"Lavoro e università"
Dio santo! Daisy stai bene? Cos è successo?» Chiese Luca mentre lei era ancora tra le braccia del suo probabile nuovo amico.. Ma in fondo Daisy di amicizia non ne sapeva nulla.
David si staccò da lei, ma prima le fece una leggera carezza sulla guancia e sia durante l'abbraccio che durante questo piccolo gesto lei rimase rigida, incapace di ricambiare ed incapace di allontanarlo.
«Scusate se vi ho svegliato.. Ora sto bene, è stato solo un incubo.»
David la guardò allibito, come poteva un incubo creare tutto quel terrore in una persona? Era curioso del suo passato, ma non curioso per farsi i fatti di lei, lo era perché voleva conoscerla, aveva un desiderio incredibile di andare dentro i suoi pensieri tristi ed aiutarla a sconfiggerli.. Lui sapeva bene cosa si prova ad avere un triste passato.
«Daisy, ci siamo preoccupati.. Pensavamo ci fosse qualcuno, non devi chiedere scusa.» Disse Luca.
Lei sorrise, questa volta per finta.
«Possiamo entrare?»
Chiese David guardandola, ma sapeva che non era una richiesta era un ordine, lui doveva entrare per assicurarsi che lì dentro non ci fosse nulla di pericoloso per lei.
Fece passare i due ragazzi e questi andarono immediatamente a sedersi sulle sedie intorno al tavolo.
«Posso offrirvi qualcosa? Non ho ancora molto, ma se non ricordo male dovrei aver comprato qualche lattina.»
Qualsiasi cosa andava bene pur di cambiare discorso , non voleva parlare dei suoi incubi, non lo aveva mai fatto, nemmeno con la psicologa che la comunità le obbligava a vedere. Erano un qualcosa di troppo personale e lei non poteva mettersi così a nudo davanti a nessuno, doveva essere forte e lottare per cacciarli da sola.. Considerando le poche emozioni che provava, quegli incubi per lei erano come una sveglia, le ricordavano che era viva, che anche lei poteva provare emozioni, tipo la rabbia o la paura.
«Siamo apposto, grazie.» Disse David.
«Allora? Cos hai sognato? » Chiese Luca senza un minimo di tatto, meritandosi il debole pugno al braccio che David gli sferrò sotto lo sguardo di Daisy, dentro la sua testa lo ringraziò, ma oramai la frittata era fatta, la domanda era stata posta e lei doveva rispondere in qualche modo:
«Nulla di nuovo, sempre le solite cose.» Disse, non era una bugia anzi, era la dura verità, ma questa non era nemmeno una risposta e lo sapevano benissimo tutti e tre.
«Sentite, non vorrei risultarvi maleducata.. Ma io avrei davvero sonno e domani ho il turno di mattina e mi devo svegliare presto. Vi spiacerebbe... Si ecco... Lasciarmi sola?»
David sorrise seguito da Luca, ovviamente avrebbero accontentato la sua richiesta, ma c'era qualcosa che lo fermava..Avrebbe voluto starle accanto, rimboccarle le coperte e dirle che andrà tutto bene andandosene poi una volta addormentata.. Quella ragazza aveva un effetto calamita su di lui, dalla prima volta in cui l'aveva incontrata non riusciva a starle lontano.. Non era un'attrazione fisica però, non era l'estetica di lei che lei interessava, nonostante dovesse ammetterlo che era una delle ragazze piú belle che avesse mai visto..Voleva starle vicino perché era come un'esigenza per lui e non capiva quale diavolo fosse il motivo, in fondo lui non la conosceva per niente, tutto ciò che sapeva era dove abitava, il suo nome ma non il suo cognome e che di notte indossava pigiamini incredibilmente sexy che però non avevano importanza nel momento in cui lei faceva quegli incubi.
Si alzarono dalla sedia e andarono verso l'ingresso o in questo caso l'uscita:
«Ehm.. Se hai bisogno di qualcosa sai dove trovarmi.» Disse Luca un po' in imbarazzo e quasi costretto a dire quelle frasi che comunque Daisy apprezzò.
«Daisy.. Io..» Si fermó un secondo a riprendere fiato e a trovare le parole giuste, ma David quelle parole quella sera non le trovò, così sostituì il linguaggio verbale con quello gestuale lasciandole cadere una seconda carezza sulla guancia, provocando in lei la stessa reazione di qualche momento prima.
"È così incredibilmente spaventata dal contatto e da se stessa che mi viene voglia di prenderla e abbracciarla come si deve, per farle capire che non c'è niente di più bello di un abbraccio."***
David quella mattina si alzò nel suo appartamento e non appena aprì gli occhi gli apparve in mente il viso di Daisy ricoperto di lacrime,ma non era di quello che oggi doveva preoccuparsi, finalmente aveva trovato lavoro e questo era il suo quarto giorno, non poteva, non doveva e non voleva fare tardi, così si alzo' dal letto e si fissò per un secondo allo specchio, era un ragazzo normale, i capelli biondi erano rasati sui lati ma abbastanza lunghi sopra la testa, aveva un leggero inizio di barba, che normalmente a 21 anni dovrebbe essere più folta, il piercing al sopracciglio era un ricordo che non avrebbe mai tolto, i suoi occhi erano azzurri, ma non come il mare o come il cielo, più come il blu scolorito ed infine il suo naso era leggermente troppo grosso per il suo viso, non si piaceva per niente, adorava il suo fisico, palestrato e muscoloso, ma il suo viso, Dio come lo odiava..
Si sistemò al meglio che poteva, indossò la tuta ed andò in carrozzeria.. Meccanico: 5 anni di studio al liceo e due di università per andare a lavorare come meccanico, non per screditare il loro lavoro, probabilmente senza loro sarebbe rimasto a piedi mille volte, ma lui studiava duramente per finire l'Università, perché fare il pediatra doveva essere il suo futuro, ma se voleva pagarsi gli studi era costretto ad olio e carburante. Doveva farcela.
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Sotto Altri Occhi.
RomansaDaisy adesso però è cresciuta e non è più la bambina di un tempo, non le interessano le cose, non le interessa sapere nulla che già non sappia. A Daisy è stata strappata la vita, tutto ciò che era è stato portata via dal giorno in cui lei stessa è s...