«AIUTO!».
La voce di Lavinia echeggiò in tutta la casa, era entrata dalla porta rimasta aperta.
Frank e Mikey stavano medicando Gerard che era seduto su una poltrona.
«Stanno venendo a casa mia, mio padre! Dovete aiutarmi!» urlò la ragazza scossa.
Il tribuno si alzò subito.
«La guerra è appena iniziata».
Ci fu un momento che tutti si congelarono a quelle parole, sapevano quanto erano maledettamente vere, una battaglia era appena iniziata, da un lato Nerone e la sua pazzia e dall'altro loro.
Un sospiro di Gerard lo interruppe.
Si alzò dalla poltrona provocando il disappunto dei due che avevano appena finito di medicarlo, si avvicinò ad uno dei corpi dei soldati e senza esitazione, cominciò a sfilargli l'elmo, i presenti non capirono.
«Che cose stai facendo fratello?» il minore fu l'unico ad avere il coraggio di parlare.
«Non ho solo intenzione di difendere il Senatore» disse guardando Lavinia.
«Ma di entrare nel palazzo imperiale, e l'unico modo è questo! Quel bastardo me la pagherà, per tutto! Lo ucciderò con le mie stesse mani! Rimpiangerà di essere venuto al mondo!».
Il cuore di Frank perse un battito.
Gli occhi del tribuno erano pieni di rabbia, strappava con forza l'armatura a quel cadavere come se potesse opporre resistenza, come se potesse far trapelare il suo dolore.
«Vengo con te» disse lo schiavo con uno sguardo deciso e senza aggiungere altro si gettò su un altro corpo per fare la stessa cosa che stava facendo il tribuno.
Mikey non disse nulla, si mise direttamente ad imitare i due.
«Assolutamente no! Non andrete da nessuna parte» rispose Gerard serio fermandosi.
«Potevamo esserci noi al posto di questi cadaveri, e anche nostra madre! Ringrazio Giove che non sia qui! Non so se vi rendete conto... qui nessuno di voi due morirà!».
Lo sguardo del tribuno non lasciava spazio a ripensamenti.
«Gerard cerca di ragionare...» provò a dire Lavinia dopo essersi calmata un po'.
«Gerard per una volta in vita tua accetta l'aiuto! Non puoi farcela da solo, abbiamo entrambi combattuto contro un fottuto leone e contro questi soldati, o te lo sei forse dimenticato? Quando lo abbiamo fatto non eravamo assolutamente pronti, eppure ci siamo riusciti! Insieme si può fare! E poi sei ancora ferito, non pensare che non mi accorga di quanto ti faccia male quel taglio! Gee ragiona!» urlò quasi Mikey.
Il maggiore strinse i denti e non disse nulla, reggeva quell'armatura come se fosse un masso, in pochi minuti se la infilò.
Gli altri osservarono la scena bloccati, non sapevano cosa aspettarsi da questo silenzio.
Il tribuno si alzò in piedi e si diresse verso la porta.
«Fino a quando lo dico io, le mie parole sono ordini, i miei sguardi parole, appena vorrò, dovrete scappare, voi lo farete e basta, non voglio né domande e né proteste e né niente per nessun motivo, intesi? E adesso muovetevi».
Nessuno osò ribattere.
Tutte e quattro si misero in cammino verso la casa del Sentore Gallio, Frank pensò che gliene fossero capitate tante nella vita, ma non avrebbe mai immaginato che un giorno si sarebbero ritrovato sotto una pesante armatura per andare a salvare qualcuno.
Durante tutto il tragitto non spiccicarono parola, andavano a passo spedito e a testa bassa per non farsi riconoscere, il tribuno era consapevole che la morte stesse sulle loro teste, ma avrebbe protetto la sua famiglia ad ogni costo e si era anche rassegnato al fatto di non poter comandare su di loro, fu una sorpresa da parte di entrambi, Mikey che era maturato e stava imparando a sfruttare la sua intelligenza con furbizia e Frank che dimostrava il suo coraggio senza tirarsi indietro, paradossalmente era solo grazie a lui e alle sue manie di controllo che ci erano riusciti, nella vita di Gerard Way non c'era spazio per i sensi di colpa, ne aveva uno solo, ed era veramente troppo grande per fare spazio agli altri, dal momento in cui aveva visto il sangue del padre per terra nel luogo dove era cresciuto erano cambiate le cose, e in quel momento si rese conto di quanto avesse fatto bene, perché in cuor suo sapeva che tutto ciò era sbagliato, ma ormai quella personalità era stata plasmata dalla crudeltà del mondo, e non avrebbe mai potuto distruggerla.
«Senatore Gallio!» urlò Gerard appena superato l'uscio di casa.
Non c'era nessun soldato, solo un gruppo di persone al centro del soggiorno, tra schiavi, amici e parenti, il tribuno si fece spazio tra la folla e ciò che vide lo lasciò a bocca aperta, era peggio di ciò che pensasse.
Il Senatore era in piedi, nudo dentro una grande tinozza che gli arrivava al petto piena di acqua, la cosa peggiore era il colore dell'acqua, rosso, rosso sangue.
Si era fatto tagliare le vene delle caviglie e delle ginocchia, stava lentamente morendo dissanguato, il vecchio corpo faceva uscire il sangue più lentamente e rendeva le sofferenze più atroci.
«Gerard...» disse con un filo di voce il vecchio e con un piccolo sorriso.
«La prego, esca di lì, si lasci curare» rispose supplichevole avvicinandosi alla tinozza.
«Ai sollievi della vita io preferisco l'onore della morte».
Il tribuno non riuscì a rispondere.
«Sai quanto conti la morale ragazzo... Io Nerone l'ho fatto crescere, era così piccolo ed innocente, adesso il potere gli ha dato alla testa... Preferisco morire sotto la mia mano, invece che sotto la sua...»
«Ma il suicidio non è la risposta Senatore»
«Infatti questa è solo libertà»
«Per favore, prendi quella lama e tagliami qui, sui polsi, rendi la mia morte meno lenta... Non ce la faccio a fare da solo» continuò facendo uscire fuori le braccia bianchissime e penzolanti ed indicando un pugnale posto su un tavolino lì vicino, era ancora sporco di sangue, sicuramente lo aveva già usato.
Gerard guardò gli occhi di Lavinia pieni di lacrime, lei annuì, fu un gesto quasi impercettibile. Non si sarebbe sottratto a quell'ordine, la morte valeva troppo in quel caso, più della vita.
Frank e Mikey osservavano la scena da lontano.
Il tribuno eseguì e fece un taglio ad entrambi i polsi, il vecchi strizzò gli occhi e rimise le braccia ammollo, poi puntò la sua attenzione oltre.
«Fai venire qui il tuo schiavo» gli disse chiudendo gli occhi.
Frank ebbe un ebbe un sussulto, stava chiedendo di lui.
Gerard si fece da parte per far venire il minore davanti alla tinozza.
«Ave Frank... quanto sei cresciuto» sorrise riaprendoli.
«A... ave».
«Erano anni che volevo parlarti, sai? Mi ricordo ancora quando nel tuo villaggio uscivi di notte per guardare la luna e sentire la quiete, era bella, vero? Ma non era quella la cosa più bella della Grecia, tua madre le batteva tutte».
Il ragazzo deglutì, sentiva gli occhi bruciare per le lacrime che stavano per scorrere.
«Perché non sono morto? Perché non mi avete ucciso prima?».
«Ho fatto una promessa, prima di salire dagli Dei, le ho giurato che mi sarei preso cura di te, e il palazzo imperiale era il posto migliore, non avrei mai immaginato che un giorno Nerone ti avrebbe voluto uccidere... mi è costato molto farti vendere di nuovo, mi dispiace tanto di non averti preso con me, non potevo, ma sei comunque capitato in ottime mani, anzi nelle migliori» il vecchio guardò verso Gerard.
«Quindi lei è...».
«No Frank, non sono tuo padre, ma nel cuore sei lo stesso mio figlio».
«Ti chiedo scusa per averti fatto fare lo schiavo, ma tu almeno hai avuto l'onore di incontrare i dolci occhi della donna che ti ha messo al mondo, tua sorella non ha avuto la stessa fortuna...».
Ci fu un sussulto da parte di tutti i presenti, soprattutto da Gerard.
«Anneo per favore, aspetta...» disse una donna lì vicino coprendosi il volto.
«Paolina, devono sapere, non posso andarmene senza dirglielo, io ti ho perdonata, lo faranno anche loro».
Frank e Lavinia si guardarono per un tempo che sembrò infinito.
«Quando sono andato in Grecia ero molto giovane, avevo fatto il mio dovere per la patria e per la mia famiglia sposando una donna che neanche conoscevo ed ero partito per assecondare i desideri di mio padre, la morale prima di tutto. Ma poi ho incontrato quell'angelo e tutto è cambiato, ho amato prima lei e poi te come se fossi mio, prima di quel momento non sapevo cosa volesse dire "amore", non pensavo neanche che esistesse, c'erano solo le leggi sacre di Roma e il divertimento. Quando è venuta alla luce la mia piccolina, ho avuto la conferma vera e proprio, il mio posto era lì. Ma poi le cose sono andate male, ci ha abbandonati da un giorno all'altro... Ero distrutto... Non sapevo cosa fare e quindi vi ho portati qui... Paolina mi aveva aspettato, ha accettato di far crescere Lavinia come se fosse sua, le abbiamo dato il nome della sposa di Enea come buon auspicio... Ma per te non c'è stato niente da fare... Avrei voluto adottarti, ma non volevo che la donna che avevo fatto soffrire tanto stesse ancora più male... allora ti ho dovuto lasciare, ma ci sono sempre stato anche se tu non mi potevi vedere... Non ci sono stati alba e tramonto senza che io pensassi a te...».
Il viso dello schiavo era un misto di dolore ed incredulità. Stava piangendo, un pezzetto del suo passato si era messo al suo posto, era surreale, aveva una sorellastra e sarebbe potuto essere figlio del Senatore, vivere in quella casa e stargli vicino. Lui rappresentava l'ultimo legame con sua madre e neanche lo sapeva.
Paolina si diresse verso sua figlia.
«Mi dispiace tesoro» mormorò.
Lavinia le rispose scuotendo la testa e allontanandosi.
«Lavinia...» disse lo schiavo.
La ragazza si gettò subito tra le sue braccia , il minore non lo immaginava, ma rispose a quella stretta tanto dolce, improvvisamente tutto l'odio e la gelosia si disintegrarono, erano completamente spariti, era sangue del suo sangue, un pezzetto di sua madre viveva anche dentro di lei.
«Non sapete quando sono felice in questo momento a vedervi insieme» disse l'anziano.
I due si staccarono e si rivolsero verso le voce.
«Senato...» provò a dire lo schiavo.
«Chiamami "padre", Frank fammi questo ultimo regalo».
«Padre, grazie per avermi salvato la vita... due volte».
Il vecchio tolse una mano rugosa dall'acqua rossa e tremando accarezzò il viso del ragazzo che posò la sua mano su quella del padre.
Improvvisamente le porte si aprirono.
«In nome dell'Imperatore Nerone non opponete resistenza!» disse un soldato.
Le urla invasero il silenzio, ed echeggiarono in tutto il grande soggiorno, le persone cominciarono a scappare e gettare mobili per terra in preda al panico.
«Sono arrivati, ma non ci sarà bisogno del loro intervento, non preoccupatevi per me, Ade mi sta aspettando, scappate e mettetevi in salvo».
Lavinia e Frank approfittarono della confusione per dare l'ultimo saluto all'uomo, che poco dopo chiuse gli occhi.
Poi andarono verso l'uscita sul retro passando dalla cucina, ma Frank, stringendo la mano della sorella, si rese conto che Gerard era rimasto indietro e subito tornò verso il soggiorno.
«Glielo prometto sulla tomba di mio padre, Senatore» disse il tribuno prima di correre verso Frank, lo schiavo sentì solo questa frase, era nel panico.
«Che cosa ti ha detto?».
Gerard fece combaciare le loro labbra in un bacio velocissimo e poi lo prese dal polso e lo spinse verso la via d'uscita con tutta la forza che aveva.«Spero che mi perdonerai Frank» disse il tribuno a fior di labbra senza farsi sentire da nessuno.
Salve!
Sono viva lol
Ho finito gli esami e finalmente è iniziata l'estate aw
Mi è mancato molto scrivere e mi sono mancati questi due cuccioli di panda 😍
Allora, volevo fare alcune precisazioni, nel capitolo precedente Lavinia diceva che i soldati erano a casa sua, ma invece avrebbe dovuto dire che stavano arrivando, (come effettivamente avete visto), è stato un mio errore e ho corretto sia sopra che nel capitolo 14 🙈
Il Senatore Gallio fa la stessa morte di Seneca, ovvero morendo nell'acqua dissanguato, successe davvero, poichè il filosofo fu coinvolto nella congiura dei Pisone, il nome di sua moglie era appunto Paolina, solo che era un brava donna e si fece mettere anche lei in un tinozza per morire come il marito, ma poi fu salvata dai soldati di Nerone, poichè non avevano nulla contro di lei. «Ai sollievi della vita io preferisco l'onore della morte» questa frase è di Seneca, la dice alla moglie, ma in realtà è "ti ho insegnato i sollievo della vita, ma tu preferisci l'onore della morte".
Spero che la parentela tra il Senatore, Frank e Lavinia, sia chiara, in caso, Frank è figlio di sua madre e di suo padre, Lavinia della madre di Frank e del Senatore. All'inizio avevo pensato che il Senatore dovesse essere padre di Frank, ma mi sembrava troppo banale, spero che non sia banale anche così, in caso perdono lol 🙈
Spero di aggiornare presto!
xoxo
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We'll go down in history
Fanfic64 d.c. Roma imperiale. «Bene, spogliati» ordinò il tribuno. Lo schiavo sgranò gli occhi senza muoversi di un millimetro. «Sei sordo? ho detto "spogliati"» ripetè irritato Gerard. Frank rimase di nuovo fermo, Gerard si avvicinò con passo felpato...