Passato e presente

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Aprii lentamente gli occhi,ero sdraiata sul mio letto e la porta era chiusa.
Sentivo un gran caldo e ricordavo solo vagamente ciò che era successo.
Mi ricordavo della proposta di Al,delle urla di Scorpius e della visione orrenda che mi era balzata agli occhi appena uscita dal tendone della festa:Scorpius correva sulla collina e in braccio a lui il corpo di una ragazza dai lunghi capelli ricci e la pelle scura,ricoperto di lividi.
Quando il viso della ragazza si era lasciato andare,girandosi verso di me,riconobbi subito l'inconfondibile figura di Josleyn Lestrange.
Il mio ricordo svaniva. Svenni.
Il mio primo pensiero appena sveglia fu Josleyn.
Cosa era successo? Come stava?
La porta della mia camera si era aperta e aveva rivelato un Albus che tentava di mascherare la sua preoccupazione.
"Sei sveglia Rosie" disse guardandomi.
Ignorai la sua domanda per porgegliene una fondamentale.
"Come sta?" sussurrai.
Lui mi guardò e aprì la bocca per poi richiuderla.
"Hai fame?" chiese ignorando la mia domanda.
Mi alzai debolmente dal letto,presi la mia bacchetta dentro il cassetto e dalla rabbia la puntai contro Al.
"Albus Severus Potter,dimmi immediatamente come sta la mia migliore amica. ORA!" urlai.
Albus mi abbassò la bacchetta,ma non ebbe il tempo di rispondere che un urlo forte ruppe il silenzio.
Spalancai gli occhi e corsi verso il corridoio.
Le urla provenivano dalla stanza di Lily,fuori la stanza c'era Dominique.
Mi venne incontro. "Come ti senti Rosie?"
"È okay Dom" e le sorrisi.
Poi mi ricordai di Josleyn.
"Cos'è successo?" chiesi.
"Non lo so,continua ad urlare e tiene in mano una foto che non vuole mostrare a nessuno" storse la bocca. "Astoria e Scorpius sono dentro con lei,i genitori sono di sotto" continuò.
Guardai la porta,un altro urlo.
L'ennesimo,un pezzo di cuore che andava via,il battito che accelerava.
"Voglio entrare" dissi soltanto.
Andai verso la porta e l'aprii.
Scorpius mi guardò e aveva gli occhi rossi,stravolti dalla stanchezza e dal pianto.
Ebbi compassione e gli sorrisi.
"Vai a dormire Scorp,resto io qui" dissi.
Mi guardò riconoscente.
"Grazie Rose" sospirò "qualsiasi cosa chiamami".
Annuii e lasciò la stanza.
"Come sta? È grave?" mi rivolsi ad Astoria.
Si girò e sorrise rassicurante.
"Stai tranquilla,non è grave. La temperatura corporea é aumentata,ma ora ha solo bisogno di qualcuno con cui confidarsi" disse "vi lascio sole" e uscì anche lei dalla stanza.
Mi avvicinai al letto dove era stesa Jos e la guardai.
I suoi occhi erano spalancati e rossi,le occhiaie erano così marcate da diventare del colore dei suoi capelli e lo sguardo era spento.
Era molto sudata e le lacrime continuavano a scendere dai suoi occhi.
"Josleyn" la chiamai.
Mi ignorò,era sopraffatta dalla paura e respirava affannosamente.
Il petto si alzava irregolare su e giù e una serie di urli uscirono dalla sua bocca semiaperta.
Continuava a ripetere 'ti prego,no' sussurrando.
"So che puoi sentirmi Jos" cominciai.
"Sono io,sono la tua Rosie e sono qui per te.
Ora tu sei stesa qui che sembri morta e noi,compreso il mio piccolo,siamo tutti molto preoccupati. Possiamo aiutarti se solo tu ce ne dai la possibilità,possiamo aiutarti in qualsiasi cosa tu voglia. Mia madre,mio padre,i cugini..tutti.
Io non posso vivere senza di te ti prego,non lasciarmi.
Una volta mia madre mi disse che gli antichi greci credevano che l'uomo fosse nato con quattro gambe,quattro braccia,quattro occhi,due cuori,due bocche,due nasi..ma agli occhi degli dei risultarono creature spaventose e allora Afrodite,la dea della bellezza,separò ogni uomo e donna in due parti,rendendolo come siamo noi oggi.
Per questo si dice che ognuno di noi abbia un anima gemella,quella parte che Afrodite separò tempo fa. E tu sei la mia,ora ti ho trovata e lotto. Non ti lascio andare così facilmente. Jos?"
Chiesi speranzosa.
Mosse gli occhi,sbattè le palpebre. Le sue labbra erano secche ma comunque udii un lieve sussurro.
"Ti vo-voglio ben-ne Ro-ose" disse tra i singhiozzi.
Si alzò lentamente con la schiena,mi guardò negli occhi e quello sguardo fu come cinquanta coltellate.
Erano occhi iniettati di sangue,rossi da morire.
Erano spenti,pieni di paura. Non riconoscevo quei bellissimi occhi neri di una volta,adesso erano vuoti e fissavano dritto davanti a loro qualcosa di percettibile solo alla loro vista.
Josleyn allentò la presa sul pezzo di carta che aveva in mano e lentamente me lo passò.
Era una foto,più precisamente di sua madre.
Bellatrix Lestrange era lì con un leggero sorriso spavaldo,i capelli legati ma riccissimi e un'espressione felice sul volto.
Sembrava così diversa,i suoi occhi erano pieni di bontà,di amore,di gentilezza e il suo sguardo era innocente.
Intuii che dovesse essergli accaduto qualcosa di davvero molto brutto per renderla come tutti oggi la conosciamo:fredda,malvagia,crudele,con il cuore di ghiaccio macchiato del sangue di coloro che ha ucciso e il braccio marchiato da un giuramento pericoloso,grande anche più di lei.
Alzai lo sguardo su Jos,non capendo il nesso di quel suo gesto.
Scoppiò a piangere e si tuffò nelle mie braccia,bagnando il mio vestito di capodanno.
Anche lei indossava ancora il suo.
Smise di piangere tutto d'un tratto e mi guardò negli occhi.
Guardò la foto e poi di nuovo i miei occhi,finchè non abbassò lo sguardo.
Aprì la bocca secca e la richiuse.
Una lacrima rigò il suo viso ma lei l'asciugò.
Pronunciò solo poche parole,in un lievissimo sussurro. Ma le sentii e bastarono per farmi invadere la schiena dai brividi e gli occhi dalle lacrime.
"È tornata Rose" sussurrò "è tornata per me".

Tanto bello,tanto sbagliato||H.P.NextGeneration⚡️||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora