"To you - A te."
Per colpa della visita di quelle quattro persone parecchio strane Daisy stava per fare tardi a lavoro, così si lasciò il suo vestitino, raccolse i suoi capelli in una coda di cavallo, si diede una spolverata alla faccia con un po' di terra, infilò le scarpe e dopo aver preso le chiavi di casa uscì di corsa per raggiungere la fioraia dove lavorava:
«Scusa, lo so, sono in ritardo.»
La sua capa la guardò un po' perplessa, poi guardò il suo orologio e commentò:
«Eh si.. Di ben due minuti! Cosa devo fare con te?» E si mise a ridere.
Purtroppo Daisy era abituata ad un altro tipo di reazione, anche per meno di due minuti di ritardo, normalmente in comunità, quando aveva un appuntamento con qualcuno, se solo tardava di mezzo minuto le veniva affidata una punizione per farle capire "quanto è importante essere puntuale"; sicuramente la lezione l'aveva imparata, ma quello che non aveva capito ancora è che il mondo è sempre di corsa e che se lei tarda di due minuti effettivamente non va bene, ma nessuno se ne accorgerà.
«Allora com'è andata con le 3 streghe?» Chiese il suo capo confezionando tre rose in un bellissimo telo di plastica.
«Quattro..C'era anche uno stregone.. E comunque è andata bene!» Disse Daisy con un sorriso a trentaquattromila denti, l'altra senza dire nulla sorrise e andò nel retro, lasciando il negozio nella completa gestione di Daisy.
«Buongiorno.» Nel negozio entrò Luca, come al solito la maglia era così aderente che pure i pettorali stavano chiedendo pietà.
«E tu cosa ci fai qui?» Chiese Daisy andandogli incontro ed abbracciandolo.
«Mmm..Non so, mi vuoi fare un caffè?» Luca, sempre il solito simpaticone.
«Stupido! Ti servono veramente dei fiori?»
Lui non rispose diventando rosso, si vergognava e Daisy non capiva come fosse possibile, Luca era il tipico ragazzo da "una botta e via", non di certo il tipo di "ti compro dei fiori per dirti che ti penso" .. Quello forse era David, ed un pensiero istintivamente le passó nella testa, non lo aveva aggiornato su com'era andata.
«Okay, smetto di metterti in imbarazzo, che fiori ti servono!?»
«Mmm...Cosa faresti tu ad una ragazza se dovessi promettergli di esserci?»
Daisy ci pensò e senza un valido motivo rispose: «Probabilmente delle viole, le trovo fantastiche.»
«Allora un mazzo di quelle è dentro mettici una rosa che descriva l'inizio di un percorso..»
Bè, lì andava sul sicuro:
«Assolutamente La Rosa rosa: significa felicità perfetta, tenerezza..»
Luca annuì un po' annoiato da tutta la spiegazione e Daisy non si spiegava come fosse possibile, ma rimase zitta e completò il lavoro :
«Quanto fa?» Chiese Luca sempre più scocciato.
«Sono 14.»
Luca tiró fuori il porta foglio e come se si fosse ricordato qualcosa esclamò:
«Ah giusto! Aspetta però devi aggiungere un biglietto.»
Daisy annuì e gliene passò uno.
«Puoi scrivere tu che io ho una calligrafia da cane?»
Sempre più stranita si fece dettare"A te..Ogni che volta che avrai bisogno saró lì. Sei importante."
Luca pagò, una volta ricevuto il resto Daisy lo accompagnò fino
all'ingresso per sentirsi chiedere
«Sarà felice?»
«Eh, direi proprio di sì!»
«Sei troppo dolce Daisy, questi sono per te, da parte di David.» Le diede un pizzicotto sulla guancia ed uscì lasciandola con il suo primo mazzo di fiori ricevuto da un ragazzo. Era felice e sbalordita, aveva trovato il modo per fargliela sotto il naso e ci era riuscito eccome! Voleva stringerlo adesso, baciarlo e dirgli grazie, voleva potergli dire che era andata bene, che sarebbe stata libera di dargli fastidio ancora un po', ma un cliente entrò e lei dovette rimandare i suoi voleri all'orario di chiusura.***
Per quanto con Daisy andava tutto bene, David doveva comunque compiere la sua promessa, avrebbe dovuto fare ciò che voleva Tom..
"CI VEDIAMO ALLE 15.00 NELLA PIAZZA CENTRALE."
David lesse il suo messaggio e sapeva perfettamente di chi si trattava, non se lo fece ripetere due volte , avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di tenere Tom alla larga da Daisy, così prese la sua auto e raggiunse il punto d'incontro in modo puntualissimo.
«Non pensavo che saresti venuto.» Disse Tom che era già arrivato, stava appoggiato ad un palo della luce mentre fumava una sigaretta.
«Taglia corto. Cosa vuoi?»
Tom buttò la sua sigaretta per terra e senza prolungare il discorso iniziò a spiegare:
«Vedi.. Uscendo di prigione le cose non sono facili, la gente non mi guarda bene ed in tanti posti addirittura non posso entrare..»
«Quindi?» Chiese David ansioso.
«Devi trovarmi un lavoro.»
Davvero? Davvero solo questo?
«E basta?» Tom rise, anche lui sapeva bene che si trovava di fronte ad una persona furba e di certo non l'avrebbe bevuta così facilmente.
«No, effettivamente no.. Te lo ricordi Tobias?»
David fece mente locale, aveva un ricordo chiaro di Tobias, il ragazzo da evitare, spacciava, spacciava tantissimo e non si parla di marjuana ma roba pesante come cocaina e metanfetamine:
«Me lo ricordo. Allora?»
«Deve fare un viaggio per portare della roba al di là della dogana.. Se mi beccassero di nuovo, questa volta butterebbero la chiave .. Capisci dove voglio arrivare?»
«Non lo farò. Scordatelo.»
Tom annuì, incrociò le mani e le fece scrocchiare:
«Va bene.. Sono sicuro che Daisy mi troverà un bel ragazzo, non trovi?»
David irrigidì i pugni, aveva così tanta voglia di fargli male che trattenersi fu un lavoro troppo difficile anche per lui.
«Stronzo! Se mi beccano sono nella merda!»
«Già.» Sogghignò Tom.
«Quando?»
«Tra quattro giorni. Se ce la farai e mi troverai un lavoro, non infastidirò più nessuno. Nemmeno tua sorella.»
Al suono dell'ultima parola non si trattenne più e gli tirò un pugno dritto nel naso:
«Lo farò e ti troverò un lavoro, ma lontano da qui. Sia chiaro.»
Tom si tenne una mano sul naso e disse:
«Okay, posso scendere a questo compromesso, in fondo questa città mi ha sempre fatto schifo.»
David fece per andarsene ma prima di salire in macchina senti Tom urlare:
«Tra quattro giorni, stesso posto, stessa ora.»
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Sotto Altri Occhi.
RomansDaisy adesso però è cresciuta e non è più la bambina di un tempo, non le interessano le cose, non le interessa sapere nulla che già non sappia. A Daisy è stata strappata la vita, tutto ciò che era è stato portata via dal giorno in cui lei stessa è s...