"Jones, hai una visita!"
La signorina Fitz si avvicinò a me dandomi un colpetto sul fianco.
"Tesoro svegliati, qualcuno è venuto a trovarti"
A quelle parole mi alzai di scatto dalla branda, più felice che mai.
Abbracciai la guardia, adoravo quella donna, era stata così gentile con me in quei pochi giorni in cui ero lì, ed ero talmente euforica da potermi mettere a saltare per tutto il riformatorio.
Justin sei venuto a trovarmi finalmente.
Mentre pensavo al viso del biondo, camminavo velocemente per i corridoi del grande edificio, diretta alla stanza delle visite.
Tuttavia, quando varcai la soglia, non vidi nessuno somigliante al mio ragazzo.
Vidi di peggio.
Suo padre era seduto ad un tavolino e mi fissava con sguardo penetrante.
Dovevo mantenere la calma, ma nonostante mi fossi prefissa di farlo, iniziai a sudare freddo.
Cosa voleva da me quell'uomo? Perchè non c'era Justin al suo posto?
Deglutendo, mi mossi lentamente nella sua direzione.Mi sedetti sulla sedia posta di fronte a lui e rimasi in assoluto silenzio. I suoi occhi mi scrutavano attenti e curiosi.
"Dunque sei tu.. la causa di tutto" sentenziò.
Non sapevo cosa rispondere. Sapevo che aveva ragione ma... Cosa avrei dovuto dire?
Poi, come un fulmine che all'improvviso squarcia il cielo, risposi.
"Si signore"
Mi stupii anche io, del corraggio soprattutto.
In fin dei conti ero davvero io la causa di tutto quello che era successo.
"Ah, lo ammetti" disse l'uomo portandosi una mano al mento. "Mio figlio non doveva andare in prigione. La notizia era su tutti i giornali e sai adesso in che casino ci hai messo con la tua presenza?"
Il suo tono di voce era basso, ma se avesse potuto avrebbe sicuramente urlato.
"Mi dispiace signore, sono consapevole del fatto di non essere la ragazza giusta per vostro figlio. Lui non c'entra nulla. È un ragazzo stupendo, coraggioso, mi ha salvato due volte e lo ringrazio davvero tanto. Ma ora sono qui dentro, non deve più preoccuparsi"
Alcune lacrime mi rigarono il viso subito dopo aver terminato di parlare.
Il padre di Justin si appoggiò allo schienale della sedia.
"Da cosa ti ha salvata?" chiese in un sussurro.
"Stavo..." feci una piccola pausa. Avevo la voce rotta dal pianto. "Stavo per essere violentata. Lui è arrivato in tempo, tutte e due le volte" dissi infine tenendo lo sguardo basso.
Lo sentii sospirare.
"Mi dispiace, e sono contento che Justin ti abbia aiutata. Ma tu sei una minaccia per la nostra famiglia, siamo ricchi, prestigiosi, mentre tu nei sei nulla di tutto ciò. Dobbiamo tenere alto il nostro nome e con te non è possibile" disse senza un minimo di emozione. "Non vedrai più Justin"
In un attimo, si alzò in piedi pronto ad andarsene.
Di scatto lo imitai. Ciò che aveva detto era crudele, offensivo e indubbiamente ingiusto.
"Lei non mi conosce!" urlai. "E Justin mi ama, come io amo lui. Lei non ha idea di quello di cui è capace suo figlio. Non riuscirà a proibirgli di vedermi, lo sa? Justin è sveglio e non si farà mettere i piedi in testa da uno stronzo come lei!"
Presa da una terribile ira, lo spinsi con entrambe le mani contro la parete dietro di lui, il quale inizio a gridare chiamando le guardie.
"Perchè è venuto qui? Per sputarmi merda in faccia? Qui l'unica merda è lei, che rinchiude suo figlio in una campana di vetro!"Subito due mani mi bloccarono i polsi e mi trascinarono via di peso. Man mano che mi allontanavo da quell'uomo, il mio odio cresceva sempre di più.
JUSTIN POV
"Non la vedrai più" aveva esclamato mio padre quando avevamo rincasato tre giorni prima.
Col cazzo, avevo pensato io salendo nella mia stanza.
Non glielo avrei mai e poi mai permesso. Becky era la mia ragazza, la mia unica ragione di vita ormai, e aveva bisogno di me.
Dovevo andarla a trovare, ero già in ritardo e avevo paura mi stesse odiando per non essermi ancora fatto vedere in riformatorio.
Avrei trovato il modo di uscire di casa, perchè ovviamente ero in punizione.
Il fatto che a ventidue anni io venissi messo ancora in punizione come un bambino di cinque, doveva finire immediatamente.Così mi alzai dal letto con decisione pronto ad andare a trovare Becky. Nessuno avrebbe potuto fermarmi.
Scesi le scale e afferrai il giubbotto dall'attaccapanni.
"Dove stai andando?" tuonò mio padre dalla cucina.
"A trovare Becky!" risposi aprendo la porta.
Sentii dei passi pesanti avvicinarsi. "Ti ho detto che non la vedrai più!"
La figura dell'uomo mi si parò davanti ma io indietreggiai verso il cortile pronto ad andarmene.
"Justin torna qui!"
"Papà, non puoi decidere della mia vita, lo capisci? Sono maggiorenne, faccio quello che voglio. Non sto infrangendo la legge, rilassati cazzo" ringhiai salendo in macchina.
Lo lasciai lì, imbambolato sulla soglia di casa e partii con una leggera sgasata.Appena entrai nell'edificio, chiesi di vedere Becky Jones.
Mi dissero di accomodarmi in una stanza non tanto grande, con cinque o sei tavolini, e mi diedero un etichetta adesiva con scritto 'Visitor' da incollare sulla maglia.
Mi sedetti all'ultimo tavolo e dopo cinque minuti la vidi venirmi incontro a braccia aperte.
"Mio Dio amore" disse gettandomi le braccia al collo. "Mi sei mancato da morire"
Sorrisi sui suoi capelli nel sentirla così vicina a me.
Mi staccai di poco dall'abbraccio e la guardai in viso come se non lo ricordassi più.
Era bellissima, come sempre. I suoi occhi blu oceano mi fissavano umidi ma felici.
"Dammi un bacio piccola" sussurrai sulle sue labbra prima di dar inizio a una lotta per la dominanza tra le nostre lingue.
Cinque giorni che non la baciavo. Dio, sembrava un eternità.
Una miriade di emozioni mi si scatenarono nel petto in quell'istante.
"Mh.. Justin.." gemette lei "piano amore".
Rideva dolcemente e piano piano mi allontanai.
Ci mettemmo seduti al tavolo e le presi le mani tra le mie.
"Allora, come stai?". Che domanda idiota.
"Mh, così." rispose alzando le spalle. "Sai, pensavo di non vederti più. Quando è venuto tuo padre, ha detto che..."
"Wo, frena. Mio padre è venuto qui?" domandai con lo stupore e l'incazzatura al massimo livello.
Lei annuì. "Credevo lo sapessi"
Scossi il viso mordendomi il labbro per il nervoso.
"Cosa ti ha detto? Dimmi tutto quello che ti ha detto Becky"
"Mi ha detto che io sono la causa di quello che è successo, che per te non vado bene perchè rovinerei il vostro nome, e che non ti avrei più visto"
I suoi occhi erano fissi sul tavolo. Le alzai il viso costringendola a guardarmi.
"Si sbaglia di grosso se la pensa così. Tu mi vedrai, e anche spesso, perchè ti farò uscire da qui!"SPAZIO AUTRICE
Eccoci qui con un nuovo capitolo di Saver :)
Spero che vi piaccia come sta prendendo piega la storia!
Chissà cosa avrà in mente Justin e se filerà tutto liscio eheh.
Lasciatemi i vostri voti e commenti :3
Un bacione xx
STAI LEGGENDO
Saver || J.B. {Conclusa}
FanfictionBecky ha perso la madre da poco e si ritrova, a soli 17 anni, a chiedere l'elemosina davanti al teatro più In di Los Angeles. Nessuno sembra accorgersi di lei, tranne un ragazzo, Justin, che col suo affetto e poi il suo amore, la salverà da questo d...