Tornai a casa, quella giornata a scuola era stata la peggiore di tutte.
Luke non c'era, e Carelli, non faceva altro che stuzzicarmi e dire cavolate su di me.
-Astrid Castellani!- gridó la voce di mia sorella dalla cugina appena entrai.Guardai con aria stanca la porta della cucina socchiusa e feci il medio.
-Dimmi sorellona cara- risposi con un sorriso falso entrando in cucina.
-1 non fare il medio cara, hai 14 anni e non 16. 2 Luke è passato poco fa di qua...- non la feci finire.
-Eh!?- la incitai.-Oggi aveva sciopero ed è tornato a casa, si scusa per non averti avvertita. Ti viene a prendere alle 17.- rispose lei, mettendosi lo smalto.
-Okay- risposi.
Ero contenta che Luke stesse bene, é che lo vedessi fra pochissimo.Salii in camera e mi cambiai i vestiti, che puzzavano di sudore. Mi truccai un po e poi mi buttai sul letto in sua attesa.
17.
Luke arrivó puntuale, ma non entró dalla porta ma dalla finestra.
Scattai in piedi dal letto.-Cristoforo Colombo! Vuoi entrare dalla porta come fanno tutti i benedetti cristiani!?- ringhiai sistemando mi il top che mi era risalito su in fianco.
-No. Io non sono Cristiano. Sono Ortodosso.- rispose lui togliendosi il suo bel cappuccio nero.
-Davvero?- chiesi stupita.
-No. Sono Cristiano e per fare il più figo di quanto sono figo entro dalla finestra- rispose facendomi l'occhiolino.
-Usciamo?- chiesi cambiano argomento.
-Sì certo!- rispose lui rimettendosi il cappuccio, si giró e si diresse alla finestra.
-Luke. La porta e di qua- dissi indicando la mia porta.-Ciuta e scendi!- rispose lui uscendo.
Alzai gli occhi al cielo ma lo seguì lo stesso.
Uscii dalla finestra e scesi sul tetto.Non mi ero mai accorta di quanto fosse alta la mia casa. Indietreggiai leggermente per l'altitudine.
-Alcatraz muovi le chiappe! -gridó lui da sotto.
Mi arrampicai alla scaletta che avevamo al fianco della casa.Scesi in fretta, perchè non volevo essere beccata da mia sorella, a scendere dal tetto.
Nel scendere di corsa mancai un gradino, ed inciampado caddi in braccio a Luke che mi afferró da sto il ginocchio.
-Ringrazia che c'ero io sotto.- rispose lui mettendomi giù.Gli tirai il cappuccio sugli occhi azzurri perché in quel momento sentii le mie guance arrossire.
-Luke, dove si va?- chiesi.-Sta tranquilla.- rispose lui incamminandosi verso la strada.
-Con te non bisogna mai essere tranquilli!- gridai rincorrendolo.Camminanno per parecchio tempo senza parlarci. Soltanto quando arrivammo a una casa, isolata dalle altre e dal aspetto disabitato parlai.
-Che cavolo ci facciamo qui Luke?- chiesi guardandomi intorno.
-Ti faccio conoscere il diavolo. Vieni- rispose lui correndo dentro la casa.
La casa era deserta all'interno c'era un vecchio divano, al centro della stanza, e affianco un cucinino ancora intatto ma pieno di ragnatele.
-CALUM È VERGINE!- gridó Luke.
Volevo tirargli una botta sulla spalla ma, non lo feci perché da una stanza spuntó una ragazza con una bomboletta in mano.I suoi capelli biondo scuro, erano spettanti e gli davano un aria da ribelle.
I suoi occhi erano vitrei e pungenti, anche essi addobbati di mascara e matita nera.
-Sul serio? Ancora con questa storia?- chiese.
STAI LEGGENDO
||Alcatraz|| Luke Hemmings
Romance-Prometti che questo sarà il primo è l'ultimo nostro bacio. - dissi. Non lo guardai negli occhi, perché mi feriva dire che quel bacio non fosse bello, che non lo avrei desiderato, ma mi faceva stare male pensare che lui stesse con una ragazza e che...