Panico.
Il delirio del Dr. Stewick associato alla suoneria di Francesco rendeva tutto più agghiacciante, eravamo chiusi lí, senza vie di fuga e l'unica possibilità era di gettarsi nell'Istituto dei Pazzi.
La suoneria si fermó, tentai di mandare un messaggio mentre Mirko tentava di chiamare la polizia.
Nessun segnale (ovviamente).
Sanders cominció a urlare nella sua lingua madre e si scaglió contro la porta di legno marcio così forte che sentii le fondamenta tremare, non vi era nulla di umano nel suo volto: la rabbia e il terrore avevano trasformato la sua faccia in una tela sanguinolenta; Monika lo raggiunse per tentare di fermarlo.
Mirko che continuava a piangere mi chiese tra i singhiozzi "Cosa dobbiamo fare?", bella domanda, alzai le spalle e (aiutato dalla torcia del cellulare) cominciai a guardarmi intorno sperando di notare qualcosa che ci fosse sfuggito, una leva, un pulsante...una via d'uscita.
Un urlo, era Lucia, nella mia mente si profilarono spettacoli osceni, le torture più impensabili e malate si stavano riversando su una ragazza che aveva paura della sua stessa ombra.
Era stato Francesco a convincerla, le aveva detto che sarebbe stato divertente vandalizzare qualche aula, la verità era che lui aveva una bella cotta per lei e cercava di farla partecipare a qualsiasi attività solo per passare più tempo possibile con lei.
"Trovato niente?" mi bisbiglió Monika, mi voltai verso di lei e vidi che era riuscita a domare il mastino britannico che ora sedeva accanto a Mirko con la schiena appoggiata al muro; perfino il dottore si era calmato, strisciando era tornato al centro della sua cella, sembrava dormisse, eppure nell'oscurità ero sicuro che mi stesse fissando.
In realtà la mia ricerca era una scommessa persa fin dall'inizio, io stesso ero sicuro che non avrei trovato nulla fin dal momento in cui avevo iniziato a cercare.
"Ehi, rispondi, dobbiamo capire cosa fare", Sanders si avvicinó e ci interruppe esclamando: "Avete sentito Lucia urlare, faremo la stessa fine, sia restando qui, sia entrando nell'Istituto" poi esplose tra le lacrime in un riso amaro.
Fu fulmineo, me ne accorsi solo quando sentii lo schiocco: Monika aveva dato una sberla a Sanders così forte che il gigante vacilló e indietreggió, sulla sua faccia figurava un triste sorriso rassegnato, "Siamo tutti condannati" disse con un filo di voce.
Monika aveva perso la sua compostezza, piangeva, magari sperava che l'urlo di Lucia avesse avuto luogo solo nella sua testa, e invece no, era la sua migliore amica quella che aveva urlato.
"Restiamo qui, sbarriamo i portoni e domani mattina qualcuno ci troverá", Mirko sembrava convinto del suo piano.
Io e Monika ci guardammo con tristezza, il piano faceva acqua da tutte le parti : chiunque avesse preso Lucia e Francesco non era passato ne dal portone ne dalla porta del seminterrato, questo significava che sarebbero potuti arrivare da...qualsiasi direzione (e comunque non c'era abbastanza mobilia per barricare due entrate); inoltre nel caso fossimo sopravvissuti alla notte nulla ci assicurava che la mattina chiunque ci avesse trovato ci avrebbe aiutato, se qualcuno era a conoscenza di quella stanza probabilmente era come quelli che avevano rapito i nostri amici.
Sanders si alzó abbozzando un sorriso e cominció a spostare l'unico tavolo della stanza.
La nostra piccola barricata si componeva semplicemente di un tavolo con una gamba rotta, un paio di vecchi sgabelli e tutti gli armamenti di tortura più grossi.
Finito il lavoro ci sedemmo tutti e quattro vicino alla cella di Stewick (completamente inerte).
Nel silenzio si udí un tonfo, illuminammo la barricata con i cellulari; un'altro tonfo, la barricata iniziò a barcollare, il dottore si alzó di scatto e fissando il portone urló "STANNO ARRIVANDO".
Il cuore cominció a battere così forte che ebbi paura che uscisse dalla gola, ci ritirammo lentamente verso la porticina di legno marcio.
Uno veloce sferragliare giunse dall'altra estremità della porta, non facemmo in tempo a indietreggiare che questa si spalancó cigolando.
"Ragazzi, cos'è successo?"
Monika spinse Minus verso l'esterno prima che provasse a entrare,
"Correte!".
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Monika non c'è
HorrorTop100 horror 2019 L'agghiacciante storia di un gruppo di studenti che scopre le verità nascoste sull' istituto statale che frequenta, la scuola conosciuta come -L'Istituto dei Pazzi-.