Erano circa le cinque di pomeriggio e da quando avevamo lasciato il bar dove ci eravamo fermati a fare colazione, non avevamo più fatto alcuna sosta, tranne che per scambiarci il posto di guida.
Uno stormo di gabbiani si levò in sincro sopra le nostre teste, formando un'enorme nube biancastra.
"Siamo vicini al mare" dissi sporgendomi in avanti e seguendo la scia degli uccelli col naso puntanto all'insù.
"A quanto pare..."
Era silenzioso, da quando aveva ripreso il comando della sua auto non aveva proferito parola. Ogni tanto mi ero soffermata a guardarlo per cercare di capire cosa stesse pensando, ma i suoi occhi erano perennemente fissi sulla strada di fronte a sè.
Feci un leggero sospiro e allungai la mano verso la radio per accenderla.
La stazione su cui era sintonizzata stava rilasciando una canzone molto melodica, rilassante, leggera. Era perfetta per quel momento.
Chiusi gli occhi, per entrare al massimo nelle parole e nel senso della canzone, ma all'improvviso cadde il silenzio.
Riaprii gli occhi e vidi la mano di Justin posata sul pulsante d'accensione.
"Scusa Becky, non ho proprio voglia di ascoltare la musica adesso" sussurrò dispiaciuto, passandosi poi una mano sul viso.
Era stanco, lo capii subito. Aveva delle occhiaie tremende e gli si chiudevano gli occhi, la testa ciondolava e dovette appoggiarsi la mano sotto al mento per tenerla su. Mi faceva una tenerezza infinita.
"Justin, fermati. Sei troppo stanco per continuare a guidare" gli dissi allungando il palmo della mano verso la sua guancia. Lo sfiorai e ritrassi subito la mano appena toccai la sua pelle.
Era bollente.
"Oddio ma tu scotti. Fermati subito, dobbiamo riposarci da qualche parte" dissi voltandomi completamente verso di lui.
"Sto bene" sussurrò debolemente.
Razza di un cocciuto.
"No, non stai affatto bene. Sei bollente. Hai sicuramente la febbre ed è tutta colpa mia"
Abbassai il viso, delusa da me stessa per averlo cacciato in una tale situazione, e triste nel vederlo stare male.
Fu in quel momento, appena terminai la frase, che il biondo frenò bruscamente accostando sul ciglio della strada.
"Ripeti un'altra volta che è colpa tua e io..." sbuffò. "Scusa, hai ragione sono terribilemente senza forze, ma Becky ti prego non pensare che la colpa sia tua. Ti prego.."
I suoi occhi, lucidi per via dell'indisposizione, mi fissavano aspettando che dicessi, o facessi, qualcosa.
Così sorrisi, nel miglior modo che mi era concesso, e mi slacciai la cintura. Mi avvicinai a lui e gli presi il volto tra le mani prima di far combaciare le mie labbra alle sue.
Gli lasciai un bacio a stampo, molto leggero, quasi impercettibile, poi un altro e un altro ancora finchè quei baci non diventarono uno solo, romantico e pieno di passione.
La sua mano mi avvolse un fianco, mentre l'altra mi accarezzava i capelli dolcemente, come se da un momento all'altro avessi potuto rompermi in mille pezzi.
"Becky io..." sussurrò poi ancora con le labbra sulle mie "io..."
Cosa? Tu cosa?
Stava per dirmelo, quando la suoneria di un cellulare riempì l'abitacolo.
"È il mio" esclamò dopo aver estratto l'oggetto dalla tasca. "È mia madre"
Lo guardai sbarrando leggermente gli occhi, la gola mi si seccò per un istante e i peli mi si rizzarono sulle braccia.
Lo guardavo, lui guardava il display senza accennare a rispondere.
Alla fine appoggiò il cellulare sul cruscotto, lasciandolo squillare.
"Non rispondi?" domandai appoggiandomi al suo petto.
"La chiamerò da una cabina telefonica. Non voglio che rintraccino la chiamata e scoprano dove siamo" spiegò circondando le braccia attorno a me.
Mi sentivo così protetta e al sicuro accanto a lui, non desideravo nient'altro in quel momento. Anzi, forse c'era qualcosa di cui avevo bisogno, oltre a lui, e quella cosa era un letto su cui dormire.
"Che dici se cerchiamo un motel o qualcosa per dormire e riprendiamo il viaggio domani?" proposi staccandomi e rimettendomi al mio posto.
Il biondo mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e annuì, accennando un lieve sorriso.JUSTIN POV
Becky aveva ripreso il volante ed era diretta verso il confine con il Messico. Su internet aveva trovato un piccolo hotel economico a pochi dollari a notte. Ovviamente, non avevo intenzione di fare a metà con lei, avrei pagato io per entrambi.
Dopo un'ora finalmente arrivammo a destinazione. Durante il viaggio avevo cominciato a sudare freddo e a peggiorare ma era tutto sotto controllo.
Parcheggiata la macchina davanti al muro di mattoni blu cobalto, la ragazza scese velocemente dall'auto e afferrò la nostra roba dai sedili sul retro.
Mi diede una mano a scendere ed entrammo.
Appena varcata la soglia, un tipo alto con i baffi neri ci si avvicinò squadrandoci con aria sospetta.
"Cosa volete?" chiese e dal suo alito pensai si fosse scolato l'intera cantina.
"Salve, vorremmo una camera... solo per stanotte" mi precedette Becky.
Quel tipo non mi piaceva e non mi piaceva nemmeno il modo in cui la guardava dalla testa ai piedi, soffermandosi principalmente sul suo seno.
L'uomo fece un ghigno ed andò dietro al bancone, prese un mazzo di chiavi e me le porse facendo l'occhiolino.
"Trattala bene quella bambolina" biascicò.
Non lo degnai di uno sguardo e feci per andarmene, ma un rumore sordo mi costrinse a voltarmi nuovamente.
"I miei soldi?!". Con il pugno piantato sul tavolo, il tizio sputò a terra prima di rivolgermi nuovamente lo sguardo.
"Quant'è?"
La voce di Becky alle mie spalle mi fece sussultare leggermente. Aveva coraggio la ragazza, e la cosa mi piaceva, ma avrei preferito vedermela io con lui.
"Vediamo... Facciamo 30 dollari, solo perchè sei talmente bella che ti porterei a letto all'istante" rispose.
Eh no, questo non dovevi dirlo.
"Senti cazzone, parlale di nuovo così e.."
"Cosa? Cosa mi fai eh, pivello? Questo è il mio hotel e parlo come cazzo mi pare. Non ti sta bene? Allora vattene"
Strinsi i denti per contenere la furia che si stava sprigionando all'interno di tutto il mio corpo.
Ero tentato a tirargli un cazzotto su quel naso da aquila che si ritrovava, ma la mano di Becky sul mio braccio mi calmò.
"Justin andiamo, lascia perdere" sussurrò lasciando 30 dollari sul tavolo di legno, prima di iniziare a camminare verso le scale.______
La stanza era piccola, ma accogliente. Il letto matrimoniale era coperto con un panno di lana bianco, anche se la temperatura, rispetto a quella di Los Angeles, lì era più alta.
Becky appoggiò le nostre cose sul pavimento e mi si avvicinò.
"Sdraiati, vado a bagnare un asciugamano da metterti in fronte" sussurrò lasciandomi un dolcissimo bacio sulla guancia, per poi sparire nel bagno.
La ascoltai e mi andai a sdraiare sul letto. Mi passai entrambe le mani sul viso e constatai che stavo ancora sudando perchè queste si inumidirono.
Mi scoppiava la testa, avevo bisogno di dormire.
"Eccomi"
La bionda tornò pochi istanti più tardi e mi posò una salvietta sulla fronte. Chiusi gli occhi e mi rilassai completamente appena lei si mise accanto a me e mi abbracciò.
"Va meglio così, vero?"
Il suo sussurro nel mio orecchio mi fece rabbrividire.
Il fatto di essere con lei, da solo, in una stanza d'hotel, su un letto matrimoniale, significava solo una cosa: avremmo dormito insieme nelle stesso letto, senza doverci nascondere.
A quel pensiero riaprii gli occhi e mi girai verso di lei. Incontrare i suoi zaffiri blu come l'oceano era una delle cose che amavo di più. Il suo viso così vicino al mio, le sue labbra così vicine alle mie e il suo corpo così vicino al mio... All'improvviso la voglia di dormire sparì, lasciando spazio ad un altro tipo di voglia."Justin..." disse lei.
"Sì Becky?!" chiesi.
Deglutì.
"Ti voglio mio"
L'aveva detto sul serio? O forse stavo sognando? Avevo la febbre quindi tutto era possibile.
Ma no, cazzo no, l'aveva detto sul serio perchè subito dopo quella frase la sua mano finì sui bottoni della mia camicia.
Mi aveva letto nel pensiero?SPAZIO AUTRICE
Buongiorno!!!!!
Ci sono eh, sono viva, sono in ritardo con la pubblicazione rispetto alla tabella di marcia ma ho avuto un pochino da fare (esami per intenderci).
But now, adesso sono qua!
Personalmente questo capitolo mi piace molto, a voi?
Credo che tutte abbiate un'idea su cosa succederà nel prossimo capitolo *risatina maliziosa* quindiiii alla prossima ;)
Kia xx
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Saver || J.B. {Conclusa}
FanfictionBecky ha perso la madre da poco e si ritrova, a soli 17 anni, a chiedere l'elemosina davanti al teatro più In di Los Angeles. Nessuno sembra accorgersi di lei, tranne un ragazzo, Justin, che col suo affetto e poi il suo amore, la salverà da questo d...