Il reparto era veramente vuoto, sembravano anni che nessuno ci passasse, il pavimento era polveroso e il soffitto era pieno di ragnatele, avanzavamo lentamente nell'oscurità del corridoio con la luce delle torcie che ci guidava, neanche le lampade del reparto funzionavano.
"Vuoi chiedermi qualcosa riguardo a ciò che ho detto?" Mi chiese Monika mentre avanzavamo verso il reparto di Lucia, il reparto dei malati di paura.
Deglutii, il suo discorso mi aveva dato un po' di fiducia, non volevo che l'equilibrio si spezzasse, inoltre ero più curioso di sapere qualcosa riguardo a quella notte di 2 anni fa.
"Non ti racconterò delle violenze di quel giorno, e poi scusa, perché tu non hai parlato con la vecchia?" sorrisi amaramente, aveva capito quello che pensavo e mi voleva anche umiliare.
"In realtà, quando ho visto Ismaele, con quegli occhi e quelle cicatrici, il mondo mi è caduto addosso, se appena siamo entrati avevo un po' di fiducia nel ritrovare i nostri amici alla vista di quel mostro le mie poche speranze sono state spazzate via".
Monika si schiarí la gola e incominciò a parlare, usó parole taglienti, come lame arrugginite.
"Sai, io e Lucia ci siamo incontrate in un brutto periodo;da quella notte di 2 anni fa nonostante io da un lato sia diventata più matura e credessi di aver compreso il mondo mi sentivo dall'altro incatenata a quella sera, la mia mente cercava di spaziare, di vedere tutto sotto un nuovo punto di vista ma ricadeva sempre su quell'uomo col cappotto nero".
Arrivammo davanti al portone che ci avrebbe portato da Lucia e ci fermammo, Monika posó la mano sul pomello e riprese a parlare:"Iniziai a tagliarmi, col sangue uscivano anche i brutti ricordi, e il dolore fisico copriva quello mentale; un giorno, poche settimane dopo quella notte, durante le lezioni andai in bagno per...Distrarmi, diciamo, proprio prima che applicassi il primo taglio entrò anche lei è mi fermò, mi abbracciò e incominciammo a piangere, diventò la mia migliore amica, lei che aveva paura di tutto ed io che non avevo più paura di niente".
Fece un sospiro e strinse il pomello con più forza "lei mi aveva salvato da me stessa, io in cambio le avevo promesso che l'avrei protetta dal mondo; adesso è oltre questa porta, se è viva la porterò fuori da qui, se è morta la vendicheró, per questo sono qui, lei mi ha salvato, mi ha ridato speranza e se io sono l'ultima possibilità che ha non lascerò che nessuno mi fermi".
Lasció il pomello e si scoprì il polso bendato, lo liberò dalle fasce, mi mostrò le cicatrici e iniziò a urlare "QUESTO" urló indicandosi i tagli freschi "QUESTÓ NON SUCCEDERÁ MAI PIÙ" detto ciò afferrò il pomello del portone e tirò con una forza tale che avevo paura che i cardini saltassero.
Un corridoio più stretto dell'ultimo ci appariva davanti, la luce era accesa e dei lenti passi si trascinavano in qualche stanza.
La solita targhetta d'ottone all'ingresso recitava "reparto dei malati di paura".
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Monika non c'è
HorrorTop100 horror 2019 L'agghiacciante storia di un gruppo di studenti che scopre le verità nascoste sull' istituto statale che frequenta, la scuola conosciuta come -L'Istituto dei Pazzi-.