Quella notte, tra le braccia di Justin in un nuovo motel di passaggio, avevo fatto un sogno. Anzi, un incubo.
Justin era finito in prigione, per colpa mia.
Le scene della notte precedente erano subentrate nel mio inconscio, approfittandosi del fatto che dormissi. Lo avevano preso perchè aveva fatto saltare prima me dalla finestra del bagno e lui, restando indietro, era rimasto fregato.
Scappa! Aveva urlato, lanciandomi le chiavi dell'auto. Scappa, Becky! Vattene via!
Agitandomi nel letto, mi ero poi svegliata in un bagno di sudore. Quando voltai il viso, lo vidi dormire beatamente accanto a me, così mi tranquillizzai.
"Oh Justin, amore mio, se solo ti succedesse qualcosa... Non me lo perdonerei mai" sussurrai sicura che non potesse sentirmi.
Avevo paura, e tutto perchè io, e soltanto io, avevo cacciato entrambi in quella cazzo di situazione.
Mi sedetti con le gambe incrociate e mi portai le mani al viso iniziando a singhiozzare il più silenziosamente possibile.
Poco dopo, però, una mano calda e dalla presa forte, si appoggiò sulla mia coscia.
"Piccola? Che succede?"
La sua voce era roca per via del sonno, i suoi occhi socchiusi.
Mi ritrovai intrappolata in quello sguardo così dolce e tenero, che non riuscii a rispondere.
"Becky.."
"Io... Niente. Sto bene" risposi tornando a sdraiarmi accanto a lui.
"Non mentirmi, perchè piangi?" chiese ancora in modo serio, attirandomi di più contro il suo corpo.
Sospirai.
"Ho avuto un incubo. Ho sognato di ieri notte, ma riuscivano a catturarti" sussurrai strofinando la fronte contro il suo petto nudo.
"Piccola, non preoccuparti di questo. Vedrai che.." fece una pausa. Ormai nemmeno lui era più tanto sicuro di passarla liscia.
"Non pensarci adesso okay? Torna a dormire"
Non potevo tornare a dormire.
Non dopo che il terrore che potesse succedergli qualcosa di grave mi stava invadendo anima e corpo.
Mi alzai di scatto e afferrai i miei vestiti.
Sentii le lenzuola strofinarsi, segno che Justin si era mosso.
"Dove stai andando?" domandò con voce abbastanza squillante.
"Me ne vado" risposi continuando a vestirmi, senza guardarlo in faccia.
Non avrei retto il suo sguardo.JUSTIN POV
A quelle parole diventai di ghiaccio.
Come poteva andarsene? E dove poi?
Mi alzai dal letto e la raggiunsi, bloccandole i polsi con entrambe le mani.
"Becky ti prego, ragiona. Sono le quattro del mattino, dove pensi di andare?" sospirai accarezzandole il viso con dolcezza. "Senti, lo so che sei spaventata, e mentirei se ti dicessi che io non lo sono, ma dobbiamo restare insieme. Solo così andrà tutto per il meglio"
La bionda scosse il viso ancora senza guardarmi, poi di scatto fece riflettere i suoi occhi nei miei.
"No Justin, è questo che non capisci. È proprio stando insieme che succederà un casino. Tu devi tornartene a casa!"
Quasi urlò l'ultima frase.
Feci un passo indietro, allarmato e anche deluso.
Che cazzo le era preso?
"C-come puoi dire sul serio?" balbettai cercando il suo sguardo, il quale era tornato sui suoi jeans.
Becky si passò una mano tra i capelli lisci e folti. Afferrò la borsa mettendosela sulla spalla e finalmente, ancora una volta, mi guardò.
"Justin io ti amo, non immagini nemmeno quanto, e non potrò mai ringraziarti abbastanza per quello che hai fatto per me, ma..."
"No" la interruppi scuotendo la testa "non dire altro, per favore"
Ovviamente non mi ascoltò. Stavo morendo dentro, ma continuò a parlare.
"Ma devo andarmene, devi capirlo Justin. La polizia cerca me, non te. Ricordi? Sono io la ladra, la stracciona. Tuo padre ha ragione"
Non potevo credere a quello che stava dicendo. In quel momento avrei desiderato svegliarmi, perchè per forza doveva essere un sogno.
Ma appena le sue labbra si posarono sulle mie, come per dirmi addio, mi resi conto che era tutto reale.
"Addio Justin"
Fermala coglione, cosa stai lì impalato!!
La mia voce interiore aveva ragione. Non potevo lasciarla andare.
"Becky, no! Tu non te ne andrai. Come puoi essere seria? Come puoi dire che mio padre ha ragione?"
Se urlavo? A dismisura.
Avevo perso il controllo. La rabbia ribolliva nelle mie vene come una pentola a pressione.
"Come puoi essere così stupida! La polizia cerca entrambi cazzo, e se siamo in questo casino, non è colpa tua, ma mia, perchè potevo benissimo lasciarti in quella prigione quella notte, oppure lasciarti sulle scale del teatro a morire di freddo, ma ho scelto di aiutarti e poi..." feci un mezzo sorriso, inumidendomi il labbro dal nervoso "mi sono innamorato di te. Fammene una colpa, dì quello che vuoi, ma non puoi cambiare quello che provo"
I suoi occhi erano lucidi, tra poco sarebbe scoppiata a piangere e sarebbe tornata da me, tra le mie braccia, ci avrei messo la mano sul fuoco.
Ma come sempre mi sbagliavo.
"Lo so che mi ami, e ti amo anche io, da impazzire. Ma devi ascoltarmi. Devi tornare a casa, dai tuoi genitori. Io me la caverò, vedrai"
Dopo l'ultima frase non riuscii a trattenermi dal sorridere.BECKY POV
Che cosa aveva ora da sorridere.
"Te la caverai? Davvero? Come quella volta davanti al teatro, o come quella volta con quei figli di puttana attaccati alle tue tette?"
Pronunciò quella frase con un tono di sfida e rimprovero da farmi raggelare.
Non mi aveva mai parlato così. E per di più, non avevamo mai più parlato di quella storia.
Ci rimasi male, non me lo sarei mai aspettata da lui.
Con voce tremante e le lacrime agli occhi, aprii la porta della stanza ed uscii senza dire nient'altro._______
Camminavo lentamente per le strade buie e silenziose di quella piccola cittadina messicana.
Le lacrime mi velavano gli occhi, annebbiandomi la vista.
Le mani nelle tasche del giubbotto erano comunque fredde, la pancia mi faceva male, le guance erano di ghiaccio.
Ero decisa ad entrare in un bar per scaldarmi, quando il motore di una macchina che rallentava proprio accanto a me mi costrinse a voltarmi.
Dal finestrino abbassato, spuntò un ciuffo di capelli color oro che, da un lato, mi tranquillizzò.
"Scusami. Per tutto quello che ho detto prima. Ci ho pensato e... hai ragione, tornerò a Los Angeles, ma con te"
Rimasi incredula. Stava dicendo sul serio? Mi avrebbe dato ascolto?
Lo guardai negli occhi e dal suo sguardo capii che era sincero.
Gli sorrisi amabilmente.
"Sali in macchina e parliamo un attimo, con calma"
Salii al suo fianco e mi rifugiai tra le sue braccia possenti, prima che lui iniziasse a parlare."Ti prometto che ti farò uscire su cauzione, come l'altra volta" sussurrò stringendomi forte.
"Mi dispiace tanto. Non volevo che tra noi finisse così" risposi singhiozzando.
"Shh, piccola. Ehi, io voglio stare con te d'accordo? E non sarà di certo mio padre a proibirmelo. Okay, abbiamo fatto una cazzata a scappare, ma ora torniamo e aggiustiamo tutto, promesso"Oh, se solo fosse stato così facile Justin.
SPAZIO AUTRICE
Scusate per l'enorme ritardo, spero possiate perdonarmi.
La nostra piccola eroina, ancora una volta cerca, di proteggere il suo amato, il quale però non ha intenzione di lasciarla andare.
Cosa succederà una volta tornati a Los Angeles? Come accoglierà Justin il padre? Cosa succederà a Becky?
Lo scoprirete partendo dal prossimo capitolo.
Intanto vi comunico che, se ancora non lo sapeste, sul mio profilo potete trovare la raccolta di one-shot di cui vi avevo accennato nel capitolo NEWS. Si chiama Justin's different roles e mi farebbe piacere avere vostri pareri.Baci xx
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Saver || J.B. {Conclusa}
FanfictionBecky ha perso la madre da poco e si ritrova, a soli 17 anni, a chiedere l'elemosina davanti al teatro più In di Los Angeles. Nessuno sembra accorgersi di lei, tranne un ragazzo, Justin, che col suo affetto e poi il suo amore, la salverà da questo d...