Perizie Psichiatriche, Meteo e altre Fantasie (Cap.26)

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Mi sveglio di colpo dall'ennesimo incubo.
Piove molto stamattina, è una pioggerella fitta e uggiosa, detesto la pioggia perché mi rende triste, anzi ora che ci penso la amo, mi fa sentire un poeta.
È da una settimana che piove, dal giorno in cui i miei genitori mi hanno portato qui, anche se in realtà non ricordo nulla del mio arrivo nell'Istituto, mi sono semplicemente ritrovato in un letto con addosso un camice e poi un inserviente mi ha detto che ero svenuto poco dopo che i miei se ne erano andati e che era normale che io avessi la mente confusa.
La mia stanza al contrario della mia testa è molto in ordine, pulita e brillante anche se ieri, o forse due giorni fa, svegliandomi nel cuore della notte mi è sembrato invece che fosse sporca e polverosa, con delle telecamere, un coltello sulla scrivania e soprattutto con un vago odore di sangue, Dio, odio l'odore del sangue.
Probabilmente solo un incubo, ne ho molti da quando sono qui, vedo scene raccapriccianti con persone orribilmente sfigurate che tentano di uccidermi, sogno anche cose belle, una volta ho sognato una ragazza, purtroppo non mi ricordo bene il suo aspetto ma nella mia mente si sono impressi due occhi azzurri freddi come il ghiaccio.
C'è silenzio, odio il silenzio, mi fa riflettere, penso ai miei incubi che sembrano così reali, e se lo fossero?
E perché nelle mie orecchie riecheggia questo nome, Monika, a volte forte con nitidezza, a volte come un sussurro, ma chi è Monika?
"Ehi Gianlu! Tra qualche minuto hai la tua seduta col Dr. Stewick, mi raccomando", Marija, l'infermiera del mio reparto, si era affacciata nella mia stanza sorridendo dolcemente dalla porta per ricordarmi del mio appuntamento, "Certo! Me lo ricordo, grazie" risposi arrossendo.
Quella donna mi era così familiare...
Che mal di testa, forse dovrei aprire la finestra, un po' d'aria mi farà bene.
Che idiota che sono, le finestre sono sbarrate...
Ah volte mi sembra quasi che al di là ci sia solo un muro, attraverso il vetro smerigliato della finestra vedo solo oscuritá come se stessi in un sotterraneo, mi mancano la luce del sole e lo scrosciare della pioggia.
Sono settimane che non piove.
Mi tremano le mani e ho i brividi, la cicatrice che ho sul ginocchio pulsa ma rispetto a qualche mese fa è migliorata, me la ero fatta cadendo dalle scale il primo giorno in cui ero arrivato all'Istituto, o almeno così mi hanno detto, io non ricordo nulla.
Mi sento agitato per la seduta col dottore ma non capisco perché, non ho nulla di cui preoccuparmi, ho solo degli incubi a volte, mentre Lei è solo nella mia testa, so che non esiste...Monika non c'è.
Oppure Lei è reale? No è impossibile
Oggi è esattamente un anno che sono nell'Istituto dei Pazzi.
Ma io non sono pazzo, giusto?

Il Dottore mi aiuterá, come ha aiutato tutti gli altri.





FINE

Monika non c'è Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora