CAPITOLO 31

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Le due settimane successive?

Tristi,monotone e orribili,se non fosse stato per le rose che mi arrivavano ogni giorno,una ogni giorno.

Le stesse rose che mi portava mio padre quando ero piccola,le mie preferite.

Ero abbastanza sicura che fossero da parte di Tray perché non avevo altri ammiratori segreti e nessuno si era mai firmato con la lettera "T".

Credevo fosse arrabbiato con me e che non mi avrebbe più rivolto la parola,pensavo lo avessi perso con le cose orribili che ho detto e che ha sentito.

Mi spuntava sempre il sorriso ogni volta che il fioraio suonava al campanello,perché sapevo che erano sue. Le ho radunate tutte in un vaso che ora ho fuori la porta finestra della mia camera.

Da quel giorno quando Tray se ne andato,il giorno successivo siamo ritornati tutti alla normalità,stessa vita di semrpe e non la follia di Las Vegas. Ammetto che mi mancherà un po.

Sono ritornata al lavoro e ne ho contate delle belle ad Antony che ovviamente già sapeva tutto. Si è fatto una gran risata e mi ha tolto di bocca tutto quello che era successo lì,in quel posto tanto bello,quanto proibito e infernale.

Era felice per me,era felice perché la sua Lady aveva ritrovato l'amore..

Mi sono immersa completamente nel lavoro e finalmente abbiamo capito quando agire per incastrare quella maledetta banda di criminali.

Organizzeremo un blitz nel luogo dove avverrà lo scambio di merci. Una nostra spia è riuscito ad individuare il posto è al momento opportuno agiremo. Tutto questo non lo sa nessuno della mia famiglia,e non dovranno saperlo.

Alzo lo sguardo difronte all'insegna "Prison of Colorado" e mi chiedo se davvero è stata una buona idea venire qui.

Ho detto di voler pareggiare i conti con il mio passato prima di poter immergermi a pieno in una relazione.

In questi 6 anni non sono mai venuta qui,ad incontrarlo perché il pensiero che posasse di nuovo i suoi occhi su di me mi faceva venire il volta stomaco.

Faccio ruotare il portachiave della mia Mercedes intorno al dito e mi incammino sotto il sole battente.

Apro la porta e vengo invasa da un'aria più tetra,più pesante del normale.

Sono abituata a sentirla per la gente che ci porto io stessa,ma non in questa. In questa non mi sono mai accostata perché c'era lui,colui che me ne ha fatte passare tante e che mi ha privato della mia vita per troppo tempo.

Avanzo verso il piccolo bancone e la signora bassina e paffutella alza lo sguardo.

-"Come ci sei capitata in questa catapecchia tesoro?"-. Alza il sopracciglio da sotto gli occhiali e mi squadra.

-"Dovrei vedere una persona"-. Le mostro il mio distintivo dei carabinieri e mi guarda seria.

-"Come si chiama questa persona?"-. Dice controllando qualcosa sul registro davanti a lei.

Serro automaticamente le dita sul portachiavi che si conficca nel palmo della mano. -"Angel,Angel Crowd"-.

Mi dice di aspettare nella saletta per gli incontri e mi incammino. Ci sono diverse persone che parlano con gli altri carcerati,amici, parenti o addirittura avvocati.

Mi siedo sulla sedia e porto le braccia sul tavolo giocando ancora con il portachiave.

Sul tavolo difronte a me è posizionato un pannello in vetro per isolare le due persone che parleranno e ci sono dei piccoli fori su entrambi i lati per lasciar passare la voce di entrambe le persone.

A Policewoman - Nient altro di cui ho bisognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora