo?
«È partito per l'Italia» disse Alice.
Finalmente Bella capì, alleluia. «NO!» urlò «No! No, no, no! Non può! Non può farlo!»
«Ha deciso un istante dopo che il tuo amico gli ha confermato che era troppo tardi per salvarti» disse Alice con un tono acido, più che altro rivolto a Jacob.
«Ma lui mi ha... lasciata! Non mi voleva più! Che differenza fa, ormai? Sapeva che prima o poi sarei morta!»
«Non credo che avesse in programma di sopravviverti a lungo» rispose Alice a bassa voce.
«Ma come osa!» Bella si alzò in piedi dal divano.
Jacob, tremando si mise a fare da schermo tra lei e Alice. «Oh spostati, Jake!» disse Bella cercando di passare. «Cosa facciamo? Non possiamo chiamarlo? Carlisle non può fare niente?»
Alice fece cenno di no «È stato il primo tentativo che ho fatto. Ha buttato il cellulare nella spazzatura, a Rio: ha risposto qualcun altro...»
«Prima hai detto che bisogna sbrigarsi. In che senso? Diamoci da fare, in qualsiasi modo!»
«Bella io... non penso di poterti chiedere di...» Alice restò in silenzio, perplessa.
«Chiedimelo!»
Alice posò le mani sulle spalle di Bella per trattenerla dov'era ed enfatizzò certe parole con dei movimenti leggeri delle dita. «Può darsi che sia già troppo tardi. L'ho visto andare dai Volturi... a chiedere di morire»
Bella iniziò a piangere silenziosamente.
«Dipende dal loro verdetto. Non potrò vederlo finchè non prendono una decisione. Se gli dicono di no, ed è probabile che lo facciano -Aro è molto amico di Carlisle e non credo che si permetterà di offenderlo-, Edward ha un piano di riserva. I Volturi sono molto protettivi nei confronti della loro città. Edward sa che se farà qualcosa che ne sconvolga la tranquillità, cercheranno di fermarlo. E ha ragione, lo fermeranno»
Bella rimase a guardarla.
«Perciò, se accettano di esaudire il suo desiderio, è troppo tardi. Se dicono di no, e lui escogita abbastanza alla svelta un piano per infastidirli, è troppo tardi. Soltanto se cedesse alle sue inclinazioni un po' teatrali... potremmo avere ancora un margine di tempo...»
«Andiamo!» urlò Bella.
«Ascoltami, Bella! In tempo o no, ci ritroveremo nel cuore della città dei Volturi. Se riesce nel suo intento, mi considereranno sua complice. E tu sei un essere umano che non soltanto sa troppo, ma ha anche un ottimo profumo. Ci sono parecchie possibilità che ci eliminino tutti... nel tuo caso non si tratterà di una punizione, ma di un invito a cena» io mi schiarì la gola. Si era dimenticata di me? Sarei andata pure io! «Ah, giusto e poi lei è per metà un licantropo... e i licantropi sono nemici giurati dei vampiri» aggiunse Alice.
«Per questo siamo ancora qui?» chiese sconcertata Bella «Se tu hai paura, ci andrò da sola» poi si corresse «Se voi avete paura»
«Temo solo che uccidano anche te» disse Alice.
Bella fece una smorfia sdegnata «Rischio la vita quasi tutti i giorni! Dimmi cosa devo fare!»
«Scrivi un biglietto a Charlie. Io prenoto l'aereo» rispose rassegnata.
«Charlie» esclamò Bella.
«Non permetterò che qualcuno gli faccia del male. Chi se ne frega del patto» disse Jacob cupo e arrabbiato.
«Sbrigati, Bella» esclamò Alice. Bella corse in cucina e iniziò a cercare una penna rovesciando tutti i cassetti.

Alice prenotó in fretta l'aereo per l'Italia. «Chiara, hai il passaporto, vero?» mi chiese la vampira.
«Ehm, forse. Di sicuro non qui con me. E non so dove possa essere»
Alice sospirò «Dovrò trovare un modo per far finta che tu sia un cane, sperando che ti lascino passare..»
Bella sbucó dalla cucina.
«Prendi il portafoglio: ti servirà un documento. Ti prego, dimmi che hai il passaporto. Non ho tempo di falsificartene uno»
Bella annuì e salì le scale di corsa.

«Perché intendi portarla li?» chiese acidamente Jacob.
«È l'unica soluzione possibile, cane» rispose Alice freddamente.
«Ma quei mostri la uccideranno!»
«So che c'è questa possibilità, ma ribadisco che è l'unica soluzione possibile»
«E invece no, puoi andarci tu in Italia a recuperare la sanguisuga depressa!» urlò Jacob ringhiando.
«Tutto ciò è anche colpa tua, se solo avessi risposto a quel dannato telefono più cordialmente Edward non sarebbe andato dai Volturi!» anche Alice si mise a ringhiare.
«E se succedesse qualcosa a Bella?»
«Mi so controllare, così come Edward e gli altri. Non le accadrà nulla»
«Voi sarete anche capaci di controllarvi, ogni tanto, ma le sanguisughe da cui la vuoi portare...»
«Si. Hai ragione, cane. I Volturi sono il fondamento della nostra razza, il motivo per cui quando senti il mio odore ti si rizza il pelo. Sono la sostanza dei tuoi incubi, la paura che muove il tuo istinto. Ne sono conscia»
«E gliela vuoi offrire come una bottiglia di vino ad una festa!» gridò lui.
«Pensi che se la passerebbe meglio se la lasciassi qui, preda di Victoria?»
«La rossa la sistemiamo noi»
«E allora perché é ancora a caccia?»
Jacob ringhiò e fu preso da un forte tremito.
«Basta!» urlò Bella interrompendo la discussione «Discuterete al nostro ritorno»
Alice si fiondò fuori, la seguì velocemente mentre Bella discuteva con Jacob.
Mi sedetti nei sedili posteriori della bella Mercedes di Carlisle.
Appena Bella salì sulla macchina Alice partì a tutta velocità.
Di fianco alla strada intravidi un pezzo di scarpa, scossi lievemente la testa sospirando. Il solito vecchio Jacob... pensai.

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