CAPITOLO 25

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Era una giornata piovosa a Las Vegas. Ed io me ne stavo lì,a crogiolarmi sotto la pioggia nella veranda all'aperto.

Indossavo solo un pantaloncino e l'unico rumore che sentivo era la pioggia battente su di me. L'odore di terra bagnata era sempre stato un toccasana per me,il cielo nuvoloso e nero mi era sempre piaciuto.

Alzo una gamba sulla sedia e aspetto,in realtà non so cosa.

Gli ultimi giorni sono stati fiacchi,sono trascorsi quattro giorni e io e lei non ci parliamo. Ogni volta che siamo a tavola cerco sempre di catturare il suo sguardo ma lei non incontra mai i miei occhi,li devia ogni volta.

La sera invece,si chiude prima in bagno e poi subito sotto le coperte. Le ho lasciato lo spazio che voleva,o così ho capito io che era quello che volesse,non ci incontravamo mai se non per stare uno nel proprio letto.

Sapevo che fosse testarda e orgogliosa ma non credevo così tanto. Se ne stava sempre in terrazza e portava semrpe con sé un quadernino.

Quando le ho fatto la domanda se mai si fosse innamorata,e quando mi ha parlato di un certo Angel,avrei voluto esplodere. Sapere che qualcuno l'abbia fatta soffrire non mi da alla pazza gioia. Ma ben si mi verrebbe voglia di ucciderlo. Poi ha parlato del suo amore verso la divisa che indossa e li mi è scappato un sorriso. Credo che non ci sia relazione più forte di lei e del suo lavoro.

Invece quando mi ha fatto la stessa domanda io le ho risposto di si,perché in cuor mio sapevo che mi stavo innamorando ma non di un'altra donna,ma di lei. Lei che con un suo sorriso migliora la mia vita che,diavolo,pensavo fosse già perfetta prima di incontrare lei. Ma mi sbagliavo. Meredith è una bomba ad orologeria,se non dai come disattivare i fili giusti,ci rimani la pelle.

Si,mi stavo innamorando,o forse lo ero già. So solo che diventò incredibilmente geloso,iperprotettivo e pazzo se qualcuno solo prova a parlarle.

L'esempio lampante è proprio Harold,il mio amico. Gli ho parlato e mi ha detto che è una ragazza tosta,che le piace. Mento se dico che non mi sono infuriato. Gli ho detto anche senza mezzi termini che le deve stare lontano. Ma lui ha fatto finta di non sentire e se ne andato.

Quello che mi ha fatto incazzare di piu? Che è uno dei miei migliori amici più stretti ed è sempre stato il primo a capire se c'era qualcosa di nuovo in me o se qualcosa non andava,ma stavolta se ne fregato se pure ha capito qualcosa e non riesco a comprenderne il motivo.

Passo una mano tra i capelli zuppi e li porto indietro e passo la lingua sulle labbra per catturare le goccioline di pioggia.

-"Che cosa stai facendo,coglione"-. Alzo il capo udendo la voce roca di James. Mi guarda dall'alto e si cala il cappuccio della felpa sul capo.

-"Non sono in vena,James"-. Parlo in tono calmo ma è evidente che il mio è un avvertimento. Sono stanco di dare semrpe spiegazioni.

-"Dio ma come ha fatto a ridurti così quella ragazza?"-. Da voce ai suoi pensieri e mi guarda serio e divertito.

Fidati James,non lo so neppure io.

-"Ma guardati,sei pallido,non ti alleni come prima e non sorridi piu"-.

Distolgo lo sguardo perché le sue parole mi sono arrivate fin troppo dentro. È tutto troppo vero. Odio ammetterlo ma sto perdendo il controllo della mia vita. -"Pensa che io mi sia innamorato di una persona e che la prendo in giro quando la bacio"-. Sfrego l'indice sul labbro inferiore. -"Ma quello che non sa è che mi sto innamorando di lei e magari glielo avrei anche detto se solo mi avesse lasciato finire di parlare"-.

Rivedo la sua faccia delusa,e ciò che non mi piace è proprio deludere le persone. Un po come se fai del bene,gli altri si aspettano da te sempre il bene e quando fai qualcosa di male,poi,deludi le loro aspettative. Per questo da ragazzino non volevo che gli altri vedessero che c'era del buono in me così non sarebbero rimasti delusi,prima o poi.

A Policewoman - Nient altro di cui ho bisognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora