I have to go.

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"Devo andarmene."

David ormai aveva raggiunto l'appartamento affianco, Luca era tornato e lei era rimasta sola,voleva fare un sacco di cose ora che lo aveva visto: voleva scrivere, voleva fare qualche fotografia, voleva imparare qualche ricetta, ma non fece nulla di tutto ció, si mise la sua vestaglia estiva che le lasciava scoperte entrambe le gambe, le braccia ed un po' di scollatura, si sedette sul divano e pensó a Tom e a Debora ed al male che deve averle fatto. Si immaginava lei molto simile al fratello, il naso all'insù ed un fisico tonico, se la immaginava come una ragazza gioiosa e piena di vita, una di quelle che amava i colori e poi la vedeva vuota, strappata da quello che era e diventare una ragazza triste.
Il campanello suonò facendola trasalire, istintivamente pensò che Tom l'avesse trovata, ma non aveva paura: era pronta a difendersi ed a difendere David se fosse servito.
«Chi è?»Chiese lei, ancora seduta sul divano.
«Sono io, apri.»
La sua voce la riconobbe immediatamente, il punto è che non capiva il motivo per cui fosse tornato dopo così poco tempo.
Si alzò e si sistemò leggermente,cercando di coprire i pezzi di pelle in cui la stoffa non ci arrivava, ma fallì e si recò alla porta.
«Devi smetterla di farti trovare così, sono pur sempre un ragazzo.»
«Ma smettila!» Arrossì Daisy.. Non era abituata ai complimenti, ma sapeva che David gliene avrebbe fatti sempre, tutti i giorni, ma lo faceva perché davvero lo pensava o solo perché aveva capito che lei ne aveva bisogno?
«Posso entrare?»
Annuì e lo lascio passare, si guardò intorno e senza parlare iniziò a leggere tutti i titoli delle decine e decine di libri che lei aveva impilati sotto la scrivania:
«L'importanza secondaria dei sogni?» Chiese lui, voltandosi verso Daisy e guardandola quasi con occhi che luccicano.
«Adoro quel libro, non posso dire che sia il mio preferito, ma mi piace da impazzire.»
David continuò a guardarla, quanto era bella? Vestita di abiti da notte e di imbarazzo per quella tenuta, le guance erano colorate di un pallido rossore, gli occhi erano pieni di desiderio, ma cosa volevano? Affetto? Amore? Cosa cercava lei? Perché qualsiasi cosa lei volesse, lui sarebbe stato disposto a dargliela. Aveva capito il giorno in cui fecero la lista il motivo della sua attrazione nei suoi confronti, se l'era ricordata ed ora che l'aveva rivista non poteva più scordarsela e soprattutto, guardandola bene, con quel sorriso a metà, gli ricordava incredibilmente tanto sua sorella.
«L'ho letto più o meno 5 volte.» Disse in una mezza risata l'uomo dai mille pensieri.
Daisy accompagnò la sua risata con un sorriso e David per l'ennesima volta vedendo quelle labbra fantasticò su come sarebbe stato bello poterle baciare ancora.
«Devo andarmene, non posso più stare qui.»
Daisy spalancó gli occhi sorpresa, aveva detto o fatto qualcosa di sbagliato? Come mai quella visita improvvisa se poi dopo nemmeno 2 minuti voleva andarsene? Non capiva e si scervellava, ma non disse un granché, abbassò gli occhi mentre nella sua testa passava la convinzione che anche sta volta fosse colpa sua e che per l'ennesima volta aveva rovinato tutto, dalla sua bocca uscì soltanto una semplice parola:«Ah.»
«Ti prego non fare così.. Sono costretto ad andarmene.» Si avvicinò a lei, le prese una guancia e la guardò dritto negli occhi, come se in quel modo fosse più facile farle capire che non stava mentendo. Più che una consolazione, era un lamento, qualcosa di cui era esausto, ma esausto di cosa? A quel punto le venne spontaneo:
«Che cosa ti obbliga ad andartene?»
«Tu.»
«Ma cosa dici? A me piace stare in tua compagnia.. E fidati mi costa tantissimo ammetterlo, non sono brava ad esporre i miei sentimenti... Anzi, non sono proprio brava a provarli.»
Ecco le parole di conferma per David , adesso più che mai doveva andarsene o avrebbe rovinato tutto.
Si mise le mani nei capelli in segno di disperazione, poi sbottò:
«Lo vedi? Tu fai questa cosa che mi manda fuori di testa, sei innocente, ed io devo andarmene per forza perchè se resto qui di sicuro ti bacerò e tu sei stata chiara l'altro giorno: "non significherà niente." Perdonami Daisy. Buonanotte.»
Si allontanò di qualche passo non distogliendo lo sguardo di lei che intanto aveva perso contatto con il mondo esterno, riusciva a sentire solo due cose: il battito del suo cuore e le parole "perchè se resto qui di sicuro ti bacerò" . Sapeva che era un bacio di sfizio quello che voleva lui: limonare con la ragazza strana per i ragazzi è un ossessione no? Quindi sapeva che il fatto che in cuor suo, adesso più che mai non voleva che lui se ne andasse era sbagliato, eppure, quando David ormai aveva una mano sulla maniglia lo chiamò per nome e lui si voltò, stanco per la giornata ed indolenzito dalle botte prese.
«Ho solo paura di non esserne capace.»
David sorrise intenerito e lei si sentì umiliata nonostante lui fosse stato così gentile.
«Non voglio che tu rimanga deluso e non vorrei che tu non volessi più starmi vicino perché hai ottenuto ciò che volevi.. Ma lo vorrei anche io.»
Ammise. Vulnerabile. Con la presenza di David, Daisy diventava vulnerabile, era un libro aperto e parlava tanto, troppo.
«Pensi davvero che potrei scappare da te solo perché ti ho baciata?»
Non sapeva se ritenersi onorato per la paura di perderlo o se sentirsi offeso perché aveva pensato una cosa del genere, lei non rispose.
«Non lo farei mai!»
Quando non vide nuovamente nessuna risposta, David uscì di casa lasciandola completamente da sola.

Le cose non cambiavano, dopo quell'episodio aveva capito che ovviamente, non si fidava nemmeno di lui.

Sotto Altri Occhi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora