Erano un paio di giorni che Gerard rientrava la sera e usciva la mattina presto, era indaffarato a fare chissà cosa, e Frank non riusciva a capire cosa, quando il tribuno tornava gli dava pochi semplici ordini che lui svolgeva in fretta, per poi andare a dormire, neanche una parola su cosa avrebbe fatto il giorno dopo o su cosa doveva fare lui, così, lo schiavo era convinto di dover fare ciò che faceva di solito, ma quando, due giorni prima era andato come al solito a pulire, trovò la stanza del tribuno chiusa a chiave, questo lo incuriosì, cosa aveva di così segreto da nascondere?
Aveva paura che questo fosse stato influenzato dalla lezione di lettura che gli aveva dato, che vedesse nello schiavo un nemico? Non si fidava abbastanza di lui? O forse non abbastanza di qualcuno dentro la casa?
Tutto ciò era strano, forse era meglio non sapere, conoscendo il tribuno, non si poteva mai immaginare cosa avesse in mente, si poteva solo essere spettatori e aspettare che le sue folli idea ti travolgessero.Quella mattina, decise di fare un tentativo nella camera del padrone, non si aspettava certamente di trovarlo dentro, ma sperava almeno di trovare aperto.
Provò a spingere l'imponente porta con poca forza, ma sorprendentemente non c'era niente che faceva resistenza, per cui spinse in avanti e con noncuranza se la chiuse alle spalle, non si sapeva mai, considerata la prudenza di Gerard.
Sentì un rumore provenire dalle sue spalle, e terrorizzato si girò, due urla poco virili risuonarono all'unisono, quasi a sembrare una sola. Gli occhi di Frank si spalancarono, c'era una ragazza in piedi vicino al letto del tribuno, ma non una qualunque, Lavinia e la cosa che lo sorprese di più fu come la trovò.
Aveva un'aria un po' spaventata, non si aspettava che nessuno entrasse nella stanza, ma questo non le aveva impedito di essere pronta e scattante, infatti con un balzo era scesa dal letto e aveva arrotolato il lenzuola in vita, i lunghi capelli castani e spettinati le ricadevano dolcemente sul viso fino al seno, coprendolo, gli occhi erano fissi su di lui, effettivamente somigliava a suo padre, aveva qualcosa nell'espressione di suo. In mano aveva la lucerna che Gerard teneva lì vicino come se fosse un'arma, era in posizione di combattimento. Una cosa era certa, quella ragazza non era come le altre. Non poté negare quanto fosse bella, avrebbe tanto voluto trovarle qualche difetto, ma non era possibile, nonostante fosse mattina, sembrava fresca come una rosa.
«Le chiedo umilmente scusa signora!» disse subito coprendosi gli occhi e voltandosi di nuovo.
«Girati pure» gli disse la ragazza sorridendo e addolcendosi.
«Mi dispiace, ma Gerard mi aveva detto che non sarebbe entrato nessuno» spiegò posando la lucerna e sistemandosi i capelli.
Frank si girò e restò lì impalato, sentire il nome del tribuno pronunciato da lei gli fece sentire una fitta al cuore, la voce della giovane era così bella, eppure alle sue orecchie risultò sgradevole al suono di quelle sillabe.
«Lo so, ma non mi aveva detto... che avrebbe avuto... ospiti... e io ho pensato di venire a pulire, per cui vado via subito» spiegò Frank imbarazzato.
La ragazza non fece una piega a queste parole, con molta naturalezza, come se lo conoscesse da chissà quanti anni, si mise il vestito abbandonato sulla sedia della scrivania, scoprendo le sue forme giusto per qualche secondo, per poi essere coperte dal tessuto, questo lo mise ancora più a disagio, perché non aveva risposto?
Con maestria slacciò un filo che teneva legato al polso, porgendolo a Frank e si intrecciò i capelli partendo dalla radice, in pochi secondi aveva fatto una treccia perfettamente dritta e poi si mise di spalle davanti a lui, senza bisogno di parole, lo schiavo fece un nodo delicato tra quei morbidi capelli, la ragazza si girò sorridente in segno di riconoscenza.
«Perché non mi spieghi dove si trova l'uscita sul retro? L'ultima volta che sono stata qui, mi sono persa» rise civettuola.
Frank annuì ancora spaesato e senza che realmente il suo cervello comandasse le gambe, aprì la porta e uscì, sicuro che la ragazza lo stesse seguendo.Non sapeva come sentirsi, sapeva bene che Gerard non gli aveva fatto alcuna promessa e che non doveva aspettarsi nulla da lui, eppure stava soffrendo. Lui gli aveva donato tutto sé stesso, tutto il suo cuore e si sentiva come il tribuno lo avesse calpestato senza nessuna pietà. La parte peggiore era che lui non poteva competere con una donna, né tanto meno con una come Lavinia. Sapeva delle pressioni che la signora Way faceva al figlio e sapeva anche lei sarebbe stata una moglie perfetta. Sospirò forte tornando nella camera da letto, avrebbe dovuto sistemarla, cancellare tutti i segni di una notte di passione appena consumata, la stessa passione che il tribuno aveva consumato con lui. Immaginava i loro bellissimi corpi unirsi, in un'unica perfetta massa. Gli sarebbe tanto piaciuto dormire in quelle lenzuola profumate, ma quello era un onore che a lui non sarebbe mai toccato. La gelosia lo attraversò fino ad annebbiargli il cervello, chiuse i pugni e li scagliò con forza sul muro di marmo, ovviamente quello non era minimamente scalfito, ma la sua pelle sì, una piccola gocciolina di sangue colò sul pavimento e il dolore non tardò ad arrivare dopo il gelo iniziale provocatogli da quel contatto, la parte peggiore fu che subito dopo cadde un'altra gocciolina a terra, ma questa volta proveniva dai suoi occhi, anzi dal suo cuore.
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We'll go down in history
Fanfiction64 d.c. Roma imperiale. «Bene, spogliati» ordinò il tribuno. Lo schiavo sgranò gli occhi senza muoversi di un millimetro. «Sei sordo? ho detto "spogliati"» ripetè irritato Gerard. Frank rimase di nuovo fermo, Gerard si avvicinò con passo felpato...