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#Madison

72 ore senza di lui

Ero cosi spaventata, non volevo che gli succedesse qualcosa, non riuscivo a smettere di piangere. Avevo di nuovo quella sensazione che potessero farmi del male da un momento all'altro
Volevo sapere come stava, mi stava uccidendo.
Non uscivo nemmeno, ero terrorizzata.
La casa che mi aveva comprato Justin era enorme, ma mi sentivo vuota.
Guardavo quel telefono aspettando la sua telefonata, aspettavo di sentire la sua voce e che dicesse che stavano tutti bene.

Era di sera
Erano due giorni che non mangiavo, le cameriere erano preoccupate del fatto che non stessi mangiando.
Sapendo che lui stava affrontando i suoi nemici, mi spaventava così tanto da non uscire di casa e mangiare.
Volevo che lui mi chiamasse anche per due secondi.

Bussarono
-è aperto- dissi
-signorina, cosa le preparo ?- entrò Cara.
Era un'anziana cosi dolce.
-non ho fame- dissi forzando il sorriso
-oh, è sicura di stare bene signorina?- chiese -non mangia da due giorni-
-ho mangiato- mentii
-oggi è il mio compleanno signorina, vorrei che lei mangiasse qualcosa insieme a me- disse
Restai sconvolta dalle sue parole.
Mi alzai dal letto e abbracciai Cara
Era troppo dolce.
-auguri signora Cara-
-non chiamarmi signora, avrò 76 anni ma mi sento ancora giovane-
Ridacchiai
-va bene signorina Cara- le sorrisi
-chiamami Cara, signorina-

-e lei mi chiami Madison, se avessi saputo del suo compleanno avrei comprato un regalo per lei-
Sorrise
-mi basta che lei mangi-

-cosa mi ha portato?- chiesi guardando il piatto poggiato sul comodino

-è una torta che ho fatto io- rispose
-ha già mangiato lei?- chiesi
-mi aspetta qui sotto la torta - rise
- va bene, allora scendiamo- presi il piatto e andammo sotto

C'erano alcune cameriere e quando sentirono il nostro arrivo, si creò un silenzio

-salve signorina, voleva qualcosa?- si alzò una ragazza con i capelli mori
-volevo mangiare qui, se non disturbo- dissi timida
-certo- dissero in coro sorridendo

#Justin

-sei una troia, non riuscirai mai a trovarla- urlai
-sei sicuro?- alzò un sopracciglio
-nemmeno se tu fossi il presidente Obama riusciresti a trovarla. Dì un po' non avevi degli impegni al porto? Che c'è? Non ti hanno voluta perché facevi così schifo? -le feci l'occhiolino
Lei si irritò
-basta- urlò Enrique
Rimase zitta
-vi ammazzerò uno per uno- dissi con disprezzo
- non sei nelle buoni condizioni per dirlo- rise Iglesias
Restai in silenzio sapendo che aveva ragione.
Ero legato, come tutti i miei amici e Joseph, solo David era riuscito a scappare.

Non riuscii a dire una parola.
Le mani mi facevano malissimo per la stretta della corda, l'unica cosa che avevano sbagliato, dovevano usare le manette.
Sorrisi quando riuscii a trovare il coltellino che avevo nella tasca dietro
Aspettavo solo che ci lasciassero da soli, nel frattempo cominciai a tagliare la corda lentamente.
- sai, è un peccato che David non sia qui, non glielo hai detto? - si avvicinò sedendosi sulle mie gambe
Mi fermai a tagliare, non doveva accorgersene quella bastarda.
Stava avvicinando sulle mie labbra e io misi la testa di lato
-togliti puttana, chissà quanti pompini hai fatto per unirti a loro - dissi disgustato
Lei restò a bocca aperta, si alzò e mi diede uno schiaffo
Mi tagliai la mano.
Cazzo.
Cercai di non urlare dal dolore e restai indifferente.

-Vanessa, ascolta bene queste parole- la guardai arrabbiato - quando riuscirò a liberarmi, il primo che verrà ucciso sarai tu-

Lei non parlò.
Conoscevo molto bene Vanessa, aveva paura, molta paura.
Lei sapeva che parlavo seriamente
- andiamo ragazzi, ci aspetta la cena- rise Iglesias
Uscirono dal magazzino e cominciai a tagliare la corda velocemente.
- amico sei un genio-disse Jonathan guardando il coltellino che avevo in mano

TRUE LOVE? (CONTINUO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora