POV SEBASTIAN.
-C'è una visita per te, esci.- Mi dice una guardia in tono secco.
-Chi è?- Ribatto nello stesso modo.
-Un uomo.Alto, biondo, ti assomiglia.
Un sorriso si affaccia sulle mie labbra, non servono altre parole per convincermi. Esco dalla cella e seguo l'agente attraverso dei corridoi bui e pieni di muffa, di certo questa prigione non viene pulita da qualche anno.
Mi porta in un piccola sala dove lui è seduto di spalle, e aspetta. Aspetta me.
-Avete 10 miunti.- Comuica la guardia prima di sparire.
-Basteranno.- Sussurra la sua voce, e la riconosco perfettamente. E' mio padre, Valentine.
-Ce ne hai messo di tempo- Mi lamento.
-Dovevo trovare il modo di farti uscire.
-E l'hai trovato?
-Aspetta la mezzanotte, vedrai che poi capirai da solo. Intanto tieni questa.- Mi porge una pistola levigata, fredda al tatto, proprio come la mia pelle.
-Come hai fatto ad entrare con questa?- Gli chiedo senza però mostrare alcun segno di sorpresa.
-Non sottovalutare mai tuo padre, Sebastian Morgenster.- Mi riprende in tono freddo -Arrivedeci, figlio mio.- Mi tocca la spalla, non in un gesto amichevole o d'affetto, ma di pura complicità e malvagità.
Dopotutto, non mi ha mai dato alcun sengo di dolcezza, ma se sono cresciuto forte e indistruttibile devo tutto a lui.
Ritorno nella mia "gabbia" e aspetto, digrignando i denti per l'impazienza e fissando il soffitto sporco, cercando di prender sonno e riposarmi un po'.
Quando è ormai notte fonda,avverto degli spari vicini, e mi alzo velocemente cercando di vedere qualcosa. Poi la serratura della mia porta fa uno scatto metallico, ed ho la certezza di essere libero.
-Hey cazzone, da quanto tempo!- Sussurra una voce mentre esco.
Inizialmente gli punto la pistola contro, poi riconosco i lineamenti del viso marcati, il fisico asciutto e i capelli nerissimi. -Trevor!- Lo saluto facendogli un sorrisetto.
-Che hai combinato stavolta?- Mi chiede mentre usciamo.
L'aria gelida mi penetra i vestiti togliendomi il fiato, mentre gli rispondo con voce roca.- Poi ti spiego. Mi devi aiutare a finire un lavoro però.
-Di che si tratta?
Sorrido -Vendetta.-
POV ISABELLE.
-Sei pronta?- Mi urla Jace dalle scale. -Sono 2 cazzo di ore che stai dentro al bagno!
-Se una persona è bella, che male c'è nello specchiarsi un po'? E poi tu dovresti saperlo!- Borbotto.
-Che palle che siete tutti e 2, siamo già in ritardo.- Ci sgrida Clary.
Sto per ribatter con una delle mie solite battute, quando interviene mio fratello. -Ah, e io sarei una palla?- Il tono in cui lo dice è abbastanza provocante, so già cosa sta per succedere.
A quell'affermazione seguono rumori strani e fruscii ancora più strani. -RAGAZZI, EDDAI!- Mi lamento.
So già per certo che Clary è diventata bordo', e Jace se la sta ridendo. -Cammina modella, esci da quel bagno.- Mi riprende lui in tono scherzoso.
Mi decido ad andare da loro, e la mia migliore amica mi guarda con un sorriso. -Sei bellissima.
-Sì, apparte questa enorme cosa che ha preso il posto della mia pancia...
-Ma zitta, che non si vede nemmeno!-Jace mi lascia un tenero bacio sulla guancia.
-Oh certo, infondo ho solo preso 8 kg. Che vuoi che siano?
-Sorellina, stavo scherzando quando ho detto "modella", non l'avevi capito?- Mi prende in giro.
-Ah,ah,ah. Ma quanto mi fai ridere!- Ribatto mettendo il broncio. -Potresti prendere in considerazione l'idea di fare il comico.
E tra battute pungenti e risate sincere arriviamo dalla dottoressa.
E' la 2° ecografia che faccio, però mi sento emozionata lo stesso. E' strano sapere che c'è un piccolo cuore che batte dentro di me, ma adoro sentire i suoi calcetti che ha iniziato a tirarmi da qualche settimana. E poi il fatto che la mia pancia sia già piuttosto evidente fa in modo che i miei amici facciano tutto quello che voglio e mi aiutino per ogni cosa. Ciò a volte è stressante dato che sono molto indipendete, ma è divertente vedere come si danno da fare per me.
Adoro tutto questo, sono una ragazza con una famiglia benestante,una vita sociale attiva, degli amici pazzeschi e un fratello fantastico. L'unica cosa che non va è l'amore... Argomento ormai tabù per me.
Lui non si è fatto più sentire, dovrei chiamarlo io, ma il dubbio e la paura di venire rifiutata ancora una volta mi bloccano. Forse dovrei solo lasciare che il tempo passi, magari le cose prima o poi si aggiusteranno, non credo che sia così stronzo da non venire mai a trovare il bambino, o me, o Clary, o la sua famiglia.
Prima o poi tornerà, questa speranza l'avrò per sempre.
-Stai pensando a lui, non è vero?- Mi chiede Clary in tono triste. Non mi ero nemmeno accorta che si era avvicinata.
-Sì... Ma tranquilla, sto benone.- Le rispondo abbracciandola.
So che non ci ha creduto, mi conosce troppo bene, ma so anche che non vuole approfondire questo argomento dato che questa situazione fa male anche a lei, infatti lascia stare.
Entro nella camera da sola, mi stendo e inizia la visita. E' tutto come la scorsa volta, le solite tendine scure che non fanno passare la luce del sole, lo stesso letto grigio topo al centro della stanza, e la dottoressa con il naso aquilino.
-Cresce forte e sano.- Proclama lei alla fine sorridendo gentilmente. -C'è sempre quel rischio che ti ho fatto presente l'altra volta, ma non pensiamoci finchè non sarà arrivato il momento.
-D'accordo, arrivederci.- Sto per andarmene, poi però lei mi ferma.
-Vuole sapere di che sesso è?
Lo voglio sapere?
-Sì, ma insieme agli altri. Posso prendere le analisi?
-Certo, sono le sue.
Esco, e consegno i foglietti a Clary. -Vai, leggi ad alta voce.
Legge cose senza importanza per un po', poi le si illuminano gli occhi. -E' un bel maschietto!
Sorrido, sono contenta. Mi sento bene, e non vedo l'ora di vederlo, non solo nascere, ma crescere, vederlo iniziare a parlare, a leggere, prendere la patente, innamorarsi,dare il primo bacio, sposarsi, litigare, piangere. Mi sembro già una vecchia nonnina, eppure voglio tutto questo.
-Congratulazioni.- Sento dire ad una voce dietro di me. Mi giro. Aline?
POV CLARY.
Sento una rabbia ceca e sorda montare dentro di me. -Cosa ci fai tu qui?- Le chiedo fredda. Sto cercando di fare appello a tutta la forza di autocontrollo per non saltarle addosso dopo tutto quello che ha combinato.
E poco mi importa se ha un sorriso da santarellina e adesso sta su una sedia a rotelle, tutto ciò che davvero penso è che è una grande stronza. Sembrerò crudele, ma non mi importa.
Vedo lo sguardo di Izzy e Jace fermarsi su di me, a metà tra l'impaurito e lo scandalizzato, ma nessuno dice niente.
-Clary, io... mi dispiace.
-Ti dispiace? E di cosa? Di avermi drogato? Di avermi fatto stuprare? Di avermi quasi ucciso? Di avermi ferita?- Non mi interessa se i suoi cchi si stanno riempiendo di lacrime e non sa cosa dire, voglio solo che soffra almeno quanto ha fatto soffrire me.
-Clary adesso basta.- Mi ferma Jace.
Lo guardo. -Basta? BASTA?- Non riesco a fermarmi -Che c'è, ora che è tornata hai ancora una cotta per lei?
Mi guarda come se fossi impazzita -Che cavolo dici?
-Vaffanculo. A tutti e 2.
-Clary, te la stai prendendo un po' troppo...- Cerca di calmarmi Isabelle.
-Vaffanculo anche a te allora.
Scappo.
Corro via, non so bene dove, tutti all'ospedale mi guardano come se fossi impazzita, e sento le voci di quelli che credevo essere miei amici che mi chiamano. Probabilmente mi stanno seguendo, ma non mi importa.
Voglio solo stare sola per un po', per pensare a ciò che è appena successo. Chiedo troppo?
Appena esco dall'edificio prendo un taxi. -Dove la porto signorina?- Mi chiede il taxista.
-Al Java Jones, perfavore.
E partiamo.
POV JACE.
Sto correndo come un pazzo, e quando credo di averla raggiunta il taxi parte. -Merda, merda, merda!
Come mi è venuto in mente di difendere Aline? Okay, lei stava esagerando, ma ha subito davvero troppo da parte sua. La sua reazione è stata perfettamente normale.
Izzy appare davanti a me con il fiatone -Dov'è andata?
-Non lo so. Ci dividiamo e la cerchiamo?- Propongo.
-Va bene. Ci vediamo dopo.
Inizio a perlustrare la città , poi vado a casa sua, a casa mia, ai nostri ristoranti preferiti, ad alcuni bar, al parco che lei preferisce, ma niente.
Mi fermo, devo pensare come se fossi lei. Dove andrei se avessi appena litigato con il mio ragazzo e la mia migliore amica?
Dal mio migliore amico.
E se il mio migliore amico fosse partito per Londra, quale posto me lo ricorderebbe?
Sorrido trionfante, ho capito.
Non appena apro la porta del Java Jones, la trovo seduta da sola ad un tavolino davanti ad una tazza di caffè, mentre ha lo sguardo perso nel vuoto.
Mi avvicino, poi mi siedo affianco a lei. Non si muove, non mi guarda, così le prendo la mano, e la stringo forte per non farla allontanare da me.
-Scusa... Sono stato un cretino prima. Farò tutto quello che vuoi, ma perdonami.
-Con "tutto quello che vuoi" intendi anche portarmi a casa e sfamarmi?- Tiene gli occhi bassi.
-Sì.- La vedo sorridere, così le alzo il mento e la bacio dolcemente.
C'è ancora della tensione tra noi, ma almeno ci siamo chiariti in fretta. Non voglio affatto litigare con lei per una cosa del genere.
Appena torniamo a casa, sto per andare in cucina a prepararle qualcosa da mangiare quando lei mi salta addosso, cercando affannosamente la mia bocca.
Mi stacco un attimo per riprendermi -Ma non avevi fame?- Le chiedo.
-Ho fame di te,scemo.- La vedo arrossire, ma questo non toglie ciò che ha detto.
Con uno slancio me la carico sulle spalle e salgo velocemente le scale, per poi buttarla sul letto della mia stanza.
-Non puoi dirmi una cosa del genere Rossa.
-E perché no?
-Ce l'ho già duro di mio, ci manchi solo tu. -Le sussurro all'orecchio, facendola diventare viola. -Però, potresti fare qualocosa al riguardo.- Continuo trattenendo a stento l'eccitazione e le risate.
Lei mi da' qualche pugno sul petto -E cosa?
-Mmh...- Mormoro.
La bacio di nuovo, e poi i nostri corpi si uniscono.
ANGOLO AUTRICE.
Eccomi come promesso con il nuovo capitolo! Spero che vi piaccia, a domenica prossima. :*
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When life changes. (Shadowhunters)
FanfictionClary è una normalissima adolescente di 16 anni. Va al college, ha degli amici e un fratello che le rompe. Tutto procede bene nella sua vita, ma se un giorno le accadesse un incidente? E se si perdesse in un luogo sperduto? Se aggiungiamo amore, ami...