Who is it?

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La musica era così forte che Daisy non riusciva a dormire, ormai erano le 3 del mattino, ma questa non cessava: possibile che nessuno nel palazzo fosse infastidito dal chiasso? O forse erano tutti invitati alla festa?
Nel momento in cui pensava di alzarsi e andare a chiedere perlomeno di abbassare il volume, non importandosene della possibilità di inimicarsi il suo vicino, un "toc toc" risuonò dalla porta.
Daisy si alzò dal letto e molto lentamente raggiunse la porta:
«Chi è?» Chiese spaventata... Non potevano essere di nuovo gli assistenti sociali, era tardi ed era maggiorenne.
«La prego, apra la porta, ho bisogno di aiuto.»
Istintivamente Daisy aprì, nonostante quei terribili nove anni dentro quella che per lei fu una prigione, la sua bontà era immensa, nonostante la sua apatia cercava sempre qualcuno da aiutare, semplicemente perché voleva dare agli altri quello che lei non aveva mai avuto.
Una volta aperta la porta si trovò di fronte ad un ragazzo di media statura, probabilmente era almeno 10 cm più alto di lei, ma probabilmente chiunque lo era data la sua minuscola statura.
Gli occhi di questo ragazzo erano azzurri, ma aveva sicuramente assunto qualcosa perché i suoi occhi erano rossi e piccoli, quasi come se fosse sotto effetto di erba, aveva un pearcing al sopracciglio ed un piccolo neo sotto il labbro e quando lo vide lei sentì qualcosa di diverso, qualcosa che non aveva mai provato.. Forse è solo la novità. Penso'.
«Ehm..Cosa posso fare per te?» Chiese Daisy cercando di guardarlo negli occhi.
«Fammi entrare e ti spiegheró tutto. »
Ci pensò due secondi e poi aprì leggermente la porta da lasciare lo spazio necessario per farlo passare.
«Accomodati dove vuoi, ma parla. » Non era scortese, semplicemente curiosa e questo all'età di nove anni era normale, ma adesso era una novità, quasi non se la ricordava più quella sensazione.
«Be', tanto per cominciare, grazie per la gentilezza.. Mi chiamo David.»
Lo sguardo di lui, non appena alzò gli occhi, corse dritto verso le gambe di Daisy, nonostante il freddo inverno lei usava sempre pigiami estivi perché si sentiva più comoda. Le sue gambe nude erano belle da vedere, come tutto il resto del suo corpo.
Dopo qualche secondo lei se ne accorse ed inizialmente prevalse il disagio, successivamente però una strana sensazione andò a farle visita nello stomaco. Da adesso in poi solo un insalata a cena.
Cercando di coprirsi il più possibile andò a sedersi sul divano sentendosi lo sguardo di David addosso.
«Piacere, io sono Daisy, ma vorrei davvero sapere cosa ti ha spinto a bussare a casa mia alle tre del mattino.»
Abbassò lo sguardo verso le sue mani e cercò di trovare le parole più adatte ad una confessione del genere:
«Be'.. Spero che non mi odierai, sembri una brava ragazza e non vorrei farti del male.» Fece una pausa e rialzó lo sguardo negli occhi di Daisy che intanto non riusciva a fare a meno di toglierli gli occhi di dosso, poi finalmente riprese a parlare:
«Di lá, alla festa, stanno facendo un gioco stupido.. Hai presente obbligo o verità? » Daisy annuí, mentendo.
«Ecco, vedi.. Quello stronzo di Luca mi ha obbligato ad andare dalla sua vicina provandole tutte pur di strapparle un bacio.»
Quando lui vide l'espressione di Daisy cercò immediatamente di riprendere in mano la situazione:
«Aspetta..Prima di insultarmi, sappi che non ho nessuna intenzione di farlo, quando usciró diró che non ce l'ho fatta.. Però dovevo far finta di provarci almeno. »
Daisy inizialmente, dopo la confessione del motivo per cui lui le si era presentato in casa, oltretutto usando un linguaggio che lei odiava (le parolaccie o peggio ancora le bestemmie) la infastidì molto ed infatti il suo sguardo assassino fu abbastanza chiaro a David che spiegò appunto quali erano le sue intenzioni e questo, a dire il vero, la lasciò un po' delusa, non che lei volesse baciare davvero quel ragazzo, considerando la sua esperienza pari a 0 avrebbe fatto una figura incedente, ma le sarebbe piaciuto che quel ragazzo volesse farlo, avrebbe davvero gradito essere desiderata da qualcuno, ma come tutti i sentimenti anche quello le scivolò addosso con una facilità incredibile.
«Oh.. Ehm, va bene..Quanto credi di dover restare per far credere ai tuoi amici che ci hai provato? »
Lo sguardo di David fu indecifrabile, davvero qualcosa di assurdo:
«Io ti dico il motivo per cui sono qui e al posto che arrabbiarti e cacciarmi fuori mi reggi il gioco? »
«Be', sei stato onesto con me e soprattutto non mi hai mancato di rispetto cercando di sedurmi per un gioco.. Non m'importa in fin dei conti, l'importante è che uscito da qui dirai la verità, ovvero che tra noi non c'è stato nessun bacio.»
Non ci fu una risposta a quella frase, David annuí e basta, grato a quella ragazza che le stava salvando la pelle o meglio, come direbbe lui, che le stava salvando il culo.
Quando lui si avviò verso la porta lei quasi era dispiaciuta dal suo andarsene, avrebbe davvero gradito non rimanere nuovamente sola e sperò infatti che qualsiasi altra persona andasse a "disturbarla" quella sera.
«Bene, io vado..Ci vediamo.. Tanto se abiti qui ci incroceremo spesso, il tuo vicino è il mio migliore amico ed abitando da solo stiamo spesso qui. Grazie di tutto.»
Si sforzò di sorridergli, ma ammise a se stessa che il pensiero di incontrare spesso una faccia conosciuta la tranquillizzava, sarebbe stato più simile alla comunità.
«Non ho fatto nulla in realtà, spero che i tuoi amici non si arrabbino per il gioco.»
«Figurati, era solo obbligo o verità, saranno felici di deridermi per non esserci riuscito. Buonanotte Daisy. »
Rise mentre aprì la porta e la guardò, lei si sentì in colpa per non averlo fatto vincere, non sapendo che in realtà quel gioco non ha un vincitore e che quelle prese in giro, nel mondo esterno, tra amici, sono all'ordine del giorno..
«Buonanotte David.»
Uscì dalla porta ed un boato di ragazzi trepidanti di sapere si fece sentire.

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