Era una calda giornata di settembre mentre camminavo a passo lento verso la scuola che mi avrebbe cambiato la vita. Avevo superato tutti gli step dei casting e speravo con tutta me stessa di entrare nella scuola. Decisi di partecipare ai casting dopo l'ennesimo litigio con i miei genitori. A loro non andava a genio che ballassi, quindi lasciai Rovigo e cercai casa a Roma. Trovai un piccolo appartamento, che avrei auto tutto per me. Succedeva alle volte che i miei fratelli Davide, Giulio e Federico venissero a trovarmi, ma quando venivano non si fermavano più di due giorni. Davide aveva 24 anni, Giulio 16 e Federico 7. Mi mancavano molto. Anche se ai miei genitori non piaceva la mia arte, mi hanno sempre appoggiato in tutto il resto. Mi sentivo un po' una principessa da come mi trattavano i miei fratelli, e dato che ero l'unica femmina, nessuno esitava a coccolarmi. Assorta nei miei pensieri non mi accorsi che ero arrivata e mi stavo dirigendo verso la sala relax entrai e notai solo un ballerino e un cantante. "Ciao." Salutai sorridente. "Ciao" risposero i due. Il ballerino lo riconobbi perché si stava scaldando. Era un ragazzo dai capelli castano chiaro, con degli occhi stupendi, era bello. L'altro ragazzo era l'opposto, non che fosse brutto, ma sembrava troppo preciso da come guardava ansiosamente tutti gli accordi per il pianoforte. Superai i ragazzi e mi diressi verso lo spogliatoio. Appoggiai la borsa blu e mi tolsi la felpa, appoggiandola vicino alla prima. Sistemai il top crop bianco che a causa delle mie forme tendeva a salire. Raccolsi i capelli castani scuri in una coda di cavallo e ci spruzzai della lacca. Avevo i capelli molto lunghi, arrivavano ai fianchi, e se non li raccogliessi tutte le volte mi si metterebbero sul viso mentre ballo. Sistemai i leggings neri e presi punte, tacchi e una maglietta nera. Mentre stavo per uscire arrivarono altre due ragazze. Una piccolina, dal viso pulito e la voce sottile, e una dai capelli viola. Mi salutarono entrambe e mi presentai. "Ciao, Sofia." Strinsi le loro mani. "Chiara." Disse la prima. "Elodie." Si presentò la seconda. Vedere le sue labbra scure mi fece ricordare il trucco. Mi guardai allo specchio. Misi del mascara e un rossetto pesca. Tolsi le scarpe da ginnastica e uscii a scaldarmi. Vidi un altro ragazzo. Era molto alto e robusto ma aveva un viso dolce. Gli sorrisi leggermente e lui ricambiò. Mi sedetti a terra e cominciai a scaldare le spaccate. Mi sentii degli occhi addosso. Mi girai e vidi Cristiano, il ragazzo con cui legai ai casting. "Ma come siamo belle!" Mi prese in giro. "Stupido come sempre tu vero?" Fece un sorriso sghembo ed andò a scaldarsi la voce. Mi alzai per andare a prendere da bere ma io e il ballerino che avevo notato ci alzammo insieme. "Oh scusa." Dissi subito. Incrociai il suo sguardo e mi persi nei suoi occhi. "Colpa mia, comunque sono Gabriele." Tese la mano. La strinsi. "Io Sofia." Sorridemmo insieme. Quanto è bello. Pensai. A distrarmi dai miei pensieri fu la mano di qualcuno sul mio sedere. Mi voltai e vidi Gessica. La strinsi a me. "Ciao bellissima." Salutai. "Ciao mora." Lei andò a cambiarsi mentre Gabriele era sparito. Non volevo sembrare ossessionata da lui, quindi lasciai perdere e continuai a sciogliere i muscoli. Dopo poco arrivò Ges che si unì a me. "Ma quel tipo la? Ti sta mangiando con gli occhi." Mi sussurrò all'orecchio. Magari. Pensai. "Gabriele? Non è vero, se mai il contrario, hai visto che fregno?" Gli dissi ridacchiando. Però ora che lo vedo bene non credo stia guardando il muro dietro di me. Dopo non molto ci chiamarono in studio e io ero sempre più in ansia. "Buona fortuna." Mi disse Gabriele. "Anche a te." Gli sorrisi. Arrivati lì ci disponemmo sulle panche. Ai ballerini fu chiesto di sedersi a terra. Eseguii mettendo punte e tacchi sulle gambe. Mi schioccai le dita delle mani, come facevo sempre quando ero nevosa. La prima a essere chiamata fui io. Mi alzai ed andai al centro dello studio dopo le battutine stupide di Cristiano. Per la sua gioia il maestro Garrison mi chiese di ballare Break Free, di Ariana Grande. Era un balletto piuttosto sensuale anche se non era quello più azzardato. Ballai dando tutta me stessa. Poi mi chiesero 'ti ho voluto bene veramente' con Simone. Ballai anche quella è mi stupii di me stessa. In molti mi dicevano che ero molto espressiva e questo a volte non faceva vedere gli errori. Io danzavo da quando avevo 4 anni, quindi da 14. Finito di ballare anche quella coreografia mi misi al centro dello studio mentre parlava Maria. "Allora Sofia." Comincio. "Tu sei la prima, preferiresti il nero o il Bordeaux?" Chiese indicante le maglie. "Il Bordeaux." Risposi nominando il mio colore preferito. "E allora sarai ancora più felice. È tua la maglia." Disse allungando il braccio. Io esplosi dalla felicità e arrivai da lei stringendola a me. Presi la felpa e la misi subito addosso, andandomi a sedere nel posto dove si vedevano meglio i ragazzi. "Gabriele." Disse la voce della conduttrice. Non conoscevo quel ragazzo, sapevo solo il suo nome, ma speravo veramente che entrasse. Vedendolo ballare ci sperai ancora di più. Aveva un movimento bellissimo, e fu quello che anche i professori gli dissero prima di dargli la maglia. Era dentro. Corse nel rialzo dei banchi e mi venne ad abbracciare. "Complimenti, sei bravissimo." Gli dissi tra le sue braccia. "Grazie, anche tu." Poi sciogliemmo l'abbraccio e tornammo a seguire il programma, non risparmiando commenti e chiacchiere.
****
La classe era ormai formata e stavamo camminando verso il resident. Io continuavo a pensare a Gabriele. Il modo dolce di dire le cose, quel suo sorriso che spesso sfoggiava, era bellissimo. Salimmo e ci dissero che le camere erano da 3 e non c'era differenza tra ragazzi e ragazze ma tra ballerini e cantanti. Stanza 16: Sofia Cecconello, Gabriele Esposito, Andreas Müller. Anche Andres conoscevo, eravamo nella stessa accademia di danza. Arrivai davanti alla mia camera insieme agli altri due ragazzi che continuavano a parlare dei loro capelli. "A' rega' siete peggio delle ragazze!" Gli dissi aprendo la porta. "Ok, siccome sono l'unica donna scelgo il letto." Affermai buttandomi a peso morto sul letto vicino al muro. "Chi te dice che poi?" Disse Andreas venendomi vicino. "Ehi, non voglio stare né in mezzo ne vicino alla finestra." Gli puntai un dito contro. Gabriele nel frattempo si era già coricato nel letto accanto a me. "Che hai paura?" Ribattè. "No...cioè...si ok sono una cazzo di fifona va bene?" Entrambi si misero a ridere. "Non fa ridere." Li fulminai con lo sguardo. Loro due si guardarono e poi vennero verso di me. Avevo già capito. "No regà no. Veramente." Gridai mentre mi sollevarono e mi appoggiarono sul letto vicino alla finestra. "Bene ora io vado in discoteca con la mia ragazza, venite?" Chiese Andre sistemandosi il cappello in testa. "No." Risposino all'uninsono io e Gabriele. "Che pippe o'! Io vado, ciao." Disse uscendo dalla stanza. Io mi misi la maglia larga di mio fratello Davide e i pantaloni del pigiama. Uscita dal bagno dove mi cambiai vidi Gabriele già sotto le coperte nel suo pigiama che lo faceva sembrare ancora più bello. Io non sarei riuscita a dormire vicino alla finestra e al buio. Avevo paura di tutto ok? "Gabri?" Dissi piano. La stanza senza luce mi metteva una certa ansia. "Si?" Disse girandosi verso di me. "Beh...io, ecco....vedi...puoi venire vicino a me?" Chiesi. "Sembri la mia sorellina." Ridacchiò camminando verso di me. Alzò la coperta e mi si coricò affianco. Mi mise una mano sul fianco e a quel contatto rabbrividii. "Buona notte." Gli dissi. "Buona notte, ti voglio bene." Rispose. Un onda di felicità mi si è appena infranta addosso.

STAI LEGGENDO
We are//Gabriele Esposito
Fiksi Penggemar'Siamo noi. Due ragazzi che hanno inseguito il loro sogno, partiti solo per danzare e finiti con l'innamorarsi.'