CAPITOLO 1

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-"Questo è il suo caso lady"-.

Appare davanti ai miei occhi,intenti a trafficare con le scartoffie,un altro fascicolo che avrei dovuto studiare per un nuovo caso.

-"Grazie Antony"-. Gli sorrido cordiale,infondo e uno dei pochi amici qui su cui posso contare e che è gentile.

-"Come va oggi?"-. Domanda appoggiandosi alla mia scrivania.

Ora che lo guardo bene e davvero un bel ragazzo ma non il mio tipo. Ha i capelli color corvino rasati e degli occhi azzurri limpidi,alto,molto alto e ben piazzato.

-"Come sempre,a te piuttosto? I tuoi genitori?"-.

Mi ha parlato di loro che non stanno andando più d'accordo e lui crede che si separeranno tra poco.

-"Continuano a far finta che non esistono l'un per l'alto"-. Sospira pesantemente

-"Vedrai che tutto si risolve,abbi pazienza"-. Gli do una pacca sulla spalla e gli sorrido.

Dopo avermi salutata mi lascia al mio lavoro.

Non mi sono neanche presentata,sono Meredith e ho 23 anni. Sono al servizio della Police Security del Colorado da 3 anni.
Terminato il liceo,decisi di prendere un anno sabbatico per studiare e prepararmi al meglio per il mio unico scopo: indossare la divisa. Chiamatela fortuna o preparazione,fatto sta che a soli 20 anni sono riuscita a guadagnarmela.

Apro il fascicolo e leggo velocemente,si tratta della banda di criminali più spietata del Colorado. È da tanto che cerchiamo di incastrarli ma non riusciamo mai a prenderli con le mani nel sacco come si sual dire.

Finisco di lavorare al fascicolo e subito arriva l'ora della fine del turno.

Sistemo la scrivania e butto la tazzina di caffè che mi ha portato Antony prima.

Prendo la borsa e uscendo saluto alcuni colleghi.

L'aria è afosa e si muore dal caldo,anche se ho la maglia a mezze maniche della divisa estiva e il pantalone a gambe lunghe stretto dentro ai stivali al ginocchio e la pistola in vita nella custodia di pelle.

Quando la porto mi sento sempre più sicura,è una comodità.

Entro nella mia auto,una Mercedes C Coupè grigio scuro,un gioiellino che mi sono concessa l'anno scorso,e parto.

Spesso tendo ad avere il piede pesante quindi mi ritrovo a correre ma rallento pensando al lavoro che faccio.

Ricordo quando ero ai superiori,la mia mania di fare qualche gara contro i maschi in tutto,sorrido per i ricordi riportati a galla,infondo sono sempre stata un po maschiaccio.

Mi squilla il cellulare e premo il pulsante sul display dell'auto, è molto utile se si vuole evitare di fare incidenti.

-"Pronto"

-Hei tesoro tutto bene?

-Ciao mamma si tutto benone-

-Oh menomale,volevo sapere se ti andrebbe di venire qua da noi una di queste domenica a pranzo,ci sarà anche un collega di tuo padre-

Cerco di non sbuffare,ho sempre odiato questi tipi di inviti.

-Vabene mamma ci saro-

-Grazie tesoro sai che per tuo padre È importante-

La saluto e stacco la chiamata lasciando un sonoro sbuffo,finalmente.

Parcheggio fuori un locale e chiudo l'auto,ho veramente fame e a casa mi scocxio di cucinare quindi perché non andare in un posto dove lo fanno per te?

Entro e subito ho addosso gli sguardi delle persone curiose,a volte dimentico che non sono abituati a vedere una donna in divisa.

Mi siedo su uno sgabello al bancone e viene un ragazzo a prendere l'ordine.

-"Un panino alla piastra e mettici quello che preferisci"-. Dixo prima che lui possa parlare e vedo che subito Va a prepararlo.

Mentre aspetto controllo i messaggi sul cellulare e ne vedo uno da mio padre Dove mi ringrazia per aver accettato e bla bla bla.

Mi viene messo il panino davanti e per la verità è davvero invitante.
Posò il telefono e quando sto per dare un morso sento qualcuno che fischia.

-"Però! Accettano anche le ragazzine nelle armi"-.

Sento Una voce rauca e profonda che viene dalla mia destra.

Stringo la mascella e addento il panino.

-"Che fai mi ignori?"-. Ride e io mi giro.

-"Mi dispiace per te ma non do mai retta agli sconosciuti"-.

E porco cazzo la sua bellezza e allucinante.

Ha la pelle scura come se fosse abbronzata,capelli castano scuro,due occhi neri pece e un fisico che farebbe invidia a tutti,anche se è seduto credo sia sul 1,90m.

-"Fai bene ragazzina,qui fuori e pieno di brutta gente"-. Dice compiaciuto

-"E io li porterò tutti dentro"-. Gli sorrido falsamente riferendomi alla progione e ritorno al mio panino.

-"Non pensavo potessero entrare anche le 18 enni basse"-. Dice sorridendo.

Che bastardo!

-"Mi stai fottutamente prendendo in giro vero?"-. Alzo il sopracciglio e lo guardo dall'alto in basso per quel che posso. -"1.non ho 18 anni e 2.non sono bassa"-. Sono pur sempre 1,67m

-"Vabene come vuoi "-. Ancora non ci crede Bhe cazzi suoi.

-"Tu piuttosto,sembri mio nonno"-. Lo sfido con lo sguardo e mi appoggio allo schienale dello sgabello.

Posso quasi vedere il fumo che gli esce dalle orecchie.

-"Se per te vecchio significa avere 27 anni allora si"-. Mi fa l'occhiolino e sorride mettendo in risalto i suoi denti perfetti.

Per me la conversazione e finita li quindi pago e vado verso l'uscita.

-"Non ti hanno insegnato a salutare?"-.

Mi arriva la sua voce e mi fermo di colpo,mi giro sorridendo e lo guardo.

-"E chi dovrei salutare? Non conosco nessuno qui"-. Incrocio le braccia e il suo sguardo Va sui miei muscoli che si tendono.

Vedo che non risponde e sorrido perfida. -" Però visto che se me ne andassi e non ti salutassi tu te la prenderesti.... Ciao nonnetto"-. Mi giro prima di vedere il suo sguardo allibito ed entro in macchina.

Prima di partire però, vedo che è fuori e che mi guarda.

Per essere così insopportabile È veramente bello penso ritornando a casa.

A Policewoman - Nient altro di cui ho bisognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora