Cammino per le strade ormai deserte di New York. Vi starete chiedendo perché sia così stupida da farlo di notte e, soprattutto, in una città come questa, ma questo è il mio lavoro. Cosa faccio? Spaccio. Lo so, non sono la solita cameriera carina, bianca, bionda e occhi azzurri che immaginate, ma hey, non si può avere tutto dalla vita no? Ritorniamo a noi. Sto camminando per New York alle undici di notte quando finalmente intravedo Central Park, luogo dell'appuntamento con il "cliente dalle uova d'oro", come mi è stato detto. Che tipo di droga vendo? Direi di tutti i tipi, dalla mariwana alla cocaina, escludendo quei strani miscugli di pasticche; io quella roba non la vendo. Okay, sarò stata pure stupida a finire in questo giro, ma non lo sono così tanto da voler andare in carcere per tutta la vita. Ragazzi, quelle pasticche ti uccidono in un secondo se non sai usarle e anche se lo sai, insomma sei fregato. Perciò va bene farsi, ma fatelo nel modo giusto ed è proprio questo il mio lavoro: offrire droga sicura.
Dei passi leggeri e veloci si avvicinano alla mia figura come fossero piedi di un gatto. Buffo. Buffo che io pensi ai piedi di un micio quando ho tra le mani il più grande affare della mia vita o, dovrei dire, adolescenza. Quanti anni ho? Non ci crederete, ma ne ho quindici. Penserete "una ragazzina nera che ha soli quindici anni e vende droga sarà di sicuro una poco di buono!" e non dite che mento, perché è quello che penserei anche io, ma che ci posso fare? Sapete, non tutti nascono bianchi, con dei genitori o dei parenti e tantomeno ricchi. Sono stata gettata in un cassonetto quando avevo neanche un anno, già i miei genitori avevano capito che sarei stata buona solo da buttare. Mi hanno cresciuta le suore nere, perché quelle bianche non mi volevano, dicevano che ero ingestibile e quelle cose lì, tutte balle erano, ma santa di certo non sono. Io il Paradiso me lo sogno di notte, perché so già che nella realtà non ci finirei mai. Troppi peccati ho commesso per una così giovane età, ma sono vergine e spero tanto un giorno di potermi sposare per avere la vita che sogno, ma nel frattempo sono ancora sulla panchina ad aspettare questo cliente che si fa troppo attendere.
-Hey, ragazzina.- un uomo sulla quarantina mi fissa in modo diffidente, come se fossi una ladra. Oh andiamo, ora anche per vendere droga bisogna essere bianchi?! Al diavolo, non vi capisco proprio.
-Tu chi saresti? Ah, non chiamarmi ragazzina.- mi alzo dalla panchina mostrando fiera i miei centosessanta centimetri che contro i suoi centottanta non posso nulla.
-Sei tu la ragazza che cerco?- lo guardo attentamente. È il mio uomo.
-Sì, sono io. Dove sono i soldi?- dico in tono molto deciso, d'altronde con queste persone è l'apparenza che conta.
-Non essere così precipitosa, ragazzina. Prima voglio vedere la roba.- cavoli, si ostina proprio a chiamarmi con quel nomigliolo. Il fatto che io sia di fatto una ragazzina non vuol dire che mi piaccia essere chiamata in questo modo.
-Cinquecento grammi di maria, no? Eccotela qui.- tiro fuori dalla tasca bucata del mio giubbotto un sacchettino trasparente che gli sventolo in faccia.
-Okay, ragazzina, quanto vuoi?- chiede con un sorrisetto sinistro sul volto. Credo che non imparerà mai a chiamarmi normalmente o a non chiamamarmi affatto, come preferisco.
-Beh, io direi mille.- sono soddisfatta e sorrido anche un po' divertita. Vediamo se quest'uomo è quello che dicono tutti essere.
-Insomma, non credi di essere un po' bassa con i prezzi? Io te ne offro tre mila se mi segui.- una cosa che ho imparato nei mei quindici anni di vita è che non devi mai fidarti degli estranei, sì, proprio quello che vi dicono i genitori. Belli o brutti se sono mal intenzionati finirete sempre e comunque male.
-Tu dici? Sarà proprio per questo che ho molti clienti, non credi? Io tre mila dollari te li faccio in una giornata, non ho bisogno dei tuoi soldi.- bisogna capire quando una situazione diventa troppa pericolosa e, di conseguenza, tirarsi indietro. Faccio per girarmi pronta ad andarmene, quando la sua voce mi richiama all'attenzione.
-Olga, ti consiglio di accettare la mia proposta perché se è vero quello che hai detto, hai già tre mila bigliettoni in tasca, no? Con i miei tre faranno sei. Beh, l'unica a guadagnarci potresti essere tu. Pensaci bene.- in effetti oggi non ho racimolato granché, ma non fidarsi di nessuno è l'unico insegnamento che seguirò.
-È proprio per questo che non mi fido di te. Tu cosa ci guadagni?- sono sconcertata dal fatto che sappia il mio nome, ma per la vita che ho scelto l'effetto sorpresa è quotidiano. Basta non lasciarsi prendere dal panico.
-Io? Beh, una bella ragazza da cui andare ogni volta che ho bisogno.- mi rivolge uno sguardo malizioso. Pervertito.
-Mi dispiace per te, ma questa "bella ragazza" ora se ne ritorna da dove è venuta.- rimetto in tasca la mia maria e ritorno indietro a passo svelto, ovvero in strada.
Il buio si fa sempre più nero e il freddo più intenso. Tutto quello che posso vedere sono solo panchine vuote e lattine lasciate a marcire sui marciapiedi. Diciamo che i newyokesi non tengono molto alla loro amata mela, ma alla fine a chi tocca ripulire? Ai parassiti come noi. Ai negri o come preferiscono chiamarci loro, niggas. Non potrò mai lavorare per un paese che mi rende schiava ed è prevenuto nei miei confronti solo per il mio colore di pelle. Pensate di essere liberi? Siete solo degli illusi. Dei passi
alle mie spalle mi fanno sussultare, chi mai mi seguirebbe alle due di notte? Accelero il passo svoltando improvvisamente in un vicolo.-Cavoli, la ragazzina è più intelligente di quello che pensassi.- sento un uomo sussurrare tra sé e sé. Trattengo il fiato finché non sento i passi allontanarsi. Mi volto pronta ad andarmene in fretta da quel vicolo.
-Dove pensavi di andare, ragazzina?- il mio uomo dalle uova d'oro si é trasformato in un criminale, ma forse già lo era. L'unica cosa che ricordo dopo quella frase fu un tuono e un sussurro leggero all'orecchio.
-Dormi, ragazzina. Sarai il mio milione, domani.- e poi persi i sensi.
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La Venere nera
Hayran Kurgu-Venduta!- Quegli occhi mi squadravano come se fossi una preda e, in realtà, forse lo ero. Niente sarebbe stato lo stesso, nulla sarebbe ritornato come prima. Mi è stata rubata l'adolescenza e ora pure la coscenza. 8/07/2021: seconda della categoria...