Semplicemente Grazie.

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*2 GIORNI DOPO.*


POV ISABELLE.



-Signorina, la dimettiamo. Mi raccomando non può affaticarsi, portare pesi e le consiglio di riposarsi in questi giorni. Sarà dura crescere 2 bambini, soprattutto se avranno un bel caratterino proprio come la mamma.- Mi sorride e io ricambio.
Mi alzo dal letto con una smofia, ancora ricordo il dolore allucinante di 2 giorni fa. Com'è possibile che due pargoletti del genere possano fare così tanto male?
E già Jamie mi aveva straziata, ma Lily...
La porta alle mie spalle si apre ed entrano tutti i miei amici. Le mie povere orecchie sentono di nuovo il canto molto poco dolce , e anche leggermente irritante, della mia bambina. Mio figlio è calmo, perché lei no?
-Allora, pronta per tornare a casa?- Mi chiede Alec prendendo il mio borsone da terra e rivolgendomi un sorriso. E' così gentile con me... Anche perché sennò sa che lo strozzo.
-Andiamo.- rispondo calma.
Guardo Jace che sta cullando il mio bambino con dolcezza, sussurrandogli qualcosa all'orecchio. Sembra che stia in Paradiso, e rimango incantata dalla bellezza di questa scena.
-Hey, non è che ti stai preparando ad essere papà vero? C'è qualcosa che non mi hai detto?- Gli chiedo ironica, mentre osservo Clary che smette di cullare Lily e abbassa gli occhi alla mia affermazione.
-Sorella, non starei mai 9 mesi in astinenza!- Mi risponde mio fratello ridendo, facendo ridacchiare anche me.
Lasciamo l'ospedale, incamminandoci verso la macchina.


POV SIMON.



Corro verso l'ospedale, sperando di essere ancora in tempo. Cazzo, che figura da sfigati correre in questo modo! E che cavolo sto facendo ,poi?
Io non sono il papà, perché corro verso di loro?
Ieri, quando Alec mi ha chiamato, non potevo crederci. I bambini erano due. Ed avevano i nomi che avevamo fantasticato di dare ai nostri figli nel futuro.
Lì per lì era stato uno scherzo, una battuta, eppure lei l'aveva fatto.
Sapevo che aveva combinato un gran casino e che non sarebbe stato facile riprovarci con la loro esistenza, ma avevo avuto abbastanza tempo per capire che era ciò che volevo.
Sento le gambe cedermi, ma non posso, non posso fermarmi. Ormai manca meno di un chilometro.
Ed eccolo, ecco la struttura dove sono loro. Man mano che mi avvicino distinguo sempre meglio le figure, mi sembra quasi di vedere Isabelle , sto proprio andando.
No, aspetta. Ma quella e' Isabelle!
E quella che le sta andando incontro... è una macchina?
Cosa?
No. NO!
-ISABELLE!- Urlo. Vorrei strillarle di stare attenta, che sta per essere investita, che se morisse infreggerebbe tutti i miei sogni, le mie speranze e i miei desideri.
Ma l'urlo mi muore in gola, non appena vedo una sedia a rotelle sfrecciare verso di lei, spingerla in avanti, e salvarla.
Si sente un urlo. Cazzo.
Riesco a riconoscere la sua voce. Aline?
La macchina continua a sfrecciare, come se non l'avesse appena investita, e quando oltrepassa il suo corpo la vedo. E' ferma. E' immobile. E' immersa in una pozza di sangue che man mano si allarga sotto di lei.
Lei è... Morta.
Mi accascio sul terreno, sento che le forze mi abbandonano, mentre lacrime salate scendono lungo il mio volto.
Aline... Semplicemente, grazie.


****


Quando, una manciata di minuti più tardi, sento che le gambe possono sostenermi, mi alzo e mi avvio tremante verso il gruppo vicino all'incidente.
Una barella porta via il corpo di Aline, coperto da un telo bianco. Non ci sono più speranze per lei.
Non potrà innamorarsi.
Non potrà farsi una famiglia.
Non potrà avere un lavoro.
Non potrà essere felice.
Non potrà più vivere.
Sento i medici parlare di "morte istantanea" almeno non ha sofferto, o almeno credo.
Ora sono a un passo dai miei amici, tutti piangono. Clary singhiozza forte, e si stringe a Jace, attenta però a non schiacciare gli esserini che sono fra le loro braccia.
Isabelle si gira, come se avesse percepito la mia presenza, e mi guarda.
Pensavo che mi avrebbe urlato contro, che mi avrebbe preso a pugni piangendo di rabbia, che mi avrebbe preso a parolacce, e invece si butta su di me abbracciandomi.
-Scusa...- Le sussurro all'orecchio.
-Taci, stupido. E' tutto okay.- Mi mormora all'orecchio.
-Ti amo.- Diciamo insieme.
E in quel momento, lo so sul serio, che siamo okay.


*IL GIORNO DOPO.*


POV CLARY.



Il prete continua a parlare , ma io non gli presto attenzione. Continuo a fissare la sua bara, immobile.
Mi aspetto ancora che da un istante all'altro sbuchi fuori dicendo che è uno dei suoi stupidi scherzi, in modo che io possa tornare ad odiarla.
Eppure... Sento che da lì non uscirà più nessuno.
Mi scende una piccola lacrima, ma sento subito delle dita lunghe e callose che la raccolgono con dolcezza.
Alzo gli occhi, e trovo quelli di Jace che mi fissano con un mezzo sorriso triste. -Quanto sei bella, amore mio.- Mi mormora mentre appoggia le sue labbra sulla mia tempia destra.
Mi limito a sorridergli, non riesco a parlare.
La cerimonia finisce, e si procede alla sepoltura, durante la quale mi accolgo che le due persone accanto a cui sta portano il suo cognome, e capisco. Oh...
Delle persone parlano, augurandole il meglio ovunque adesso lei si trovi, e io continuo a non spiccicare parola.
E solo quando tutti se ne vanno, che mi avvicino alla lapide con il mio ragazzo dietro di me.
La accarezzo, saggiandone il marmo freddo e levigato, e solo allora parlo:
-Scusa.


ANGOLO AUTRICE.

Ciao a tutti ragazzi, ebbene siamo arrivati all'ultimo capitolo, dato che domenica prossima pubblicherò l'epilogo. Spero che vi piaccia! <3

When life changes. (Shadowhunters) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora