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«Alla festa di Michael dovrai pugnalare di nuovo e comincia a pregare già da adesso che gli dei siano con te».

Una volta che il tribuno andò via, si buttò con il busto sul letto e si prese la testa tra le mani.

Che vita era quella?

Quelle parole gli rimbombarono in testa, la risposta era arrivata inesorabilmente: una vita inutile.
Quella del tribuno era una vita degna di essere chiamata tale, Frank lo invidiava in un certo senso, lui aveva i soldi, il potere, il bell'aspetto, tutto, mentre lui cosa aveva? Assolutamente niente.

Nonostante il silenzio del tribuno, sapeva benissimo chi sarebbe stata la vittima.
Da un lato voleva Nerone morto, dall'altro non voleva diventare un assassino. Si chiedeva come facesse a vivere l'imperatore stesso a cuor leggero dopo tutte quelle persone che aveva ucciso. Quell'uomo meritava di morire, forse più di qualsiasi altra persona, ma non voleva essere lui a fare l'azione. Perchè Gerard non aveva scelto qualcun'altro? Perchè proprio lui? Perchè non fare tutto da solo?

In tutto questo, non riusciva a non desiderare Gerard, era come se sentisse le sue labbra muoversi su di lui, la sua pelle, il suo profumo, tutto. Si sentiva stupido a immaginarsi certe cose, eppure era più forte di lui, sapeva benissimo che il tribuno era a conoscenza dei suoi sentimenti, si divertiva a stuzzicarlo, ricordava quando in piscina lo aveva accarezzato in quel modo, gli mancava quel tocco. Ma sapeva anche che quella volta non lo aveva fatto perchè lo volesse, ma semplicemente per dimostrare di avere ragione. Anche quando lo aveva marchiato a fuoco, quello che era avvenuto prima doveva solo rendere la punizione ancora più dolorosa. Invece il bacio era stato diverso, era stato lui a prendere l'iniziativa per la prima volta, certo, il tribuno aveva risposto, ma questo non era abbastanza per convincerlo che anche lui lo desiderasse, lentamente lo stava accettando, probabilmente non sarebbe mai successo niente tra di loro.

La testa stava scoppiando, decise di concentrarsi su altro, voleva provare a dormire, era stata una giornata pesante, aveva bisogno di riposo e di liberare la mente.

I piedi gli cominciavano a fare male, non sapeva quanto tempo stesse correndo, ma sapeva di non potersi fermare, lo avrebbero raggiunto subito. Doveva seminarli a tutti i costi, sentiva il rumore dei loro passi, era sempre più vicino, si girò, non vedeva nessuno, forse per l'oscurità che avvolgeva quella strada, eppure lui li sentiva vicini,troppo vicini. Era come avere il respiro di Nerone sul collo. Accellerò il passo, e il dolore si fece più forte, guardava fisso avanti, cercava un posto dove nascondersi, le sue gambe non avrebbero retto ancora per molto. Vide degli alberi e ringraziò tutti gli dei, c'era un sentiero, ne attraversò la prima parte, ma poi andò a sinistra tra gli alberi, ad un certo punto si fermò, con le mani si poggiò su un tronco e respirò profondamente, smise solo quando sentì dei passi da lontano, si mise subito dietro all'albero e sporse leggermente la testa, poteva vedere il sentiero da lì, velocemente passarono i soldati, tutti scappando in file ordinate e con le torce in mano. Tirò un sospiro di sollievo, con la schiena poggiata alla corteccia si lasciò cadere in basso, nascose la testa tra le ginocchia, il sudore sulla sua fronte venne assorbito dalla tunica. Stavolta l'aveva fatta grossa.
Improvvisamente si sentì toccare e di colpo mancare l'aria, una mano premeva forte su suo collo e lo spingeva contro il tronco, lanciò un urlo muto, provò a dimenarsi, ma non servì a molto. Tutto ciò vide furono due occhi primi di arroganza, superbia e soprattutto cattiveria. Nonostante la mancanza di ossigeno, ci mise pochi secondi a capire a chi appartenevano. Non riusciva a vedergli il viso, ma sapeva che Nerone stava sorridendo, era felice, lo era sempre quando uccideva.
Piano l'imperatore allentò la presa e Frank respirò forte cercando di catturare più aria possibile.
«Non vedo l'ora di farti morire Frank» disse l'imperatore.
Lo schiavo guardò nella sua mano libera, aveva il suo pugnale, era ancora sporco di sangue, del suo stesso sangue. Solo in quel momento notò la chiazza di sangue sul petto di Nerone, come poteva essere sopravvissuto?
«Mi hai fatto male prima Frank, ma non abbastanza» rise in modo osceno.
Senza neanche avere il tempo di ribattere, il ferro era già dentro al suo cuore.

We'll go down in historyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora