Un Lavoro Terribile (Cap. 21)

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Decisi ad abbandonare quell'incubo ci incamminammo verso il reparto fantasma, pronti a fare la strada a ritroso e raggiungere in non più di 20 minuti l'ingresso dell'Istituto.
Nell'atrio nel quale avevamo incontrato la vecchia qualcosa era cambiato:c'era una grossa lastra di metallo bianca che impediva l'accesso a un portone non casuale, Il sistema di sicurezza bloccava la porta da cui eravamo arrivati... L'unica via di fuga.
"Era aperta prima, io sono entrato da qui pochi minuti fa" disse il nostro basso amico.
Mi sedetti su una delle tante sedie dell'atrio con la testa tra le mani mentre Minus e Monika guardavano la cartina dell'Istituto.
"Probabilmente la vecchia alla fine ha voluto assicurarsi che restassimo qui" disse la mia compagna.
No...Non era stata lei, ne ero certo.
Avrei voluto aiutare gli altri con la mappa ma sulle mie spalle sentivo i corpi di Henry, Francesco, Lucia e Mirko, erano pesanti da trasportare e inoltre lo stomaco era straziato dai morsi di questi ultimi, fantasmi che avrei portato con me per sempre.
"Ehi Gianlu, vieni" mi disse Minus, mi alzai e mi avvicinai alla cartina.
"Guarda, l'unica cosa che possiamo fare è arrivare qui e sperare di trovare una via d'uscita" mi spiegò indicando il centro della mappa, dove c'era una bruciatura.
"L'ala sud..." mormorai.
Minus abbozzó un sorriso e disse "Sembra che l'unico modo per uscire da questo inferno sia gettarsi tra le fauci di Lucifero".
A me non importava molto in realtà, i miei demoni erano già con me, quello che c'era laggiù non poteva essere tanto peggio...Dio, non sapevo quanto mi sbagliavo.
"L'unico modo per uscire è andare sottoterra? Mi sembra strano Minus" intervenne Monika. Chissà lei come si sentiva, aveva appena visto la sua migliore amica uccidersi ma nonostante ciò sembrava piuttosto lucida, forse voleva solo tornare a casa e dimenticare o forse...Forse era solo impazzita. "Non ci sono altre uscite direi" rispose Minus seccato, anche lui pareva troppo tranquillo.
"Che reparti dobbiamo attraversare per arrivare alle scale?" chiesi io, ero di fretta, volevo farla finita, scappare o morire, entrambe vie di fuga piuttosto valide.
Minus mi spiegò velocemente l'itinerario, si trattava di attraversare qualche corridoio e un paio di reparti, nulla di nuovo.
"Sembra che non ti importi molto di scappare" mi disse Monika mentre attraversavamo il primo corridoio "Un penny per i tuoi pensieri" aggiunse sorridendo.
Non ricambiai il sorriso, non mi andava di sorridere "Sai, hai detto che a farci andare avanti è la volontà di vivere, che quando il mondo colpisce bisogna rispondere con altrettanta forza" pensai a Mirko e a Francesco per un attimo, una prima lacrima mi rigó il volto ma continuai ugualmente "Ma ora che il mondo ha colpito non posso rialzarmi, sulle spalle porto il peso di quattro vite innocenti, e sono davvero troppe, le sento che mi lacerano lo stomaco poi risalendo arrivano alla gola e la stringono...E infine giungono all'orecchio e sussurrano é colpa tua".
"Cos'hai pensato quando ti ho detto che sono violentata?" mi chiese calma Monika, rimasi silenzioso, non capivo dove volesse arrivare.
"Te lo dico io cos'hai pensato" riprese lei, "Hai pensato che era colpa tua",arrivó una steccata al cuore, diretta e precisa, quando raccontó quella storia in effetti mi ero sentito complice dell'accaduto.
"Tu sei uno di quegli idioti che pensano di essere responsabili di tutto, non potevi impedire ciò che mi è successo quella sera ma pensi che avresti potuto evitarlo", "Piuttosto eroico" disse Minus, "Piuttosto stupido" lo corresse Monika.
"Sapete mio zio lavorava in un ospedale psichiatrico, lo abbandonò perché si sentiva colpevole di ogni pazzo che vi era rinchiuso" raccontó il nostro compagno, "Era una brava persona, pronto a porgere una mano, ma la disumanità di quel luogo lo aveva distrutto".
"È un lavoro terribile" disse Monika, Minus sospiró e rispose serio "È un lavoro che qualcuno deve pur fare".
Delle tetre scale si profilarono davanti a noi, non si riusciva a vedere il fondo...Eravamo arrivati.

Monika non c'è Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora