I Malati di Corpo (Cap. 11)

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La figura che era appena entrata era ferma davanti a Henry, lo fissava.
Si trattava di un uomo alto poco piú di Sanders con gravi deformazioni, aveva una gamba un po' più lunga dell'altra, il lungo torace terminava con una gobba abominevole, il volto era corrugato in un'espressione oscena tra il divertito e l'adirato, gli occhi di colore diverso ridevano, ma la cosa che più mi colpì fu il braccio destro (diverso dal sinistro che pareva più normale): era molto lungo, quasi toccava il terreno e alla fine, al posto della mano c'era una grossa sfera di metallo con degli spuntoni, come un gatto a 9 code, collegata non so come col polso.
L'età di questo mostro era indefinibile,i corti capelli corvini lo ringiovanivano un po' ma le rughe della faccia lo invecchiavano terribilmente.
Iniziò a parlare:"Finalmente siete arrivati, non vi lascerò accedere ad altri reparti, mi chiamo Stein e sono stato ricoverato perché le mie malformazioni mi offuscavano la mente e il giudizio a volte" sorrise e guardò per un attimo la sfera che gli sostituiva la mano. Si schiarí la gola e riprese "Ma nonostante tutto il Dottore mi ha aiutato, ora convivo senza problemi con il mio corpo, state tranquilli...vi aiuteremo".
Rise, ma la sua non era una risata malvagia, piuttosto di disperazione...Di pazzia.
Continuó a ridere, fino alle lacrime e come la prima di queste toccó il terreno lui si scaglió su Henry che scansó indietreggiando, deluso dal colpo andato a vuoto utilizzó la mano mirando alla testa del nostro compagno ma quest'ultimo paró il colpo usando la mazzetta da muratore (o lungo martello, non so) che aveva con sé.
Minus corse verso di me e mi aiutó ad alzarmi, "dobbiamo aiutare Henry" gli dissi afferrando più saldamente il coltello, "No, troviamo una via d'uscita, Sanders può farcela, noi gli saremo solo d'intralcio, seguimi!" e si lanciò su per le scale.
Abbandonare Henry? Beh lui era forte e avrebbe anche potuto vincere, e poi dovevamo trovare Lucia, forse avrei dovuto seguire Minus...
La colluttazione non sembrava avesse ancora un vincitore poi mi accorsi di tutto, dell'oscenitá che stavo per commettere, dell'errore che mi avrebbe tormentato per sempre: Henry stava piangendo, rispondeva ai colpi non con lucidità ma con terrore.
Un sirena cominció a squillare, un rumore piuttosto anacronistico per quel luogo riecheggiava per tutta la mensa, Minus si affacciò delle scale urlando "La porta si sta chiudendo, correte!", Henry si girò a guardarlo, il gobbo ne approfittó e lo colpí con la mano all'addome.
Henry cadde in ginocchio, il sangue cominció a zampillare fuori dalla ferita, era stato colpito sul basso ventre.
Sentii una rabbia mai provata prima, la sirena continuava a suonare e Minus era sparito ma non mi importava della porta, col coltello stretto in una mano mi lanciai verso Stein che sorrise dicendo "È quasi finita", si scansó appena, lo mancai dandogli le spalle, mi colpì una gamba, caddí in ginocchio, sentivo che stava per arrivare il colpo di grazia.
Non arrivò mai, Henry si era alzato e l'aveva bloccato con il suo martello, lo aveva immobilizzato usando il manico, urló "Colpiscilo!". Senza troppi ripensamenti gli piantai il coltello nel petto, Henry lo lasciò cadere e nonostante la sua ferita sembrasse peggiorare scattò verso le scale. Avevo appena ucciso un uomo,senza pensarci molto, avevo le mani sporche di sangue, ero un assassino.
Una grossa parete bianca (sembrava come una porta d'emergenza) stava lentamente scendendo in modo da bloccare il passaggio (lasciando così le ante della porta normale fuori), Minus era giá dall'altra parte, Henry entrò abbassandosi, io stavo per imitarlo quando qualcuno mi afferrò il piede e mi fece cadere.
Sulle scale, completamente sdraiato Stein mi guardava sorridendo "Tu resterai con me", sbiancai, la porta si stava per chiudere.
"Vai Minus!" La voce di Henry mi diede speranza, lui inginochoandosi bloccó la porta d'emergenza mentre Minus mi afferrava la mano per liberarmi.
Stein cedette e mi lasciò la caviglia , "Non reggeró ancora a lungo!" urlò Henry.
Lo raggiungemmo e chinandoci passammo sotto la porta, aveva la faccia rossa, era sudato e con quell'atto di forza aveva raddoppiato lo squarcio sul suo addome.
Il sangue sgorgava copioso, "Adesso la teniamo ferma noi la porta!" dissi afferrandola e cominciando a tenerla su; il meccanismo fece un rumore rauco che per un attimo coprí la sirena poi sembrò che la porta spingesse ancora di più.
Cominciai a piangere, Henry sorrise stanco e disse "Trovate Francesco", poi fece cenno a Minus si portarmi via.
L'ultima cosa che vidi fu un'orrenda sfera metallica macchiata di sangue prendere Henry.
Sentii poi la porta chiudersi e la sirena finalmente placarsi.

Monika non c'è Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora