CAPITOLO 10

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Chiudo la sacca con tutto quello che mi serve per sopravvivere una settimana.Vestiti,scarpe,beautycase,divise. Niente di più.

Staremo nella base del Minnesota,ognuno avrà una camera e dovremo allenare e controllare le reclute,coloro che non sono adatte le scarteremo.

Metto la pistola nella custodia,tolgo i colpi e la posò nella tasca anteriore della sacca.

Chiudo la porta dietro di me e bussa Antony che mi darà un passaggio in aeroporto. Ho preferito lasciare la mia a casa.

Il viaggio non sarà molto lungo,al massimo 3-4 ore,credo che sopravviverò. Quando parcheggia sono già tutti fuori ad aspettarci. Ops,non pensavo fosse tardi.

Noto che c'è anche il poliziotto nuovo,se non sbaglio si chiama Regon,o così si fa chiamare a quanto ne so.

Saluto il Tenente e do un saluto generale a tutti gli altri. Oltre a me,Antony e Regon ci sono altri 2,Walter e Gaz,sono molto più grandi di noi,avranno una trentina d'anni. Altissimi,muscolosissimi e davvero carini. Anche se penso ci sia qualcosa tra i due..Non me la contano giusta.

Regon mi rivolge un sorriso strano,non ci faccio caso ed facciamo il check in. In aereo ho il posto affianco a Gaz e Regon. Che fortuna guarda! Non lo odio ma non mi ispira fiducia,quimdi lo terrò alla larga. Al massimo solo un rapporto professionale.

Scopro che Gaz sarà affianco a me e non posso che essere sollevata,almeno lo conosco e mi farebbe piacere fare qualche chiacchiera con lui.

Prima di partire ci fanno allacciare le cinture e io guardo già oltre il finestrino dell'aereo.

Ho sempre amato stare da quella parte. Mi giro verso Gaz e vedo che sta messaggiando al cellulare.

È un bel ragazzo,forse dovrei dire uomo. Sfiora la trentina. Ha i capelli come la notte,neri come la pece,due paia di occhi color smeraldo che mi piacciono tantissimo e un sorrido da far invidia a Cristiano Ronaldo.

Sentendo gli occhi addosso si gira anche lui e mi sorride. Cominciamo a parlare del più e del meno e quasi non mi accorgo che siamo decollati.

Mi racconta della sua famiglia,i suoi genitori sono divorziati da quando lui aveva 5 anni e ora lui vive da solo.

Anche se non so cosa si prova penso che si soffre parecchio vivendo con genitori separati. Credo si senta molto la mancanza di una figura paterna o materna. Ci sarà sempre un vuoto in quella persona che nessuno riuscirà a colmare nonostante tutto.

-"Beh? Che mi dici in fatto di ragazze?"-. Domando appoggiandomi allo schienale del sediolino. Credi di aver visto i suoi occhi spalancarsi, ma solo per un attimo. Qui gatto ci cova!

-"Mh..Ancora nessuno"-. Si sistema nel posto e ritorna a guardarmi.

-"Hai detto nessuno?"-. Alzo il sopracciglio. Si è fregato con le sue mani. Avrebbe potuto dire nessuna,ma non lo ha fatto.

-"Oddio"-. Sussurra flebile chinando la testa indietro. Sospira pesantemente.

-"Hei stai parlando con una persona che non fa pregiudizi"-. Gli dico appoggiando la mia mano sulla sua che ha sulla gamba.

Sorride guardando le nostre mani, mi sussurra "Grazie". Gli do un bacio sulla guancia e gli dixo che con me non si deve preoccupare.

È una persona speciale e io gli voglio bene. A lavoro e sempre sulle sue,silenzioso e tranquillo. A volte faccio fatica a capire se è il suo furono lavorativo o non proprio perché non si fa mai sentire in giro. Quando ci stacchiamo vedo che apre un libro,orgoglio e pregiudizio.

Mi avvicino e faccio in modo che mi senta solo lui. -"Sarai il mio Mr.Darcy?"-.

Lui mi guarda sorpreso e sorride dolcemente. -"Magari potessi"-. Dice alludendo a se fosse etero e io sorrido felice. Ho già detto che lo amo? Beh ora lo sapete.

Metto le cuffiette nelle orecchie e faccio partire la musica.
"They dont know about the things we do".

Per un attimo mi appare davanti agli occhi Tray. Non ci siamo più sentiti da quel giorno,saranno passati 3-4 giorni. Mi è mancato?
Non lo so,forse si. So solo che i giorni sono passati monotoni come prima che ci incontrassimo.

Ho sempre avuto un problema con me stessa. Ho semrpe cercato di negare le emozioni che sentivo. Non so perché lo facevo,faccio ancora,forse perché non voglio legarsi ad una persona sapendo che prima o poi se ne vada via. Cerco di non far trasparire mai nulla eppure quando sono arrabbiata mi verrebbe voglia di piangere ma non lo faccio. Quando sono felice i miei occhi brillano di luce propria come quando una bambina apre i regali il giorno di Natale. Quando invece perdo la pazienza,dopo aver sopportato tanto,mi viene voglia di fare a pezzi il mondo,scoppio come una bomba ad orologeria,qualche volta ho anche fatto del male a qualcuno. Questo è il mio problema,tengo tutto dentro.

Una volta ai superiori ho pestato un ragazzo,si lho fatto. Aveva messo in giro la voce che io fossi una puttana solo perché io non avevo accettato di uscire con lui. Tutto questo è andato avanti per qualche mese ma all'ennesima stronzata che disse,scoppiai.

Venni espulsa per una settimana e i miei,delusi,a stento mi guardavano.

Alla fine sono una ragazza semplice,mi piace la semplicità. Mi piacciono le persone sincere,ognuno ha il suo mondo,la sua storia,la sua vita ecco perché bisogna imparare a non giudicare ma guardare dentro una persona.

Con questo dixo solo che io avrei potuto giudicare Gaz un gay del cazzo ma non lho fatto,1 perché non sono omofoba e 2 perché non è da me mettere delle etichette alle persone.

Chiudo un attimo gli occhi e cado in un sonno tormentato da un ragazzo con due occhi neri come la notte.

Sento scuotermi la spalla e apro gli occhi mugolando. Vedo Gaz vicino a me che mi sorride.

-"Siamo arrivati mia Elizabeth"-. Ridacchio involontariamente. Mi ha chiamata come la protagonista del libro.

-"Grazie per avermi svegliata,Mr. Darcy"-. Sto al gioco e gli faccio un'occhiolino.

Ci dirigiamo fuori e forse è stata una sensazione ma ho sentito la mano di qualcuno posarsi sul mio sedere. Mi giro e vedo camminare tranquillamente Regon che mi fa l'occhiolino. Io lo ammazzo a quello.

-"Senti,non so chi tu ti creda di essere ma anzi,lo so,sei solo uno sbruffone. Non fare mai più quello che hai fatto altrimenti la vedi questa?"-. Gli mostro la mia mano -"Ti do uno schiaffo come Dio comanda e se non basta,ti do un calcio in culo. Non credere che io non abbia il coraggio,ho fatto peggio"-. Mi rendo conto che sono a 3 millimetri dal suo viso,furiosa e rabbiosa lo guardo. I suoi occhi non tolgono il contatto con i miei.

-"Sai,se tosta"-. Mi fa un sorrido storto. -"Ma io lo sono più di te"-. Dopo questo mi sorpassa e va via.

Io non ci posso credere. Che faccia tosta che ha. Gaz mi guarda corrucciato e io scuoto la testa.

Arriviamo nella caserma e ci consegnano le chiavi delle stanze. Vado nella mia,è carina. C'è un letto singolo,un comodino,un armadio,una scrivania e una finestra che non so dove affaccia. Mi butto sul letto e Poggio un braccio sugli occhi.

Non pensavo che avrei mai detto questo ma,mi manca Tray.

A Policewoman - Nient altro di cui ho bisognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora