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Spesso si svegliava nel cuore della notte con davanti agli occhi la figura di Nerone, aveva sognato che gli strappasse il cuore a mani nude, che lo pugnalasse e torturasse, per non contare le svariate volte in cui lo vedeva torturare i cristiani. Gli era anche capitato di vederlo uccidere il tribuno e la sua famiglia. Erano tutte visioni folli, dettate dalla paura per quella bestia dell'imperatore. Non poteva darsi pace, aveva mille domande in testa, non si spiegava come potesse essere ancora vivo, tutti gli schiavi venivano venduti, una e una sola volta, una volta che si veniva comprati, si era ufficialmente di proprietà del padrone, per cui egli poteva darti la libertà o poteva ucciderti, la tua vita diventava completamente sua. Solo che lui aveva avuto una seconda possibilità, e si sentiva un codardo, aveva paura della morte, non si sarebbe fatto vincere con coraggio.
Questo lo accomunava con gli altri schiavi, la consapevolezza di non avere il libero arbitrio, era diventato loro amico, erano tutti nella stessa condizione, cercavano di aiutarsi, di sentirsi come una piccola famiglia, perchè non avevano niente altro. Si erano semplicemente abituati.
Lui si era anche abituato alla vita di Gerard, era senza dubbio un trasformista, di giorno era un perfetto politico, rigoroso e preciso, di notte un cacciatore di belle fanciulle, era così che Frank immaginava la cosa, lui come un cacciatore che aspettava che la preda si avvicinasse per poi catturarla e portarla a casa come trofeo.
Quasi ogni notte aveva ospiti, che lo schiavo doveva poi portare all'uscita e questo lo irritava, pensava che non fosse rispettoso nei confronti di sua madre e suo fratello, avrebbero potuto vederlo e sentirlo in qualsiasi momento, cosa che a lui capitava, nonostante il marmo che li separava, riusciva ugualmente a sentire e questo disturbava il suo sonno, già tormentato. C'era una piccola parte di sè stesso che non voleva ammettere, che avrebbe voluto tapparsi le orecchie ed un'altra che avrebbe voluto essere solo e senza tunica, con il tribuno. A disturbarlo ancora, c'erano i preparativi per la festa di Mikey, mancava un mese, eppure erano già iniziati, quella più coinvolta era la madre, ma anche Gerard, che in particolare voleva sapere chi avesse aderito all'invito, infatti allo schiavo era stato dato l'ordine di comunicare personalmente e all'istante ogni nome che si aggiungeva alla lista. L'unico disinteressato era proprio il festeggiato, non sembrava molto entusiasta, probabilmente non era molto felice del suo compito, aveva solo diciotto anni in fondo, in quel periodo era costantemente impegnato con vari precettori per insegnargli a sopravvivere in terra straniera, inoltre lo facevano ingozzare per mettere un pò di massa. Quel povero ragazzo soffriva, e Frank lo compativa, ad entrambi era stata negata la libertà di scelta, erano stati inghiottiti dal destino come fosse un baratro.

«Frank» lo chiamò il suo amico Ennio dall'ingresso.
«Dimmi tutto» disse raggiungendolo.
«Abbiamo alcuni nuovi nomi: Anneo Sereno, il poeta Eumolpo, il senatore Cesare e famiglia e l'imperatore».
A quell'ultimo nome ebbe una fitta allo stomaco, i suoi pensieri si erano bloccati. Sperava di non rivedere Nerone mai più in vita sua.
«Tutto bene?» chiese l'amico.
«Sì...» si ricompose velocemente.
«Vado a dirlo al padrone»
«Bene» sorrise leggermente andando via.
Queste parole lo fecero tremare.
Non aveva raccontato il motivo per il quale si trovava lì, principalmente perchè aveva paura che qualcuno potesse parlare, aveva già mentito a Gerard, sarebbe stato troppo rischioso dirgli il reale motivo, aveva preferito proteggere la sua vita, sapeva che c'era la possibilità che lo avrebbe fatto uccidere, sospirò e pregò che dei avessero pietà di lui.
Decise di andare a dire la notizia al padrone, magari lui stesso poi gli avrebbe dato indicazioni per evitare Nerone.
Così Frank si diresse verso la porta della camera del tribuno, l'aprì lentamente, poichè era davvero pesante. Stava per aprirla a metà, ma dopo ciò che vide si fermò di colpo, stavolta era davvero scioccato. Gerard era sul suo letto, ma non era da solo, un uomo nudo era poggiato sulle ginocchia e posizionato alla sue spalle, Gerard era nella stessa posizione e con le braccia gli reggeva le spalle, la schiena inarcata e la testa buttata all'indietro sull'incavo del collo dell'altro, i versi che facevano erano parecchio rumorosi, le spinte si facevano sempre più forti, perchè ad ognuna di essere le voci crescevano. Una mano dell'uomo misterioso era su un fianco del tribuno e l'altra impegnata a masturbarlo davanti, erano entrambi sudati e con il fiatone, c'era come una strana complicità tra loro, come se volessero entrambi arrivare allo stesso punto. Sembrano delle statue, i loro corpi erano perfettamente sincronizzati, un'opera d'arte.
Frank non si rese conto di essersi messo a fissare quella scena, aveva quasi la bava alla bocca, era tutto... Troppo. Percepì qualcosa cambiare in lui, distolse lo sguardo da quella visione, per abbassarlo su sè stesso, avrebbe voluto imprecare, qualcuno là sotto si era risvegliato, chiuse velocemente ma senza far rumore la porta e scappò via paonazzo in viso e con le mani sull'erezione. Pregò Giove che il padrone non avesse sentito la porta, non riusciva a quantificare il tempo che era stato lì immobile, sapeva solo che avrebbe voluto essere lui al posto di quel tizio. Non aveva mai fatto pensieri del genere per nessuno, non aveva mai desiderato così qualcuno.
Riusciva bene a dirottare dalla mente i pensieri impuri sul suo padrone. Cercava di ignorarlo e basta, quando la notte lo sognava urlare il suo nome. Ma dopo quello era consapevole che non ci sarebbe più riuscito.

Nelle ore pensò a lavorare, piuttosto che a ciò che Gerard avesse tra le gambe, (che tra l'altro non aveva ancora visto), ma era davvero difficile, quell'immagine lo tormentava, e più cercava di scacciarla e più si insinuava prepotentemente nella sua mente e nel suo corpo. L'unico aspetto positivo era che il tribuno non ne aveva fatto parola dopo, sicuramente, nell'intensità del momento, nè lui e nè il suo "amico" si saranno resi conto della sua presenza e per questo ringraziò Giove dal profondo del suo cuore.

Era sera e Frank era intento insieme ad un altro schiavo, a trasportare una pesante tinozza piena di vino, verso le cucine.
«Schiavo ho bisogno di essere lavato, appena finisci lì raggiungimi in piscina» ordinò Gerard.
Era abbastanza strano che il tribuno si lavasse in piscina, ma soprattutto che avesse bisogno del suo aiuto, quella era una cosa che solitamente faceva da solo.
Si mise in agitazione, lo avrebbe visto nudo?
Velocemente si diresse verso la stanza con la vista annebbiata, trovò Gerard già immerso, era nel punto dove ancora si toccava vicino al bordo, l'acqua gli arrivava fino al bacino, il ragazzo deglutì nervoso, per il momento non vedeva nulla di nuovo.
«Metti i petali di rosa nell'acqua»
Lo schiavo ubbidì, spargendo i petali profumati vicino a lui.
«Voglio che vieni qui a lavarmi, mi sono fatto portare una spugna speciale dalla Gallia, e voglio vedere che effetto fa, e con la scusa ti farai un bagno anche tu, ne avrai bisogno» spiegò il tribuno.
Frank non poteva credere alle sue orecchie, sarebbe dovuto entrare lì dentro con lui?
Respirò, prese la spugna e mise un piede nell'acqua, era piacevolmente tiepida, una bella lavata gli serviva, considerando che non si puliva da un pò.
Scese due scalini e si ritrovò l'acqua quasi fino al ginocchio, maledì la sua statura.
«Che fai? Non ti togli la tunica? Dai muoviti»
A questo non aveva pensato, doveva spogliarsi certamente non poteva entrare vestito, aveva fatto la figura dell'idiota, si levò la tunica e diventò rosso quando si accorse che Gerard lo guardava proprio lì, fu uno sguardo di un secondo, perchè subito mise le mani per coprirsi.
Scese gli ultimi gradini guardando verso il basso, l'acqua era fantastica, a grandi passi andò verso il tribuno, gli arrivava oltre il busto, per fortuna che toccava ampiamente lì, pochi centimetri più basso e avrebbe fatto l'ennesima figuraccia. A distanza di sicurezza cominciò a sfregare con delicatezza la pelle bagnata del suo padrone, per non imbambolarsi si concentrò sulla forma sferica della spugna su come si deformasse sul quel corpo perfetto.
«Puoi avvicinarti, non ti mordo sai» lo interruppe.
Frank sospirò e faticosamente si avvicinò, era di fronte a lui e sentiva il suo respiro che gli raffreddava l'acqua sulla pelle, il ragazzo cercava di trattenersi in tutti i modi possibili, evitava ad ogni costo lo sguardo ed il corpo di Gerard. Percepì l'acqua spostarsi e si rese conto che le braccia del tribuno erano intorno alla sua vita, con una sola mossa Gerard lo aveva avvicinato a sè e gli aveva messo una coscia tra le gambe. Frank ebbe il fiato corto, nel frattempo il tribuno cominciò a massaggiargli una natica e a baciargli il collo, con una lentezza che sembrava quasi in contrasto con l'aggressività che aveva avuto nel bloccarlo, quella sensazione era terribilmente piacevole, il ragazzo lasciò la spugna nell'acqua e cominciò a gemere molto piano. Buttò un piccolo gridolino quando con un dito Gerard massaggiò la sua apertura e sfregò avanti e indietro la coscia sulla sua ormai consolidata erezione.
«A giudicare da ciò che ho visto e da ciò che sto vedendo, non credo si tratti proprio di gusti, Frank» sussurrò marcando il suo nome e continuando a baciare e leccare.
Frank rispose con un gemito strozzato, anche Gerard sembrava apprezzare quel contatto.
«Vedo che ti piace» rise il tribuno.
«Hai un buon sapore» disse mordendo la pelle.
Poi tolse lentamente la coscia dalla sua erezione, e Frank pensò che volesse cambiare posizione, ma invece si staccò completamente da lui ed a grandi passi si stava dirigendo verso le scale, lo schiavo fece un mugolio di disapprovazione.
«Prima ti sei divertito nel guardarmi all'opera vero? Posso anche credere che Nerone ti volesse uccidere perchè non hai giaciuto con lui, ma non che il motivo per il quale non lo abbia fatto sia stato per una questione di gusti» disse girando la testa e continuando a camminare. Salì gli scalini e prese gli asciugami che erano adagiati sul bordo della piscina, il suo sedere sembrava marmo per quanto era perfetto. Con naturalezza mise un asciugamano lungo la vita, c'era ancora un piccolo rigonfiamento, con un altro prese a strofinarsi i capelli, Frank era rapito nel vedere la scena.
«Allora, cosa era venuto a fare davanti alla mia porta?»
«Io...» deglutì e prese coraggio.
«Alle festa verranno, Anneo Sereno, Eumolpo, il senatore Cesare e la famiglia...eilprincipes» disse velocemente l'ultimo nome.
Nonostante l'eccitazione che aveva in corpo, non riuscì a coprire la paura nel pronunciarlo.
«Bene, molto bene» disse facendogli segno di uscire dall'acqua.
Il ragazzo restò impalato, ma poi riuscì a camminare, era ancora rosso, ma almeno la sua erezione stava scomparendo, mise subito le mani giù come aveva fatto prima.
Quando si ritrovò al suo cospetto si sentì imbarazzato fece due passi per raggiungerlo, erano vicinissimi.
«Adesso puoi dirmi il reale motivo per il quale Nerone voleva ucciderti, e questo è un ordine».

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