"Ovviamente il Dottore vorrebbe che premessi questo bottone" l'anziana fece una pausa e ci sventoló davanti il telecomando. Cominciavo a preoccuparmi, l'idea di restare rinchiuso in quell'atrio non era allettante.
La vecchia riprese a parlare con uno sguardo serio e un'espressione cupa sul volto "Voi avete superato la paura, d'altronde siete qui, avete superato l'orrore uccidendo Ismaele e avete dimostrato coraggio non tirandovi indietro, tornando a casa; ma io dico che lungo il tragitto avete perso la speranza".
Mi sentii colpito da quelle parole, in effetti era da un po' che andavo avanti per inerzia, non credevo che Francesco e Lucia fossero ancora tra noi, mi ero aggrappato alla forza e alla speranza di Monika che adesso però vacillava.
"Non avete fiducia, quasi avete la certezza che i vostri amici non torneranno ma nonostante tutto andate avanti, addentrarsi nell'Istituto dei Pazzi senza un barlume di luce è da stupidi, è da pazzi".
Paradossalmente avanzavamo in quell'incubo senza fiducia, senza convinzione; eppure senza credere in un'impresa folle non la si può portare termine, solo dei pazzi avrebbero continuato ad andare avanti e forse era proprio ciò che eravamo diventati, fredde ombre di noi stessi che avanzavano senza uno scopo avendo smarrito il lume della ragione.
"Dimostratemi ora che siete convinti di quello che fate! O non sarete migliori del Dottore che si è macchiato dei crimini più atroci ma per Dio lui credeva e crede tuttora in ciò che fa! Urlate se necessario, convincetemi o giuro che vi chiuderò qua dentro!".Minus si mise a ispezionare le prime camere, a me toccarono le sacche in corridoio. In quella con scritto fortunati trovai un vecchio pelato, nessun segno di violenza, tirai un sospiro di sollievo.
Mi stavo abituando alla morte.
Un gemito, una specie di lamento arrivava dalla stanza che Minus stava per controllare. Mi avvicinai a lui e aprii la porta lentamente. Sul letto c'era un ragazzo legato con delle cinghie, a petto nudo, all'altezza del cuore c'era un segno fatto con un pennarello nero, la lunga barba sporca di sangue...
Francesco! Non potevo crederci! Era ancora vivo!
Quando si accorse che c'era qualcuno nella stanza cominció ad agitarsi, nei movimenti notai qualcosa che non andava: un braccio era libero dalle cinghie, ma non terminava con una mano, c'era una fascia zuppa di sangue. Dio gli avevano tagliato una mano.
Minus era sconvolto, non si muoveva.
Corsi verso il mio amico e dissi "Ehi Francesco! Sono io, sono Mirko, stai fermo adesso ti liberiamo", feci cenno a Minus di avvicinarsi e cominciai a togliere le cinghie. Fu un'operazione piuttosto difficile poiché il nostro compagno non era molto lucido e continuava a muoversi, quando si avvicinó anche Minus sembrò ancora più agitato.
Liberato dalle cinghie sembrò calmarsi, guardai il polso fasciato, cominciai a piangere e lo abbracciai mentre Minus si teneva a distanza.
Ricambió la stretta e cominció a sussurrarmi qualcosa all'orecchio "Non fidarti di Minus, è stato lui a tagliarmi la mano".
Mi sentii svenire, adesso mi spiegavo molte cose: quella maledetta notte era stato lui a far trascinare i nostri amici nell'Istituto, era stato lui a far scattare l'allarme quando eravamo con Stein, lui aveva voluto dividersi all'inizio...Lui voleva abbandonare Henry.
L'avrei ucciso, l'avrei pugnalato al cuore ma adesso con Francesco in quelle condizioni non potevo fare molto.
"Come stai amico? Cosa ti hanno fatto?" Chiese Minus, il maledetto traditore.
"Sono ancora vivo, un attimo ero in auditorium e l'attimo dopo mi sono risvegliato qui, mi hanno tagliato la mano, hanno detto che ero malato, soffrivo d'amore". Fece una pausa e cominció a singhiozzare "Lucia..." mormoró, poi indicandosi il segno sul petto fece un sorriso amaro "Questa doveva essere la cura finale".
Non ero sicuro di come muovermi, non sapevo come uscire da quell'incubo.
"Comunque la porta da cui siamo arrivati è sigillata, dovremo andare avanti" disse l'infame.
"No, torniamo indietro e basta" detto ciò aiutai Francesco ad alzarsi e uscii dalla stanza.
Minus ci seguí silenzioso.
Avvertii dei movimenti nel salone in cui eravamo prima, dei passi, mi fermai. Ero in trappola, non potevo scappare, dietro di me c'era Minus, nel salone qualche folle assassino, in più non potevo correre perché reggevo Francesco che faceva fatica a muoversi.
Ero davanti al portone, non sapevo chi ci attendesse, Francesco avendo anche lui udito i passi nell'altra sala mi sussurró "Scappa".
Si lanciò contro Minus con le poche energie rimanenti, non riuscivo a muovermi e Minus stava avendo la meglio. Respinse Francesco che cadde contro il muro.
La porta dietro di me si aprí, Minus sorrise, poi un colpo alla testa.
Da lì il buio.
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Monika non c'è
TerrorTop100 horror 2019 L'agghiacciante storia di un gruppo di studenti che scopre le verità nascoste sull' istituto statale che frequenta, la scuola conosciuta come -L'Istituto dei Pazzi-.