Mirko tremava e continuava a piangere silenziosamente, Sanders era completamente perso e il suo sguardo vagava nel vuoto.
Ovviamente feci la cosa più istintiva: urlai "Mirko illumina la porta che la butto giù" e cominciai a prenderla a spallate ma al quinto colpo ancora quella non dava segni di cedimento, inoltre nonostante il legno che la costituiva fosse completamente marcio mi sembrava di sbattere contro un portone di ferro quando la colpivo.
Stewick non smetteva di urlare, le sue grida parevano quasi urla di gioia, ma il suo viso... il suo viso diceva che gli avevano piegato il corpo, che lo avevano torturato e durante questo trattamento la sua mente si era avvelenata; la mattanza fisica lo aveva portato alla follia.
"Smettila, ti romperai una spalla" disse acida Monika senza guardarmi,
non capivo come facesse a essere cosí tranquilla in una situazione del genere, la paura porta all'odio di coloro che non l'hanno. Le risposi con disprezzo: "Beh, di sicuro tu hai un'idea migliore, come sempre d'altronde...", sudavo a causa di quell'aria malsana della quale ormai mi sentivo completamente impregnato, "Cosa vorresti dire?", chiese lei (non più così calma).
Cominciai imitando la sua voce "Dai buttiamoci nel buio della scuola nonostante abbiamo visto qualcosa muoversi nell'oscurità, sarà divertente!", avevo colpito forte, le avevo addossato la colpa di quella situazione.
A tutti piacciono le situazioni pericolose, adrenalina nel sangue, il battito cardiaco aumenta e ci si sente invincibili ma a rendere il tutto divertente è la consapevolezza di poter uscire da quella situazione quando si vuole, nel momento in cui questa possibilità svanisce allora la paura diventa una patina sugli occhi che non fa più vedere le cose per quello che sono e il terrore diventa una nebbia che offusca mente e giudizio.
"Non ha senso incolpare qualcuno, ormai siamo qui, prendiamo questi... attrezzi o qualsiasi cosa essi siano ed entriamo".
In tutta risposta Mirko urlò e le diede della pazza, Sanders effettivamente prese una di quelle mostruosità metalliche dal muro e la usó per aprire la porta facendo leva, Mirko che dopo l'urlo si era un po' ripreso gli fece luce col cellulare.
"Quando Francesco mi aveva detto quello che era successo, dovevo fare come Minus e correre", quelle mie stesse parole mi diedero speranza, che idiota, Francesco e Lucia erano ancora in auditorium ad aspettarci.
Spensi la torcia del cellulare e chiamai subito Francesco, tutti gli altri intorno a me mi guardavano con un mezzo sorriso, Sanders aveva smesso di provare ad aprire la porta e Monika non sembrava più troppo adirata.Walking alone in Devil's home
That piece of heart of mine
What's happened to my son
Run, run or dieLa maledetta suoneria di Francesco proveniva da dietro il grosso portone dell'Istituto dei Pazzi...
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Monika non c'è
HorrorTop100 horror 2019 L'agghiacciante storia di un gruppo di studenti che scopre le verità nascoste sull' istituto statale che frequenta, la scuola conosciuta come -L'Istituto dei Pazzi-.