«Hai vinto tu, ma voglio che sia il mio schiavo ad uccidermi».
Il cuore di Frank saltò via dal petto nonostante la scomoda posizione in cui si trovasse, pensò per un secondo che il sangue che stava fluendo al cervello gli avesse fatto sentire quelle parole.
Il tribuno era a qualche metro di distanza ma comunque abbastanza vicino, il princeps scattò subito il busto verso di lui sorridendo in maniera inquietante, Gerard aveva le braccia alzate in segno di resa, non era armato.
Perché proprio lui? Come poteva meritarsi una cosa del genere? Non poteva uccidere chi amava di più al mondo.
Guardò gli occhi di Gerard, come a cercare complicità, nella speranza che quello fosse solo uno dei suoi piani, sperava gli facesse capire che quello era solo un trucco per salvarsi.
Ma lo sguardo del tribuno era di ghiaccio, asettico, puntato solo ed esclusivamente verso l'imperatore.
Era... stanco.
«Mi sento offeso dal fatto che mi sottovaluti così tanto caro tribuno, come potrei mai fidarmi di un servo che prova dei sentimenti per te? E' come se chiedessi al mio caro Sporo qui presente di uccidermi davanti a te, povero illuso, proprio come vostro padre».
«Invece vi sto solo facendo un favore, non dimenticate che sono un uomo d'onore e se foste voi a darmi il corpo mortale, il mio autocontrollo potrebbe venire meno, e poi credo che i sentimenti di questo schiavo siano solo d'odio, ovviamente dopo che spiegherò quello che ho fatto... l'ho preso in giro, l'ho piegato al mio volere, l'ho fatto sentire amato solo perché mi serviva, Plauto mi avrebbe preso certamente come suo attore, nessuno conosce questa mia dote, vero? Vi starete chiedendo il perché di tutto ciò... non per semplice gusto di farlo, ma per vendetta, come il sapore dolce delle carni dei figli di Tieste fatte mangiare allo stesso da Atreo. Ma non vendetta nei suoi confronti, ma nei vostri caro Imperatore, me lo avete servito su un piatto d'argento... Quale schiavo mai ha ricevuto la sua presentazione dalla carica più alta di Roma? Questo ragazzo doveva per forza avere qualcosa di speciale e anche di interessante considerando l'odio profondo che vi legava a lui, allora, quel giorno ho semplicemente deciso che sarebbe dovuto essere mio, il mio istinto mi diceva che era la cosa giusta e poi farvi arrabbiare mi diverte non poco... E sapete una cosa? Il mio istinto non si sbagliava, non lo ha mai fatto, e ne ho già avuto una piccola certezza quando il Senatore Gallio, grandissimo uomo, gli aveva sorriso. Speravo di farlo subito cantare come le Muse, ma non era così semplice come pensavo, tuttavia avevo individuato il suo punto debole, la carne, in particolare, la mia. Mi sono divertito con lui, niente di eccezionale, ma la strada poi è stata in discesa, e più gli dicevo di amarlo, più lo ferivo, più vedevo le lacrime rigargli il volto e più informazioni ottenevo, sapete grazie a chi il Senato è stato convinto che aveste voi fatto appiccare l'incendio? Grazie ad una brillante deduzione di questo bambinetto, assolutamente geniale. C'è anche da dire che mi ha aiutato già prima confessandomi il nobile gesto che ha fatto per quei fanatici, come si chiamavano? Ah sì, cristiani. Se non fosse stato per lui, adesso non saremmo qui, o meglio voi non ci sareste dovuto essere, il vostro posto era con Ade tra le gentili fiamme. All'inizio pensavo addirittura di farlo a pezzettini e di metterlo davanti alla vostra reale porta, giusto come piccolo avvertimento, un assaggio di ciò che sarebbe successo per far salire al trono Pisone, ma poi le cose sono andate diversamente... Avevi ragione Nerone, e scusa se ti do del "tu" verme schifoso, quando hai detto che avresti dovuto ucciderlo, più di quanto probabilmente pensassi. Quindi quale migliore carnefice di un cuore spezzato? La crudeltà nella sua anima sarà molto più profonda e pura di quella che provi tu Imperatore, pura quanto l'amore che pensava che io provassi per lui. Lascia nascere dalla vendetta altra vendetta, fa che si compia il destino che Eris desidera, fammi morire per la sua mano!».
Silenzio.Solo il rumore di respiri, tutti meno che uno, quel respiro era bloccato, non voleva uscire, non voleva essere vivo, perchè se lo fosse stato tutto sarebbe diventato reale, quello doveva essere solo un sogno, vero? Forse no, quella era la vita vera e non solo fantasia.
Tutto il discorso era pieno di pazzia.
Nerone fece un cenno a Sporo, un piccolo movimento della mano e Frank cadde a terra sulla schiena con un sonoro tonfo, la botta fu brusca, ma mai come quella che aveva subito dentro.
Mentiva? Aveva mentito per tutto quel tempo o solo adesso?
«Sembrerò folle, ma vi credo, non vi avevo mai visto così... l'odio e l'amore muovono il mondo, questo lo sappiamo molto bene... Avrei dovuto ucciderlo, ma credo che lo farò subito dopo essere tornato a palazzo, magari lo torturerò pubblicamente per far vedere cosa succede a chi si mette contro di me e magari esporrò anche la tua testa al mercato, giusto per non far mancare nulla» ghignò Nerone.
Lo schiavo tremò da terra, avrebbe voluto scappare via, salvarsi, ma ormai non aveva più senso farlo, ormai era già morto, poteva morire per la seconda volta.
Non c'è ragione per vivere con un cuore spezzato.Sporo lo fece alzare strattonandolo, ma lui non oppose resistenza.
Nerone e Gerard osservarono la scena, lo schiavo avrebbe voluto abbassare la testa, ma non lo fece, aveva ancora la sua dignità e quella non poteva essere distrutta.
Avrebbe voluto trovare nel tribuno del calore, qualcosa di umano, ma sembrava che fosse scomparso l'uomo con cui aveva vissuto per tutto quel tempo.
Le sue parole erano state dannatamente convincenti, aveva senso la cosa, altrimenti perché lo avrebbe comprato al mercato? Perché lo avrebbe sedotto per dimostrare che mentiva? Perché tenerlo così in considerazione? Lui era solo uno schiavo, nulla, un oggetto di proprietà del padrone e poi come poteva uno come Gerard Way, bello, ricco, potente ed intelligente amare lui? Tutto combaciava perfettamente, non era una cosa nuova che il tribuno facesse questo tipo di giochetti, che manipolasse le persone per arrivare al suo scopo e che sacrificasse tutto per farlo.Stavolta era davvero finita.
«Qui abbiamo due pugnali, uno sarà dato a te piccoletto e uno lo avrà Sporo che starà dietro di te pronto a fermarti in caso tu voglia fare qualcosa che non dovresti».
Il pugnale fu dato a Frank, che sorrise quasi a vederlo, evidentemente quella maledetta arma era legata a lui, alla fine si ritrova sempre con un pugnale in mano contro la sua volontà, perché sì, anche questa volta non avrebbe voluto usarlo. Non odiava Gerard, lo aveva fatto in passato, era nel centro tra amore e odio, ma stavolta no, lo aveva perdonato subito. Lo amava troppo per odiarlo, era deluso e ferito, ma non lo odiava, lo aveva imparato a conoscere, sapeva che avrebbe fatto di tutto per l'onore e per la famiglia.
Lo schiavo fece qualche passo avanti con la lama fredda dell'altro pugnale puntata alla schiena, gli vennero i brividi.
Guardò di nuovo gli occhi verdi che mano a mano si stavano avvicinando ai suoi. Fu finalmente davanti a lui e quasi tremò, il tribuno mantenne una compostezza irreale, gonfiò il petto nudo.
«Mi raccomando punta al cuore schiavo».
Frank mise il pugnale in posizione e sentì una lacrima scendergli lungo il viso.
«Ultime parole tribuno Gerard? Io ti dico solo una cosa: Veni Vidi Vici».«Honesta mors turpi vita potior».
Due tonfi, due urli muti, due corpi a terra, morte.
Salve!
Mi sono dimenticata di mettere le note 🙈
Allora, "Veni, vidi, vici" è "Venni, vidi, vinsi" e "Honesta mors turpi vita potior" è "Una morte onorevole è migliore di una vita vergognosa", la prima è di Giulio Cesare, la seconda di Tacito.
Questo dovrebbe essere il terzultimo capitolo e mi scuso dato che è cortissimo 🙈
Un ringraziamento super speciale a SassyVampire senza di lui non ci sarebbe stato questo capitolo ❤ E vi consiglio di leggere la sua frerard perchè merita tantissimo ❤
Spero di aggiornare presto e non odiatemi per questo finale 🙈 P.S. spero che abbiate notato i due riferimenti ai Queen u.u
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We'll go down in history
Fanfiction64 d.c. Roma imperiale. «Bene, spogliati» ordinò il tribuno. Lo schiavo sgranò gli occhi senza muoversi di un millimetro. «Sei sordo? ho detto "spogliati"» ripetè irritato Gerard. Frank rimase di nuovo fermo, Gerard si avvicinò con passo felpato...