Highway to Hell (Cap. 7)

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Era tutto in ordine, il tavolo, gli strumenti, come se non fossimo mai stati lí eppure c'era una grossa differenza: Stewick era sparito, la gabbia era vuota.
Ci avvicinammo al portone, nessuno di noi parló mentre Sanders girava lentamente i grossi pomelli che ci avrebbero condotto in quel posto nascosto, dove era sparito 15 anni prima il nonno di Monika, dove erano stati trascinati i nostri amici, dove paradossalmente solo dei pazzi si sarebbero addentrati.
"Prendiamo Francesco e Lucia e poi via di qua, ci metteremo pochissimo", Mirko...Il solito ottimista.
Il portone si spalancó lentamente, cigolando, davanti a noi delle grosse scale di pietra, larghe quanto il portone, "Quanto andranno in profonditá?" chiese Minus, "Fino all'Inferno" rispose Sanders sorridendo.
Il soffitto scendeva parallelamente alle scale dando una sensazione di soffocamento, non soffrivo di claustrofobia ma le pareti sembrava ci schiacciassero.
Dopo alcuni minuti arrivammo al fondo, c'era un interruttore sul muro, Minus lo premette mentre noi lo guardavamo spaventati, come se dovesse succedere qualcosa di terribile con l'accensione della luce, lo scenario cambiò completamente: davanti a noi vi era un lungo corridoio, qualche quadro appeso e in fondo una grossa scrivania, ricordava vagamente l'ingresso di una casa di riposo trascurata.
Mentre percorrevamo illuminati da una luce fredda e artificiale il corridoio analizzavamo scrupolosamente ogni quadro, nel primo vi era una foto della scuola datata 1981, nel secondo 2 uomini che si stringevano la mano, uno calvo, con dei lunghi baffi, degli occhi profondi e un'espressione grave sul volto; l'altro invece molto sorridente aveva lunghi capelli bianchi e occhi fierae et ferox (fieri e feroci). Scritto con bella grafia sotto l'uomo calvo vi era scritto Cosimo Selli, il nonno di Monika, l'altra figura era anonima, o meglio, qualcuno l'aveva resa tale... Il nome era stato cancellato.
Nelle altre cornici vi erano solo vecchie fotografie in bianco e nero della scuola in diverse date, arrivati davanti alla scrivania il corridoio si diramava a destra e a sinistra, delle targhette indicavano rispettivamente -ala ovest/ala nord- e -ala est-, sulla parete dietro la scrivania vi era una delle pitture nere di Francisco Goya {immagine}.
Mentre gli altri discutevano sulla direzione da prendere e Minus proponeva (il solito idiota) di dividersi io andai dietro la scrivania, c'era una sedia girevole nera con l'imbottitura che usciva, cercai indizi su Francesco e Lucia nei cassetti, trovai un grosso faldone da cui uscivano molti fogli. Ogni pagina aveva i nomi dei pazienti in ordine alfabetico, l'ala del complesso in cui erano tenuti, il relativo reparto e il numero della stanza.
Cercai Francesco, quasi svenni quando lessi il suo nome scritto di fresco con inchiostro nero, era rinchiuso nel reparto -malati di cuore-, ala nord, cosa significava?
C'era un appunto vicino al suo nome: -ancora in cura-. Rabbrividii.
Chiamai gli altri e dopo avergli mostrato il nome di Francesco cominciai a cercare Lucia.
Era nell'ala est, reparto -malati di paura-, un appunto diceva -cura terminata con successo- , "Dio, cosa le avranno fatto?" mormoró Sanders, "La porteremo via di qui" intervenne Monika, con un tono piuttosto indeciso.
Minus prese il faldone "Vediamo...Forse c'è tuo nonno Monika, hai detto che era scomparso giusto?", lei annuí lentamente.
Selli Cosimo non appariva,"Aspetta!" Monika strappó di mano il faldone a Minus e indicó un nome "Selli Louis, è mio zio...É morto poco prima della scomparsa di mio nonno in circostanze misteriose, com'è possibile che sia qui? È nell'ala sud ma il reparto non è specificato", "Adesso dobbiamo trovare gli altri, dopo ci preoccuperemo di Louis, temo che dovremmo dividerci" disse Mirko cercando di sorridere, che forza d'animo aveva, io quasi non mi reggevo in piedi, sentivo il peso della situazione che mi schiacciava mentre lui riusciva a pianificare cosa fare. Dividersi non mi sembrava una buona idea..."A me va bene" dissi cercando lo sguardo di Monika che speravo si opponesse. Lei in tutta risposta disse che sarebbe andata con me e Mirko a cercare Lucia "Ha bisogno di me" aggiunse con gli occhi che le ardevano, "Noi andiamo a cercare Francesco che è nell'ala nord ma ci sono 2 parti del complesso a destra forse è meglio se anche Mirko viene con noi" (odiavo pensarlo ma) Minus aveva ragione.
Per tenerci in contatto avremmo usato i walkie talkie che aveva trovato Monika a casa, in caso ci fossero stati problemi con la linea entro 2 ore, con o senza Francesco e Lucia, ci saremmo dovuti ritrovare a quella scrivania.
Con la mazza da baseball in mano, la torcia nell'altra e il cuore in gola mi addentrai, seguito da Monika, nell'ala est.

Monika non c'è Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora